LA VALUTAZIONE FUNZIONALE NELLA PALLAVOLO Antonio Gianfelici Specialista in Medicina dello Sport
La pallavolo nell'ambito della classificazione fisiologica delle attività sportive è definita quale attività ad impegno aerobico-anaerobico alternato con impiego di un'elevata percentuale delle masse muscolari corporee e richieste distrettuali di forza elevate. Gli studi fisiologici su tale disciplina infatti hanno evidenziato come il pallavolista debba possedere ed incrementare, attraverso l'allenamento, la capacità di sviluppare la forza esplosiva e di riutilizzare energia elastica. Il metabolismo principalmente impegnato risulta essere quello anaerobico-alattacido, con richiesta nella prestazione di elevata potenza distrettuale. Poco interessato appare il metabolismo lattacido, mentre quello aerobico risulta impegnato solo durante le fasi di recupero negli intervalli di gioco.
I
fattori coordinativi, poi, supportati dalle qualità neuromuscolari assumono un
importanza rilevante ai fini della prestazione.
Ai
fini di una esauriente valutazione dell'atleta praticante pallavolo,
finalizzata al giudizio sulle qualità fisiologiche dell'atleta stesso ed al
controllo degli effetti dell'allenamento su tali qualità, è pertanto
opportuno indagare le seguenti caratteristiche:
1)
qualità
meccanico-muscolari degli arti inferiori (forza esplosiva e capacità di riuso
elastico) mediante test di Bosco e test di stiffness
2)
potenza del
metabolismo anaerobico alattacido mediante test di Bosco 15 secondi
3)
qualità di
flessibilità relative ai principali distretti articolari e relative strutture
muscolo-tendinee-scheletriche mediante batteria di specifici test
4)
essendo la
forza muscolare principalmente impiegata nell'innalzamento della massa
corporea durante i salti è fondamentale l'analisi della composizione corporea 5) la potenza aerobica (VO2max), poco utilizzata durante le fasi attive di lavoro, deve comunque raggiungere valori ottimali, "da atleta". Lo studio di un atleta deve prevedere una fase iniziale in cui si ricercano le caratteristiche generali, che dovranno essere sempre considerate, per poi passare ad un esame analitico; andranno per cui eseguiti indagini e tests prima in laboratorio e poi sul campo. La valutazione deve inoltre porre attenzione al periodo della stagione agonistica in cui si effettuano i test e, qualora sia il caso, lo «stato di forma» dell'atleta. Una corretto quadro funzionale necessiterebbe di valutazioni eseguite almeno all'inizio dell'anno agonistico, dopo il periodo di preparazione, durante ed a fine stagione: in tal modo è possibile avere dati che possono essere analizzati sia in senso trasversale che in senso longitudinale. Ugualmente importanti sono l'attenta e precisa somministrazione del test da parte dello staff sanitario e atletico e la compliance dell'atleta che deve esserne sottoposto; e qui emerge la necessità di somministrare test che siano di facile esecuzione, pratici, ripetibili, e quando possibile «interessanti per l'atleta».
VALUTAZIONE DELLE CAPACITà
AEROBICHE
- Determinazione
del massimo consumo d'ossigeno (VO2max) Il VO2max può essere determinato durante un gran numero di esercizi che comportino l'attivazione di larghi gruppi muscolari e con intensità di lavoro sufficientemente elevata da attivare al massimo il meccanismo esoergonico aerobico. Normalmente la scelta del tipo di esercizio cade su marcia o corsa su ergometro trasportatore oppure su cicloergometro (per la pallavolo è meglio il nastro trasportatore). Molti sforzi sono stati fatti per sviluppare metodologie standard per la determinazione del VO2max e per definire anche linee guida in relazione a età, sesso, stato d'allenamento e composizione corporea.
Test di Cooper: si basa sulla valutazione della distanza percorsa in 12 minuti; su apposita tabella viene comparata la distanza percorsa al valore del VO2max. Test a navetta: viene eseguito correndo a velocità crescente con step di un minuto, una distanza di 20 metri; la velocità raggiunta è indice del VO2max del soggetto.
Rilievi
diretti di VO2:
Per
un'analisi accurata e specifica di questo metabolismo viene utilizzata una
apparecchiatura miniaturizzata portatile, con trasmissione dei dati in
telemetria (K4-Cosmed), che permette una valutazione del VO2 anche
direttamente sul campo di gara. L'apparato consiste di una turbina che misura
il flusso respiratorio; sulla stessa maschera è inserito un campionatore dei
gas espirati che ne invia una aliquota in una microcamera di miscelazione dove
viene misurata la FEO2. Il dispositivo è dotato di un
radiotrasmettitore in modulazione di frequenza che consente di inviare i segnali
di flusso respiratorio, di FEO2 e di FC ad una stazione ricevente corredata di
un sistema di elaborazione e di memorizzazione dati. L'effettuazione del test
può essere condotta sia in campo che in laboratorio, dove è preferibile
l'utilizzo di un nastro trasportatore o, in casi selezionati, cicloergometro.
VALUTAZIONE DELLA FORZA E DELL'ELEVAZIONE
- Massima
contrazione volontaria in isometria
Dinamometria
Isometrica
Uno
dei metodi di laboratorio più comuni per valutare la forza massima di un
muscolo o di una catena cinetica è la dinamometria. Tale metodica richiede la
disponibilità di uno strumento di misura, ossia il dinamometro. La tecnica
esecutiva può variare a seconda del tipo di apparecchio usato; vanno comunque
osservate alcune regole di base: 1- sistemare l'atleta in maniera confortevole, facilmente riproducibile, per consentire controlli di tipo longitudinale, e misurare accuratamente gli angoli articolari del distretto da esplorare;
2-
ricercare la catena muscolare più specifica per lo sport esaminato 3- eseguire la valutazione ad angoli articolari diversi per analizzare la catena cinetica in condizioni differenti.
- Test di Forza veloce
Salto
verticale su piattaforma dinamometrica ed il Jump Test La metodica che oggi viene ritenuta più valida per la misura della potenza muscolare della catena estensoria dell'arto inferiore, è il test in questione.
Il
Jump Test si esegue su
Ergojump©
che si
compone di un orologio elettronico collegato ad una pedana a conduttanza che
permette di misurare il tempo di volo di uno o più salti verticali consecutivi :
i dati elaborati consentono di calcolare velocità di stacco e potenza. Il salto
tuttavia può essere eseguito tuttavia secondo diverse modalità: * Squatting Jump: è una prova di facile realizzazione e ripetibilità. Consiste nella esecuzione di un salto verticale alla massima intensità con partenza dalla posizione di mezzo squat (ginocchia piegate a 90°), senza contromovimento.
*
Counter
Moviment Jump:
consiste in un salto verticale partendo dalla posizione eretta, precedendo il
salto con un contromovimento (ciclo stiramento-accorciamento muscolare) con
piegamento delle ginocchia fino a circa 90°, mani ai fianchi. * Drop Jump: va effettuata una serie di salti con caduta da diverse altezze : 20 - 40 - 60 - 80 - 100 cm. In questo modo è possibile individuare l'altezza di caduta ottimale dalla quale il soggetto ottiene la massima elevazione di salto e correlare tra loro altezza di caduta, tempo di contatto e tempo di volo.
Test
di Bosco-Vittori
Questo
test si propone come valida alternativa al
Drop
Jump, essendo infatti una prova di semplice realizzazione e di elevata
ripetibilità. Il test prevede la misurazione dei tempi di contatto e dei tempi
di volo di un soggetto che compie una serie di salti consecutivi (5 - 8) sull'Ergojump©,
in veloce
successione, cercando di piegare le ginocchia il meno possibile; in questo
esercizio l'atleta potrà aiutarsi con le braccia per migliorare la propria
elevazione
Test
di Abalakov Viene eseguito su un apparecchio composto da una pedana e da un metro a nastro collegato ad una cintura che viene applicata al soggetto esaminato; l'atleta deve portarsi sulla pedana e mettersi in posizione di partenza tenendo
1)
i piedi pari,
leggermente divaricati, ed i talloni a contatto con il suolo,
2)
gli arti
inferiori perfettamente distesi
3)
le braccia
distese lungo il corpo
Al
bacino dell'atleta viene appesa l'apposita cinghia, collegata con il
misuratore dotato di sistema di arresto automatico.
Test
di Sargeant (jump and reach) Questo test è simile al precedente, ma ne differisce per il sistema di misura dell'altezza di salto, che prevede la valutazione dell'altezza raggiunta dalla mano dell'atleta posto in piedi con il braccio alzato.
- Curva Forza/Velocità
Una
delle caratteristiche peculiari del comportamento del muscolo scheletrico è la
relazione inversa tra la velocità di accorciamento e la tensione sviluppata (Hill
1938). In particolare la velocità di accorciamento è inversamente
proporzionale alla tensione prodotta, fino ad essere zero nella contrazione
isometrica. La relazione forza/velocità può essere valutata in tre modi
1)
misurando la
velocità con cui il muscolo si accorcia quando è sottoposto ad un determinato
carico;
2)
facendo
accorciare un muscolo ad una velocità prefissata e misurando la forza da esso
sviluppata;
3)
misurando la forza e la velocità di accorciamento di un muscolo durante un
lavoro compiuto contro una resistenza
variabile.
Per
effettuare tale misurazioni è possibile utilizzare il Jump
test, che viene effettuato facendo compiere salti ripetuti all'atleta e
caricato con pesi ad ogni step.
Con
l'Ergopower©
o il
Biorobot©,
apparecchi
molto simili nella loro logica di produzione, si è in grado di misurare durante
l'esercizio numerosi parametri (Fmedia,
DFmax,
Lavorotot, Potenza, Tpicco della potenza, Vmedia)
che saranno utili, anzi indispensabili, per conoscere la relazione tra tempo e
esecuzione del lavoro.
L'andamento
ella curva forza/velocità può essere fatto anche facendo compiere un lavoro
isocinetico all'atleta; a tale scopo possono essere utilizzati i dinamometri
isocinetici (Biodex, Cybex, Lido, Rev)
oppure l'ergometro polifunzionale a dinamica ciclica (Dalmex,
Dal Monte, 1989).
Per
quanto riguarda il primo gruppo di apparecchi, essi permettono il rilievo della
forza espressa dal muscolo a velocità costante, il cui principio generale di
funzionamento consiste nel misurare la forza che l'atleta applica
sull'apparecchio attraverso il braccio di leva che si muove a velocità
costante predeterminata che generalmente è compresa tra 0° e 400° al secondo. A differenza degli apparecchi di cui in precedenza, nel Dalmex vi è incorporato un motore che permette il movimento e quindi non è limitato dalle capacità funzionali dell'atleta esaminato per quanto riguarda la velocità di utilizzazione. La velocità angolare massima raggiungibile è oltre tre volte quella ottenibile dalle altre apparecchiature isocinetiche; l'ergometro può essere utilizzato sia per gli arti superiori che per gli arti inferiori.
CONCLUSIONI
La
valutazione funzionale rappresenta un momento fondamentale della stagione
agonistica per tutti gli sport, e quindi anche per la pallavolo. La pallavolo è
uno sport di situazione nel quale le
capacità di integrazione del gruppo sono sicuramente elementi fondamentali, ma
uguale importanza hanno le peculiari caratteristiche antropometriche (statura,
distribuzione del grasso corporeo, ecc.) e le qualità fisiche degli atleti. Nonostante ciò, si rende necessario effettuare misure delle capacità aerobiche, anaerobiche e di forza perché i risultati di queste indagini possono consentire di pianificare e personalizzare l'allenamento in modo tale che la distribuzione dei carichi di lavoro non risulti determinare un sovraccarico degli atleti ciò anche in considerazione del fatto che gli atleti di altissimo livello hanno stagioni agonistiche lunghissime, che lasciano poco spazio al riposo.
Diverse
sono le metodiche che sono possono essere utilizzate per valutare le capacità
suddette. Non dovrebbero esserci particolari remore nell'effettuare test anche
complessi e dispendiosi in atleti di elevato livello. Un utile suggerimento potrebbe essere quello di inserire nell'organico di una squadra un «metodologo dell'allenamento» e un «funzionalista» capaci di lavorare insieme. In atleti che svolgono attività in serie nazionali, in squadre minori, dove la risorse economiche non consentono di disporre di questi esperti, appare comunque utile effettuare test di valutazione funzionale anche se con metodologie più semplici e meno costose. Infine, a livello dilettantistico o amatoriale, nel quale non esiste la parola «budget» ci si può avvalere di test da campo estremamente semplici e che comunque forniscono indicazioni utili seppur grossolane.
BIBLIOGRAFIA 1- Bosco C. La preparazione fisica nella pallavolo e sviluppo della forza negli sport a carattere esplosivo-balistico. Società Stampa Sportiva, 1992 2- Dal Monte A., Faina M. Valutazione dell'atleta, UTET,Torino 3- Fontani G. Fisiologia della Pallavolo. Società Stampa Sportiva, 1985 4- Gallozzi C. La Valutazione della Forza, SdS n°34 6- McArdle - Katch - Katch Fisiologia applicata allo Sport. Casa Editrice Ambrosiana 1997, Milano 7- Mebdo J.I. Anaerobic capacity determined by maximal accumulated O2 deficit, J. Appl. Physiol. 64, 50-60, 1988 8- Mognoni P. Stima della velocità di corsa corrispondente alla soglia anaerobica basata su un prelievo di capillare: applicazione a giocatori di calcio. Med Sport 46, 281-286, 1993 9- Scott C.B. The maximally accumulated oxygen deficit as an indicator of anaerobic capacity, Med. Sci. Sports Exerc. 23 (5), 618-624, 1991 10- Wilmore J.H. - Costill D.L. Physiology of sport nand exercise 11- Zeppilli P. Protocollo per la standardizzazione della prova da sforzo con step test di Montoye. Med Sport 38, 419-424, 1985 12- Zeppilli P. - Zuliani U. Modificazioni bioumorali indotte dalla pallavolo. Med Sport 38, 341-348, 1986
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