PICCOLI CALCIATORI:
FATELI GIOCARE IN DIFESA DELLA SALUTE
di Francesca Gianquinto
Articolo
Pubblicato su:
"Corriere Salute" del 7 Novembre 2004
Allenamenti non proporzionati all'età, assenza di personale sanitario a bordo
campo: lo sport più popolare d'Italia così può diventare un pericolo per i
ragazzini. Mamme e papà hanno deciso di dettare le loro regole.
E chiedono l'aiuto di tutti, per farsi valere.
Si ringrazia il Comitato
Nazionale Genitori per l'autorizzazione alla pubblicazione

COMITATO
NAZIONALE GENITORI
CHI SIAMO:
1.433.840
madri di giocatori tesserati FIGC.
Un bel numero! Ancora
più bello se aggiungiamo anche i papà.
COSA CHIEDIAMO:
equiparazione di
diritti tra calcio degli adulti e calcio giovanile.
COSA VOGLIAMO E
PERCHé:
che anche nelle
partite del settore giovanile dilettantistico sia assicurata la presenza
di un medico durante le partite, perché la salute dei nostri ragazzi viene
prima di ogni esigenza tecnico-societaria, di spettacolo e di business.
QUINDI DICIAMO BASTA a partite a rischio che non prevedono una dovuta
assistenza medica solo per il fatto che si tratta di un settore
dilettantistico e all'essere considerati da tutti un enorme serbatoio al
quale attingere senza scrupoli: i nostri ragazzi sono degli individui.
COSA PENSIAMO:
-
che la FIGC porta
avanti inconsapevolmente una politica di disuguaglianza di diritto alla
vita tra giocatori di serie A e non
-
che la FIGC crea
inconsapevolmente questo meccanismo di disparità, forse perché ritiene
che questo non sia uno sport dove possano avvenire incidente in campo
-
che in un mondo,
quello del calcio, che gronda di denaro, le società dilettantistiche
vengono lasciate in difficoltà economica rispetto al problema sicurezza
-
che se la FIGC non sa
come risolvere il problema, possiamo aiutarla noi che di idee ne abbiamo
tante, ad esempio:
-
CONSIDERARE I RAGAZZI
COME DELLE PERSONE E NON COME DELLE MACCHINE PER PRODURRE DENARO
-
ATTRIBUIRE UNA "FETTINA"
DEL DENARO, PROVENIENTE DA PUBBLICITà
E DIRITTI TELEVISIVI, ALLE SOCIETà
DILETTANTISTICHE IN MODO CHE POSSANO ATTREZZARE UNA INFERMERIA
DEGNA DI QUESTO NOME
-
CHE OGNI SOCIETà
DISPONGA DI UN MEDICO IN CAMPO, RECUPERANDOLO TRA I MEDICI
DISOCCUPATI, PREVIA EVENTUALE CONVENZIONE CON L'ORDINE DEI MEDICI
-
CHE, QUALORA NON CI
FOSSE UN NUMERO DI MEDICI SUFFICIENTE, SI POSSANO ORGANIZZARE CORSI
DI "PRIMO INTERVENTO" PER ALLENATORI E DIRIGENTI (CHE SONO
SEMPRE AL SEGUITO DELLA SQUADRA)
-
CENSIRE I GENITORI
DEI RAGAZZI DI CIASCUNA SOCIETà
SPORTIVA CHE SVOLGONO LA PROFESSIONE MEDICA O CHE SONO OPERATORI DEL
118, E CHIEDERE LORO DI PRESTARE SERVIZIO VOLONTARIO DURANTE LE PARTITE
-
CHIEDERE AI GENITORI
DI CONTRIBUIRE ALLE SPESE NECESSARIE PER L'ASSISTENZA MEDICA (PER
ESEMPIO CON UNA CIFRA DI 50 EURO L'ANNO A TESTA)
-
NATURALMENTE NON
DEVONO MANCARE A BORDO CAMPO I MEZZI NECESSARI PER IL PRIMO INTERVENTO
Rivolgiamo il nostro
appello a tutti coloro i quali ancora ritengono che il gioco del calcio
sia semplicità e che la vita di un atleta abbia lo stesso valore sia
esso un professionista o un dilettante.
Chiediamo ai calciatori
professionisti (ed agli atleti tutti) di esprimersi su questo problema,
visto che anche loro, prima di arrivare in "serie A" sono passati
attraverso lo sport dilettantistico.
Chiediamo ai personaggi
pubblici della politica, dell'arte, dello spettacolo, della moda, di
aiutarci in questa battaglia di tutela dei diritti e del rispetto della
vita dei ragazzi cha praticano lo sport.
Alcuni dei firmatari
della petizione:
-
Don Gino Rigoldi
(Comunità Nova)
-
Candido Cannavò
(Giornalista)
-
Beppe Baresi
(Responsabile Settore Giovanile Internazione Football Club)
INVIATE QUI LA VOSTRA ADESIONE FIRMATA:
Comitato Nazionale Genitori - c/o Associazione Liberi -
Corso di Porta Vittoria, 16 - 20100 Milano
 |
All'inizio è puro istinto: alla vista di una
palla un bimbo, che ha imparato da poco a reggersi in piedi, prova a tirare
qualche goffa pedata. Ma tra i sei e i dodici anni è un esercito a voler fare
"sul serio": centinaia di migliaia di ragazzini in età scolare sono iscritti a
un corso di calcio e sognano di diventare campioni.
Ma non sempre il
calcio "fa bene". O meglio,
non fa bene se non si rispettano alcune regole. Ecco perché alcuni genitori sono
"scesi in campo", proponendo una serie di proposte per tutelare i loro piccoli
giocatori.
Che cosa succede, per esempio, se qualcuno,
per uno spintone di troppo, si fa male, anche seriamente? Quando l'incidente
avviene sul campo di calcio dove giocano i giovanissimi è raro trovare
un'assistenza adeguata.
La denuncia arriva da un gruppo di genitori,
che si sono riuniti in comitato per sollevare il problema della prevenzione e
della tutela della salute dei propri figli sui campi di calcio.
Le prime iniziative sono state: una lettera
di protesta indirizzata ad Adriano Galliani, presidente della Lega calcio e un
appello pubblico
sottoscritto
da personaggi come Candido Cannavò, già
direttore della Gazzetta dello Sport e attuale responsabile del settore sportivo
del gruppo Rcs Editori, da Don Gino Rigoldi, fondatore di Comunità Nuova, e da
Beppe Baresi, responsabile del settore giovanile dell'Internazionale Football
Club di Milano.
Attualmente è in corso una raccolta di firme
per sostenere le iniziative del Comitato, ne sono state raccolte duemila, i
genitori che intendono aderire possono rivolgersi direttamente al
Comitato.
Ma la situazione è davvero preoccupante? "Noi
chiediamo che al primo posto dell'interesse di allenatori e dirigenti ci sia la
salute dei nostri figli" spiega Patrizia Cappelletti, fondatrice del Comitato
Genitori. "Abbiamo scoperto
una diffusa mancanza di mezzi e di personale
adeguato che, nel caso di incidenti seri, può fare la differenza. A Cerro
Maggiore (vicino a Milano), durante una partita di campionato regionale tra
ragazzini, uno di loro ha battuto la testa.
è rimasto svenuto per 20 minuti.
Non c'era un medico in campo, ne un infermiere, ne una barella. I genitori
angosciati hanno dovuto aspettare l'ambulanza. Per fortuna tutto è finito bene,
ma bisogna fare di più a livello sia di prevenzione che di intervento".
E i genitori hanno sollevato anche altri
interrogativi: quando uno sport come il calcio viene praticato fin da bambini a livello
agonistico, quali sono le conseguenze per l'organismo? Come si devono avvicinare
i piccoli all'allenamento?
Cambiamenti
"Il tipo di gioco è molto cambiato rispetto
ad alcuni anni fa" avverte Enrico Castellacci, presidente del Coordinamento
Nazionale Medici del Calcio e direttore dell'Unità Operativa di Medicina e
Traumatologia dello Sport a Lucca. "Ci si allena di più, si fanno molte partite,
l'azione in campo è più veloce. Alcuni allenatori e
dirigenti puntano al risultato, sono immersi
in una cultura calcistica che seleziona il potenziale campione. Ma se
l'allenamento troppo intenso può essere molto dannoso per un giocatore adulto,
figuriamoci per un organismo in crescita".
Rischi
"Una delle possibili conseguenze di uno
sforzo fisico che non tiene conto delle tappe di crescita è l'alterazione dei
nuclei di accrescimento" spiega Castellacci. "è
una patologia frequente nei giovanissimi calciatori, soprattutto a livello della
tibia: su questo nucleo si inserisce il tendine della rotula, quello che viene
maggiormente stimolato durante il gioco.
Strappi, torsioni, eccessive sollecitazioni possono indebolire questa struttura
o causare tante microfratture. Lo stesso problema può colpire il calcagno".
I campanelli d'allarme, per fortuna, non
mancano. "Quando il bambino si lamenta per un dolore al ginocchio o al piede,
nel 70-80% dei casi bisogna sospettare la sofferenza di un nucleo di
accrescimento. Che fare? Un controllo dallo specialista e riposo" dice
Castellacci.
Durante una partita di calcio tutto
l'organismo è poi impegnato in uno sforzo notevole. Ma due organi sono in prima
linea: cuore e polmoni, e per i bambini sono necessarie particolari precauzioni.
"Intorno ai 7-8 anni possono esserci alterazioni del ritmo cardiaco che non
danno sintomi (spiega Massimo Vercelloni, cardiologo e pneumologo all'ospedale
Niguarda di Milano e docente di chirurgia toracica) oltre a difetti ad atri e
ventricoli del cuore non rilevati; infine
vasculopatie congenite e
malformazioni. Questa situazione può rappresentare un pericolo se il bambino si
avvicina all'agonismo senza essersi sottoposto a controlli mirati, in quanto il
sistema cardiorespiratorio deve funzionare al meglio per irrorare bene i muscoli
e scaricare l'acido lattico formatosi in seguito allo sforzo".
Controlli
Quindi, non basta il
certificato di sana e
robusta costituzione rilasciato dal medico curante? «Fino ai dieci anni si è in
regola con la legge producendo solo questo certificato, ma a mio avviso serve
una maggiore prevenzione. Già un elettrocardiogramma basale darebbe molte
informazioni; poi bisognerebbe fare la spirometria, che verifica se i polmoni
funzionano bene: visita ed esami andrebbero ripetuti ogni anno perché alcuni
disturbi possono non essere congeniti, ma subentrare durante la crescita".
NORME DI PRUDENZA
Riscaldamento e pause di riposo
Si sa che il calcio è uno sport di "contatto", e durante i frequenti
scontri fisici può succedere di tutto. Spesso si sottovalutano microtraumi
e incidenti, nella convinzione che i bambini siano avvantaggiati da una
struttura scheletrica più "elastica". Ecco le raccomandazioni degli
esperti:
-
Gli esercizi di preriscaldamento sono indispensabili
anche per i bambini. Stretching e piegamenti
preparano la muscolatura
all'attività sportiva.
-
Evitate di far giocare il bambino quando è affaticato o
lamenta dolore. La maggior parte dei traumi si verifica alla fine di
allenamenti e partite.
-
Fate giocare il bambino su un terreno morbido e asciutto:
l'erba naturale è l'ideale, perché quella sintetica favorisce le
scivolate. Il terreno duro rovina schiena e articolazioni, mentre un
terreno fangoso o bagnato aumenta il rischio di distorsioni di caviglie
e ginocchia.
-
Non risparmiate sull'acquisto delle scarpette: nel calcio
molti traumi sono provocati dall'impatto del piede sul terreno.
GIUSTO
IMPEGNO
Fino a
quando deve essere solo gioco
Il calcio deve essere divertimento: basta un'ora a
settimana
L'allenamento deve rispettare i parametri di crescita
dell'organismo del bambino, in particolare la capacità di coordinazione.
Nessuna competizione, ma solo gioco. L'appuntamento con il campo non
dovrebbe superare la frequenza di una - due volte a settimana.
Due allenamenti a settimana, non di più: vanno evitati
eccessivi carichi agli apparati cardiaco e respiratorio, alle strutture
muscolo - tendinee e scheletriche. Gli stress eccessivi, fisici ed
emotivi, possono alterare gli equilibri ormonali.
I VANTAGGI
S'impara a "collaborare"
Ecco dieci buoni motivi per scegliere il calcio. Il calcio aiuta a:
-
Superare paure e timidezze.
-
Misurarsi con se stessi e i propri limiti
-
Lavorare in gruppo.
-
Gioire per le vittorie e sopportare la delusione della
sconfitta.
-
Rispettare l'avversario.
-
Aumentare il livello di concentrazione
-
Comprendere il rispetto delle regole.
-
Avere una maggiore padronanza dei movimenti del corpo in
rapporto allo spazio e ai tempi di azione.
-
Considerare l'attività fisica regolare come una buona
abitudine da mantenere per tutta la vita.
-
Scaricare tensioni ed emotività.
COMITATO GENITORI
Ecco
le richieste di sicurezza
-
Presenza di un medico a bordo campo.
-
Acquisto di un defibrillatore. uno strumento che può
salvare la vita in caso di arresto cardiaco (una eventualità purtroppo
reale: durante i primi mesi del 2004 si è verificato un morto al mese
tra ragazzini dai 13 ai 16 anni). In commercio queste macchine si
trovano a prezzo non eccessivo (e possono essere usate anche da personale non medico).
-
Infermeria valida e funzionante: spesso il locale adibito
allo scopo non è idoneo e non è attrezzato.
-
Corso di formazione di pronto soccorso obbligatorio per
allenatori e dirigenti delle società.
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Per dare la Vostra adesione al Comitato Nazionale Genitori Sport
Giovani:

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