Tutte le affezioni dell'orecchio, del naso e
della gola trovano la loro massima diffusione soprattutto durante il periodo
invernale. Ma "raffreddore", "mal di gola", "tosse" sono termini piuttosto
generici con cui si è soliti indicare i sintomi di diverse patologie. Parliamo
in modo più approfondito di queste strutture anatomiche e delle patologie che le
possono interessare.
IL NASO
Struttura
e funzionamento
Il naso è l'organo dell'olfatto, è posto in
mezzo al viso ed è suddiviso in due cavità, attraverso il setto nasale, che
fanno da canale di transizione tra la realtà esterna (ciò che ci circonda) ed il
nostro organismo interno tramite la mucosa olfattiva.
Il naso è l'organo dell'olfatto, è posto in
mezzo al viso ed è suddiviso in due cavità, attraverso il setto nasale,
che fanno da canale di transizione tra la realtà esterna (ciò che ci circonda)
ed il nostro organismo interno tramite la mucosa olfattiva.
In questa mucosa si trovano le terminazioni
nervose che ci permettono di percepire gli odori. Nella mucosa sono anche
presenti tre strati di cellule diverse: le cellule di sostegno, come dice
il nome, agiscono da sostegno alle altre cellule; le cellule olfattive
sono veri e propri neuroni dotati di ciglia olfattive sensibili; le cellule
basali si trovano, invece, in profondità ed agiscono come quelle di
sostegno.
Tra gli ultimi due strati si trovano le ghiandole
olfattive; il loro compito è fornire i liquidi necessari per mantenere una certa
umidità nel naso.
Quando respiriamo, l'aria arriva direttamente alla gola e soltanto una parte
molto limitata va a colpire le cellule olfattive, per cui se vogliamo sentire
bene un odore dobbiamo inspirare con maggiore forza, aprendo di più le cavità
nasali per lasciar passare una quantità d'aria maggiore del solito.
L'odore viene avvertito quando i suoi componenti chimici, così come accade per
il gusto, vanno a stimolare le cellule preposte a questo compito.
Queste cellule trasmettono gli impulsi ai centri cerebrali che decodificano ed
interpretano questi messaggi, classificando o riconoscendo gli odori. Il senso
dell'olfatto nasce come strumento di difesa, poiché un odore "strano" viene
considerato dal cervello come potenzialmente pericoloso. Ma l'olfatto, come il
gusto, è anche un senso del ricordo: un odore particolare, un profumo possono
essere collegati ad un'esperienza passata, piacevole o sgradevole, e quindi
permetterci di ricordare.
Negli animali l'olfatto è un senso estremamente importante e sviluppato. Ben si
sa, infatti, come, per esempio, l'olfatto dei cani venga spesso impiegato dalle
forze dell'ordine per ricercare persone o per scoprire droga nelle valigie.
Inoltre l'olfatto è un senso, nel mondo animale, che guida la caccia; ogni
animale che caccia o viene cacciato da altri fa attenzione, per esempio, a non
mettersi sottovento, perché sarebbe scoperto immediatamente dall'olfatto del
potenziale nemico. Mediante l'olfatto, gli animali riescono a ritrovare la
strada di casa o della propria tana, in caso di animali selvatici, e riconoscono
se un territorio è libero oppure è di un altro dall'eventuale emissione di urina che
marca appunto questo territorio. Infine, anche i salmoni risalgono i fiumi per
riprodursi e poi morire perché attratti dall'odore del fiume in cui sono nati,
ritrovato grazie al loro sviluppatissimo senso dell'olfatto.
Lo spirito di adattamento del naso è un'altra caratteristica particolare.
Quest'organo, infatti, si adatta facilmente ed in breve tempo ai nuovi odori;
ecco perché odori una volta intensi dopo un po' di tempo diventano più labili o
addirittura scompaiono.
Questo è vero, ad esempio, tanto nel caso di una stanza con "aria viziata", a
cui le persone che si trovano all'interno non fanno caso, mentre se ne accorge
chi viene da fuori, quanto nel caso dei profumi che utilizziamo, che noi stessi
riusciamo appena a sentire quando li mettiamo, mentre chi ci avvicina, anche
dopo tempo, riesce ancora a percepire.
Sono tre le funzioni
fondamentali del naso:
-
funzione olfattiva
-
funzione respiratoria
-
funzione fonatoria
Funzione olfattiva
È una funzione importantissima, che ci mette
in relazione con il mondo esterno e ci permette di percepire odori piacevoli e
sgradevoli, a volte veri e propri campanelli d'allarme (per esempio, nel caso di
fumo o fughe di gas).
La funzione olfattiva può essere considerata, a giusta ragione, la funzione più
nota e più utilizzata del naso, che non potrebbe essere sostituita con nessun
altro organo del corpo. Essa riveste grande importanza anche in concomitanza con
il senso del gusto nella percezione dei sapori e perfino nell'attrazione
sessuale, grazie alla sua capacità di percepire l'emissione di ferormoni.
Funzione
respiratoria
La seconda funzione importante è quella
respiratoria, da cui dipende il buon funzionamento di tutto l'apparato
respiratorio. Le fosse nasali controllano il flusso d'aria in entrata, lo
filtrano attraverso dei particolari peli, detti vibrisse, e il muco, lo
riscaldano e lo umidificano, per poi lasciarlo arrivare ai polmoni.
La funzione respiratoria può essere "sostituita" dalla respirazione orale, ma in
questo caso l'aria non viene più filtrata né umidificata o riscaldata. Essa
risulta, pertanto, pericolosa perché potenzialmente irritante e potrebbe
provocare faringiti, bronchiti ed altre patologie dell'apparato respiratorio.
La funzione
fonatoria
Il naso, con le sue cavità, funziona da vera
e propria cassa di risonanza per tutti i suoni vocali e come organo di
emissione per alcuni suoni detti appunto nasali, come "n", "m", "gn".
Le Patologie
Rinite
Che cosa è
È l'irritazione o infiammazione delle mucose
nasali. Sintomi tipici di questa condizione sono il naso che cola, il prurito e
la congestione; essi sono la risposta naturale del naso all'irritazione e spesso
si accompagnano a lacrimazione accentuata. Solitamente la rinite dura
all'incirca sei settimane (rinite acuta); se dura di più si parla di
rinite cronica.
Il naso, di norma, produce del muco che ha la funzione di intrappolare i germi,
i pollini, la polvere e tutte le altre particelle che si trovano nell'aria che
respiriamo, impedendo che giungano agli organi respiratori interni. Quando la
produzione del muco è abbondante, si ha la congestione e il muco stesso, invece
di defluire verso la gola defluisce dal naso, provocando il tipico sintomo del
naso che cola di continuo.
Starnuti e prurito sono la risposta più ovvia dell'organismo all'irritazione
nasale provocata, il più delle volte, da fumo di sigaretta, inquinamento,
pollini, polvere ed altri allergeni presenti nell'aria.
La rinite è molto spesso di natura allergica e si presenta sotto due forme: la
rinite stagionale e la rinite perenne.
La rinite stagionale giunge con l'arrivo dei pollini (quindi, in
primavera, estate ed inizio autunno), mentre la rinite perenne interessa
il paziente tutto l'anno ed è solitamente provocata da una ipersensibilità agli
acari della polvere, alle muffe e agli animali domestici.
Cause
Quando una persona allergica inala un
allergene, il sistema immunitario attacca questa sostanza riconoscendola come
estranea all'organismo.
L'allergene si lega alle immunoglobuline, a loro volta legate a cellule che
producono istamina. L'istamina dilata i capillari all'interno del naso e lascia
fluire le sostanze liquide nei tessuti circostanti, provocando così il naso che
cola, gli occhi che lacrimano, gonfiore e prurito. Complicanze della rinite
allergica possono essere le infezioni, la sinusite, la tosse, il mal di testa,
il mal di gola, l'alterazione del ciclo sonno/veglia e la stanchezza. Tuttavia
non tutte le riniti sono provocate dalle allergie: la causa più frequente è il
comune raffreddore, scientificamente definito tra le riniti di origine
infettiva.
1- Il comune raffreddore
È una patologia che dura all'incirca due
settimane, senza produrre febbre, tranne che nei più piccoli, ma con sintomi
come irritazione del naso, della gola e spesso dei bronchi.
Solitamente è accompagnata da frequenti starnuti e congestione nasale
(accompagnata da starnuti e sovrapproduzione di muco, diventato più spesso), ma
non da dolore alle articolazioni, che, invece, è un sintomo tipico
dell'influenza. Talvolta può essere confuso con l'allergia o con malattie ad
eziologia batterica.
La maggior parte di queste infezioni possono essere contratte soprattutto negli
ambienti affollati (le persone più a rischio sono i bambini in età scolare e
prescolare).
Il raffreddore può peggiorare con la sopraggiunta di tosse e febbre ma, nel giro
di una settimana, al massimo due, i sintomi scompaiono.
Altre riniti possono essere provocate dall'uso di alcuni farmaci, da fattori
fisici o da cambiamenti di temperatura ed umidità. I decongestionanti nasali
sono un'ottima soluzione all'accumulo di muco, ma spesso possono alterare il
normale funzionamento dei canali nasali o dare assuefazione.
Anche la cocaina può essere causa di rinite perché altera il funzionamento del
naso in modo peggiore rispetto ai decongestionanti.
2- Rinite
vasomotrice
C'è un altro tipo di rinite, denominata
"rinite vasomotrice", che è condizionata dagli odori, dal fumo delle sigarette e
da agenti irritanti e chimici in generale; anche le spezie utilizzate in cucina,
le bevande alcoliche ed alcuni farmaci possono indurre questa patologia.
Un altro fattore scatenante di questo tipo di rinite è il cambiamento di
temperatura: ci sono persone, infatti, che hanno una sovrapproduzione di muco
quando sono sulla neve oppure quando escono da stanze con aria condizionata.
Ovviamente non si troverà nel sangue di queste persone alcun allergene che ne
possa spiegare i sintomi, né la presenza di immunoglobuline E. La causa non è
quindi ancora ben compresa; gli odori, in una determinata concentrazione,
possono provocare irritazione nasale, mentre per alcune persone è sufficiente
una quantità molto bassa per scatenare i sintomi di una rinite.
Si crede, quindi, che la rinite vasomotrice sia una reazione parossistica
rispetto alla normale reazione nasale agli agenti irritanti. Come per la rinite
allergica, anche per la rinite vasomotrice non c'è trattamento; soltanto la
prevenzione del contatto con gli agenti irritanti può tenere sotto controllo le
crisi ed i relativi sintomi.
Trattamento
Il miglior trattamento della rinite è la
prevenzione del contatto con gli allergeni e con gli agenti irritanti delle
mucose nasali.
Se la rinite è di origine allergica l'uso di antistaminici può senz'altro
aiutare a migliorare i sintomi. Bisogna però fare attenzione all'assunzione di
questi farmaci, poiché essi inducono sonnolenza; è quindi sconsigliato
utilizzarli quando si guida o se si lavora con macchinari potenzialmente
pericolosi.
Un altro tipo di trattamento è l'immunoterapia. Viene iniettato nel paziente una
quantità sempre maggiore dell'allergene che scatena l'allergia per fare in modo
che il corpo si abitui gradualmente alla presenza di questa sostanza e non la
consideri più come estranea.
Terapie locali si basano, invece, sull'uso di decongestionanti, solitamente in
formato spray, da inalare direttamente nelle narici per bloccare la
sovrapproduzione di muco e liberare il naso. Vengono prescritti dal medico anche
dei corticosteroidi per combattere l'infiammazione provocata dall'allergia,
somministrati sotto forma di iniezioni o oralmente.
La chirurgia nasale è invece riservata a chi ha problemi funzionali al naso o
sinusite cronica.
Sinusite
Che
cosa è
Spesso confusa con il comune raffreddore, a
causa di sintomi molto simili tra di loro, la sinusite è invece lo stato di
infiammazione delle membrane mucose poste al di sotto dei seni facciali,
solitamente provocata da batteri, più raramente da virus e funghi (per esempio,
in alcune persone con un sistema immunitario debilitato oppure in individui
allergici).
La sinusite è detta acuta se dura dalle tre alle otto settimane,
cronica se dura di più.
I seni facciali sono le cavità craniche in cui avviene il passaggio dell'aria;
sono rivestiti da uno strato di muco che ha il compito di intrappolare la
polvere, i germi e tutte le altre particelle che si trovano nell'aria inspirata.
Quando un paziente è affetto da sinusite, il flusso di muco normale che va dai
seni facciali alla parte posteriore della gola viene interrotto, le membrane
mucose si gonfiano ed il muco rimane intrappolato all'interno dei seni stessi.
Questo accumulo di muco è il presupposto ideale per la riproduzione di funghi e
batteri. Le persone con difetti nasali (presenza di polipi, setto nasale
deviato, tumori facciali, ma anche abuso di decongestionanti) hanno un fattore
di rischio più alto rispetto allo standard di contrarre una sinusite.
Sintomi e complicanze
Sintomi tipici della sinusite sono la
congestione nasale, la tosse, la febbre, l'emissione di muco verdastro, il mal
di denti e il mal di testa. Spesso la sinusite viene confusa con la rinite a
causa della somiglianza dei sintomi che si presentano.
Complicanze possibili della sinusite sono la degenerazione in sinusite cronica,
la formazione di ascessi, la resistenza batterica agli antibiotici,
l'osteomielite, la meningite.
Prevenzione
La prevenzione della sinusite si basa
fondamentalmente sul trattamento delle allergie (molti allergici vanno soggetti
a sinusite), delle infezioni delle vie aeree superiori, sull'astensione dal
fumo, sulla permanenza in temperature troppo calde o troppo fredde o troppo
secche, sull'evitare il contatto con agenti inquinanti.
L'uso di decongestionanti nelle infezioni delle vie aeree superiori può ridurre
il rischio di sinusite; va però ricordato che questi prodotti possono provocare
assuefazione, quindi vanno utilizzati con parsimonia.
Diagnosi
La diagnosi di sinusite viene solitamente
formulata già dal medico di famiglia ed è basata essenzialmente sul colloquio
con il paziente riguardo i sintomi e sull'esame fisico della gola, del naso e
dei seni facciali.
Eventualmente la diagnosi potrebbe essere confermata da una TAC dei seni
facciali nei casi in cui i sintomi non siano indicativi della malattia; sarà
invece obbligatoria se la terapia antibiotica non ha avuto effetto oppure se la
sinusite dura da più di 8 settimane.
Altri esami che possono aiutare a porre la diagnosi sono l'endoscopia, la
radiografia, l'ultrasuono grafia, la transilluminazione, la coltura del muco e la
biopsia.
La coltura del muco mette in evidenza il tipo di microrganismo presente
in questa secrezione e quindi permette al medico di prescrivere la terapia
antibiotica adeguata per eliminare proprio quel tipo di batterio.
I campioni di muco vengono prelevati dal naso, e non dai seni, anche se può
capitare che i microrganismi presenti nel muco siano diversi da quelli dei seni.
Per questo motivo talvolta può essere necessario utilizzare un metodo di analisi
invasivo per prelevare muco (o, a volte, pus o altre secrezioni) direttamente
dai seni frontali.
Se, invece, la sinusite è di origine fungina, allora sarà necessario un
intervento chirurgico per porre la diagnosi e preparare la terapia adeguata,
poiché i funghi non vanno curati con antibiotici, bensì con farmaci antifungini.
Il pericolo di una sinusite di origine fungina è principalmente legata al
pericolo che il microrganismo che l'ha provocata possa essere penetrato anche
all'interno dell'osso.
In questo caso soltanto una biopsia ossea può determinare se
questa infiltrazione è avvenuta. Con la biopsia si preleva un pezzo di
tessuto mediante l'inserimento nel naso di uno strumento flessibile.
La biopsia viene utilizzata anche per diagnosticare altre cause di sinusite,
quali la sindrome delle ciglia immobili.
Trattamento
Gli scopi del trattamento sono la cura
dell'infezione sottostante e il miglioramento dei sintomi. Gli antibiotici sono
la terapia d'elezione della sinusite di origine batterica.
La terapia va sempre portata a termine, senza sospenderla appena si notano dei
miglioramenti, altrimenti il trattamento non avrà effetto, anzi potrebbe indurre
antibiotico-resistenza nel paziente.
Per alleviare i sintomi l'uso di decongestionanti e mucolitici può aiutare a
liberare i seni dal muco in eccesso.
Se la terapia antibiotica non dà i risultati sperati può essere necessario
ricorrere alla chirurgia. L'intervento si prospetta come unica terapia per chi
ha difetti nasali quali deviazione del setto o presenza di polipi, ma anche in
caso di sinusite di origine fungina.
Allergia
Detta anche "febbre da fieno", è dovuta ad una risposta immunitaria
troppo forte verso agenti chiamati allergeni. Solitamente è stagionale ed appare
in primavera ed in autunno, provocando starnuti, irritazione delle mucose
nasali, tosse. Le allergie normalmente si diagnosticano attraverso le cosiddette
"prove allergiche"; si tratta di test condotti sulla pelle del braccio tramite
inoculazione dell'allergene; il punto in cui la pelle reagisce con arrossamento
indica che l'allergene inoculato in quella porzione di pelle provoca allergia.
La rinite allergica è solitamente curata con la somministrazione di
antistaminici, che hanno l'effetto di ridurre la risposta immunitaria verso gli
agenti scatenanti.
Gli antistaminici, però, hanno anche l'effetto indesiderato di indurre
sonnolenza, quindi è bene utilizzarli quando non ci siano situazioni di rischio,
come alla guida dell'auto o maneggiando macchinari potenzialmente pericolosi.
Gli antistaminici ed i decongestionanti, inoltre, vanno somministrati sotto
strettissimo controllo medico per quanto riguarda alcuni gruppi di pazienti,
quali gestanti, pazienti che soffrono di glaucoma, ipertensione, tachicardia o
disturbi urinari.
Disturbi del gusto e dell'odorato
I disturbi del gusto e
dell'odorato sono potenzialmente dei disturbi invalidanti; il paziente affetto
da questi disturbi viene, infatti, privato di un mezzo per distinguere sapori ed
odori che non è semplicemente una perdita di senso, bensì anche di strumenti che
permettano di capire il pericolo circostante, come, per esempio, il fumo, il
gas, anche cibi non più commestibili. Questi disturbi possono esser dovuti a
patologie dei seni nasali, a polipi presenti nelle cavità nasali, a problemi
ormonali o dentali. La perdita di gusto ed olfatto può anche essere provocata
dall'esposizione continuata ad agenti chimici, come gli insetticidi, a
radiazioni per la terapia oncologica alla testa o al collo ed anche, ovviamente,
al fumo di sigaretta.
Epistassi
Che cosa è
Epistassi è il nome scientifico con cui si
denomina la perdita di sangue dal naso. Le perdite di sangue dal naso sono
spesso un disturbo che incute paura più che essere veramente pericoloso, tranne
che in casi particolarmente prolungati.
Nel naso circolano tantissimi capillari che possono rompersi facilmente. L'aria
che circola attraverso il naso può asciugare o irritare le membrane mucose,
provocando la formazione di microlesioni che si rompono e sanguinano quando
vengono asportate, soffiando o strofinando il naso.
L'epistassi si verifica soprattutto durante l'inverno, quando la circolazione di
virus è più comune e l'aria calda all'interno degli ambienti chiusi asciuga le
membrane mucose delle narici.
Le cause più comuni dell'epistassi sono la rinite allergica, la presenza di
corpi estranei all'interno del naso, irritazioni, traumi, il soffiare il naso
con troppa forza, le infezioni delle vie aeree superiori, l'utilizzo di alcuni
farmaci, la chirurgia nasale o maxillo-facciale, un barotrauma.
L'epistassi può essere anteriore, quando il
sanguinamento arriva dalla parte frontale e comincia in una delle due narici
mentre il paziente è seduto o in piedi, oppure posteriore, quando arriva dalla
parte più profonda del naso e rifluisce nella bocca e nella gola. Quest'ultimo
tipo di epistassi è quello più pericoloso e solitamente richiede l'intervento di
un medico. L'epistassi posteriore si verifica più spesso in persone anziane,
ipertese o in caso di traumi nasali o facciali. L'epistassi anteriore, invece, è
frequente durante i climi asciutti o i mesi invernali perché l'aria secca
disidrata le membrane nasali e le espone più facilmente a rottura e
sanguinamento.
Cosa fare
L'importante, durante l'epistassi, è bloccare
il flusso sanguigno, senza abbassare la testa all'indietro (questo è un errore
grave anche se comune, perché così facendo si rischia di ingoiare il sangue con
l'eventualità di fare un danno anche peggiore), ma tenendola dritta o
leggermente piegata in avanti. Basterà sedersi, stringere le narici con un
fazzoletto per qualche minuto, la testa ben dritta; può essere utile, per
fermare l'emorragia, praticare degli impacchi ghiacciati sul setto nasale. Se il
sanguinamento è persistente, è meglio rivolgersi al medico o al pronto soccorso,
soprattutto se l'epistassi è accompagnata da debolezza e la perdita appare
continua e di grossa entità.
Il medico va sempre chiamato se l'epistassi viene provocata da un trauma cranico
(per esempio durante un incidente) oppure se le emorragie si presentano
ripetutamente o se non sono associate ad una delle cause comuni.
Durante il periodo invernale, per prevenire
l'epistassi, si consiglia l'impiego di un umidificatore negli ambienti chiusi e
spray nasali per mantenere la giusta umidità all'interno delle narici.
Diagnosi
La diagnosi viene formulata dal medico sulla
base del colloquio. Egli potrà chiedere informazioni sulla quantità di
sangue che solitamente fuoriesce o se l'emorragia si ferma appena si stringono
le narici o si pone del ghiaccio sul setto nasale. Inoltre potrebbe chiedere se
queste emorragie si sono presentate di recente, da quanto tempo avvengono, se
sono ricorrenti, quali sono i sintomi che le accompagnano o se ci sono tracce di
sangue nel vomito o nelle feci.
Altri test possono essere d'aiuto nella diagnosi: una conta delle cellule
ematiche, una radiografia del cranio alla ricerca di eventuali traumi, il tempo
di protrombina, il tempo di tromboplastina parziale, una endoscopia nasale.
Consigli
per tenere il naso in salute
Non bisogna mai introdurre nulla nelle cavità
nasali e se ciò dovesse accadere accidentalmente, provare ad espellere il corpo
estraneo con starnuti, anche forzati. Se non ci si riesce è necessario recarsi
immediatamente al pronto soccorso.
Soffiare spesso il naso aiuta a mantenere pulite le mucose nasali; questo si
rivela assolutamente necessario quando si inspirano delle sostanze nocive (ad
esempio gli insetticidi, la vernice, la lacca, ...).
Se avete allergie, riniti, raffreddore, evitate di utilizzare troppo spesso e
polungatamente gli spray decongestionanti perché, sebbene siano molto efficaci
nel liberare il naso, potrebbero, a lungo andare, provocare irritazione della
mucosa olfattiva con il rischio di danneggiarla in modo permanente, nonché
assuefazione.
L'ORECCHIO
Le patologie
Otite
Che cosa è
È l'infiammazione o infezione dell'orecchio
medio o esterno, classificata in acuta e cronica a seconda della sua durata.
I sintomi tipici dell'otite, in generale, sono il mal d'orecchio, la sordità,
gli acufeni, il prurito. Questi sintomi principali possono essere associati ad
altri, quali la febbre, i brividi di freddo, la nausea, il vomito e la diarrea.
Un esame fisico del paziente (attraverso un otoscopio) può determinare i
sintomi, e quindi far porre diagnosi, di otite. Il medico solitamente prescrive,
per il trattamento di questa condizione, antibiotici o altri farmaci
antimicrobici a seconda del tipo di infezione riscontrata.
1- Otite Esterna
È l'infiammazione o l'infezione dei canali
esterni dell'orecchio, solitamente una condizione acuta, cioè che non si
prolunga nel tempo.
Questa condizione è piuttosto comune negli adolescenti e nei giovani e si
verifica soprattutto quando si nuota in acque inquinate. Anche i traumi, però,
tipo l'inserimento di oggetti estranei nell'orecchio (anche la pulizia
effettuata con bastoncini di cotone può irritare la pelle dell'orecchio e
provocare infiammazione), possono causare l'otite esterna.
Talvolta l'otite esterna può essere collegata all'otite media o ad infezioni
delle vie respiratorie superiori, mentre la presenza di umidità può costituire
il luogo ideale per la proliferazione dei funghi e può predisporre l'organo ad
un'infezione fungina.
Per prevenire la comparsa dell'otite esterna, quindi, è importante asciugarsi
bene le orecchie ed utilizzare gli appositi tappi quando ci si immerge.
Tipici sintomi dell'otite esterna sono il mal d'orecchio, il prurito o la
fuoriuscita di materiale di secrezione (spesso di colore giallo, come il pus).
La diagnosi di otite esterna viene effettuata dal medico già dopo che
l'esame fisico ha rilevato gonfiore e rossore dell'organo. Il canale uditivo può
apparire come colpito da eczema e la palpazione dell'orecchio esterno accresce
il dolore. Se l'uso di un otoscopio si rivela difficoltoso, il medico potrà
raccogliere il materiale che fuoriesce dall'orecchio e farne fare una coltura
per scoprire quali batteri o funghi hanno provocato l'otite.
La terapia si basa essenzialmente sulla cura dell'infezione con la
pulizia del canale uditivo dal materiale di secrezione e con la somministrazione
di farmaci topici a base di antibiotici e corticosteroidi. Generalmente questi
farmaci topici sono disponibili come gocce da applicare direttamente
nell'orecchio in modo che agiscano immediatamente sulla parte infetta.
A questo tipo di terapia potrebbe essere
associato un trattamento analgesico per calmare il dolore. È importante, in ogni
caso, proteggere bene l'orecchio interessato dall'infiammazione, pulendolo bene
ma senza irritarlo con bastoncini di cotone o altro e facendo attenzione a che
non vi entri acqua durante il bagno o la doccia.
La prognosi è sempre buona, anche se, in assenza di adeguato trattamento, si
possono presentare complicanze quali la cronicizzazione dell'otite stessa.
2- Otite Media
È l'infiammazione, provocata da batteri o virus, dell'orecchio medio, posto
immediatamente dopo la membrana timpanica.
In questa condizione avviene la formazione di pus, accompagnata da dolore,
aumento di pressione ed infiammazione. La membrana timpanica si gonfia e si
arrossa e non vibra più come prima, causando una temporanea perdita d'udito.
L'otite media si presenta spesso associata ad un'infezione delle vie aeree
superiori; sono soprattutto i bambini ad esserne colpiti perché la tromba
d'Eustachio del loro orecchio è più breve di quella degli adulti ed è un
perfetto ricettacolo per batteri e virus.
Possono essere considerate persone più a rischio di contrarre otite media le
persone con Sindrome di Down o i soggetti allergici, i maschi più delle donne.
La prevenzione dell'otite media si basa essenzialmente sulla riduzione del
rischio di contrarre infezioni alle vie aeree superiori (spesso associate a
questa condizione).
Sintomi tipici dell'otite media sono l'irritabilità e la difficoltà nel mangiare
e nel dormire, il mal d'orecchio, l'aumentata pressione sanguigna nell'organo e
la perdita di udito.
Possono presentarsi sintomi associati quali febbre, tosse e naso che cola. Nei
casi più gravi la pressione sanguigna può essere così forte da provocare la
rottura della membrana timpanica.
Il trattamento dell'otite media si basa fondamentalmente sulla
somministrazione di antibiotici in gocce; potrebbe essere necessaria la
somministrazione di analgesici per calmare il mal d'orecchio.
Il miglioramento è immediato, talvolta dopo appena 48 ore, ma la terapia
antibiotica va comunque continuata, pena la mancata remissione completa
dell'infezione.
Labirintite
Che cosa è
È l'infiammazione della parte dell'orecchio
chiamata labirinto; questo disturbo può provocare vertigini.
La causa della labirintite è sconosciuta, ma poiché generalmente appare dopo
un'infezione delle vie aeree superiori o dopo l'otite media, probabilmente
accade in conseguenza di un'infezione di origine virale o batterica.
I canali semicircolari del labirinto si infiammano, interrompendo così la loro
funzione, anche quella che regola l'equilibrio del corpo.
Sono considerati fattori di rischio della labirintite qualsiasi infezione di
origine virale, le infezioni alle vie respiratorie o all'orecchio, il fumo, le
allergie, l'abuso di alcol. Complicanze di questa condizione sono la diffusione
dell'infiammazione ad altre parti dell'orecchio o perfino al cervello, sordità
permanente e ferite dovute alla perdita dell'equilibrio ed allo sbandamento.
Sintomi
Sintomi tipici della labirintite sono le vertigini,
accompagnate da nausea o
vomito, perdita dell'equilibrio, sbandamento, sordità e movimenti oculari
involontari.
Diagnosi e trattamento
La diagnosi viene solitamente effettuata dopo
una TAC o una risonanza magnetica della testa, l'esame audiometrico, un
elettroencefalogramma o una stimolazione calorica.
La labirintite ha un decorso di alcune settimane durante le quali bisogna
somministrare farmaci per attenuarne i sintomi. I farmaci impiegati sono gli
anticolinergici, gli antistaminici, gli antiemetici e i sedativi. Inoltre è
necessario che il paziente rimanga immobile durante le crisi di vertigini, stia
a riposo e riprenda con gradualità le sue attività.
Vanno evitati i movimenti bruschi, soprattutto nel cambiare posizione al corpo,
l'esposizione a luci intense e la lettura, la guida dell'auto e l'uso di
macchinari potenzialmente pericolosi.
Sordità
Che cosa è
È la perdita di udito, totale o parziale, ad
una o ad entrambe le orecchie.
È lo stadio finale di molte patologie che colpiscono l'orecchio, per cui, più
che di terapia, sarebbe giusto parlare di "prevenzione" verso i disturbi che
possono causare questo stato.
Normalmente l'udito comincia a calare dopo i 20 anni, ma ci sono molteplici
cause che possono provocare la sordità e che possono agilmente essere
raggruppate in due grosse categorie: la perdita di conduzione, dovuta a
problemi "meccanici" (di conduzione) dei suoni: solitamente accade che i tre
ossicini dell'orecchio (staffa, incudine e martello) non riescono più a far
giungere alla coclea i suoni, oppure che la membrana timpanica non vibri in modo
adeguato; la perdita del nervo, dovuta ad una mancata o ridotta
funzionalità del nervo uditivo a causa di una qualche lesione.
Mentre la perdita di conduzione è spesso reversibile (cioè è possibile, con un
trattamento adeguato, ripristinare una situazione uditiva ottimale), la perdita
del nervo è invece una condizione permanente.
La causa più frequente di perdita d'udito nei bambini, invece, è rappresentata
dalle infezioni all'orecchio.
Altre cause possono essere di tipo genetico o
congenito (cioè presenti già alla nascita), possono essere di origine infettiva
(meningite, morbillo, scarlattina, otite), di origine traumatica (perforazione
del timpano, frattura cranica, barotrauma, traumi acustici in generale) o più
semplicemente legata all'età o al tipo di lavoro che si svolge (l'uso di
attrezzature molto rumorose, quali ad esempio i martelli pneumatici, a lungo
andare può provocare sordità).
Una perdita di udito temporanea può essere invece legata ad allergie, infezioni,
produzione eccessiva di cerume, traumi alla testa.
Diagnosi e trattamento
La diagnosi, soprattutto nei neonati, deve
essere quanto più precoce è possibile, poiché proprio nei neonati la sordità può
condizionare lo sviluppo futuro del bambino.
Negli adulti il primo passo sarà un colloquio con il medico, fondato soprattutto
sulle informazioni essenziali della sordità del paziente: se ha colpito entrambe
le orecchie o solo una di esse, se la condizione è grave oppure moderata, da
quanto tempo si sperimenta questa condizione, se ci sono altri sintomi, se si ha
mal d'orecchio, ...
Solitamente al colloquio segue poi un esame fisico delle orecchie ed
eventualmente, se il medico lo ritiene opportuno, alcuni esami strumentali,
quali una risonanza magnetica delle orecchie, una TAC o una radiografia del
cranio, una timpanometria e soprattutto un esame audiometrico.
L'unico trattamento disponibile tende a ristabilire non l'integrità dell'organo
colpito, bensì la possibilità di sentire attraverso l'impianto di
protesi auricolari interne o esterne.
Esame Audiometrico
Che cosa è
È l'esame di elezione per verificare la
funzionalità dell'orecchio e la capacità di avvertire i suoni.
I suoni vengono avvertiti secondo intensità (che si fonda sul volume) e tono
(cioè la velocità delle vibrazioni sonore). Si sentono i suoni quando le onde
sonore arrivano ai nervi uditivi, che si trovano nella parte interna delle due
orecchie, e da lì al cervello sotto forma di impulsi elettrici. L'intensità del
suono si misura in decibel (dB); in generale un suono che superi gli 85 dB può
provocare danni alla membrana timpanica e quindi portare alla sordità.
Come viene effettuato
L'esame audiometrico viene
eseguito per accertare precocemente una eventuale sordità, ma può essere
effettuato anche in tutti gli altri casi di problemi d'udito.
Il test si svolge otturando un orecchio alla volta e provando ad ascoltare dei
sussurri, un orologio che batte, delle parole. Un diapason può essere utilizzato
per controllare se il paziente riesce a sentire per conduzione dell'aria e per
conduzione dell'osso. Il diapason viene colpito e fatto vibrare nell'aria prima
vicino alla testa per controllare l'udito per conduzione d'aria, poi viene
accostato accanto all'osso per verificare l'udito per conduzione d'osso.
L'udito per conduzione d'aria viene anche accertato facendo indossare al
paziente delle cuffie collegate ad un audiometro. Vengono trasmessi nelle cuffie
alcuni suoni di intensità diversa, solitamente ad un orecchio per volta, ed il
paziente deve alzare una mano o spingere un bottone quando sente il suono.
L'esame può durare tra i 5 ed i 10 minuti, senza alcun rischio per chi vi si
sottopone.
LA GOLA
Le
Patologie
Laringite
Che cosa è
La laringite è la condizione di infiammazione
della laringe; come è utile ricordare, la laringe è la parte della gola preposta
all'emissione dei suoni, dato che è la sede delle corde vocali.
Quando le corde vocali si infiammano, si gonfiano e possono causare raucedine e,
in rari casi, ostruzione delle vie respiratorie.
Solitamente la laringite viene provocata dall'attacco di alcuni virus, ma può
presentarsi anche come condizione accessoria di un'infezione di origine
batterica, influenza, polmonite, bronchite o semplice raffreddore.
Spesso la laringite può essere associata ad infezione delle vie aeree superiori,
ma normalmente non dà sintomi di difficoltà respiratoria.
Altre cause di laringite possono essere la paralisi laringale, i polipi alle
corde vocali, i tumori, i cambiamenti della mucosa vocale, alcuni traumi e le
allergie.
Terapia
La terapia della laringite si basa
essenzialmente sulla prevenzione delle sue cause, innanzitutto evitando
l'esposizione ad agenti che possano provocare infezioni alle vie respiratorie
superiori durante l'inverno o cautelandosi dalle epidemie di influenza; smettere
di fumare aiuta a prevenire i tumori all'apparato respiratorio e, quindi, anche
della laringite. Anche una buona igiene delle mani e l'astensione dal
frequentare luoghi affollati o persone affette da problemi respiratori impedisce
ai virus di attaccare la laringe e quindi di provocare infiammazione ed
infezione.
Sintomi
I sintomi più frequenti e tipici della
laringite sono la febbre, la raucedine (forse il sintomo più evidente, che
facilmente si collega a questa condizione), infezioni ricorrenti del cavo orale,
linfonodi o ghiandole del collo ingrossate.
Esami e trattamento
Generalmente è sufficiente un esame fisico
del paziente, associato alla comparsa di raucedine, per formulare la diagnosi di
laringite. Poiché la maggior parte delle laringiti è di origine virale, la
terapia prescritta non potrà fondarsi sugli antibiotici, ma sarà il medico a
proporre il trattamento più adeguato alla situazione che gli si presenterà. In
ogni caso può giovare tenere a riposo le corde vocali per ridurre
l'infiammazione, avvalendosi e la somministrazione di analgesici e
decongestionanti può migliorare i sintomi di arsura che si presentano con
l'infezione.
La prognosi è buona: nelle laringiti che si presentano senza complicazioni
l'infezione viene completamente debellata senza problemi; soltanto in rari casi,
quando c'è un problema respiratorio grave, può essere necessario intervenire
chirurgicamente.
Tonsillite
Che cosa è
La tonsillite è l'infiammazione delle
tonsille, due linfonodi ovali e di color rosa che si trovano ai lati della gola.
Quando vi è in atto un'infezione delle vie respiratorie superiori le tonsille
possono gonfiarsi provocando, appunto, la tonsillite.
Questa condizione è molto comune, soprattutto nei bambini; spesso si possono
notare alcune macchie bianche che coprono le tonsille infiammate e gonfie.
Sintomi tipici della tonsillite sono la difficoltà nella deglutizione, mal di
gola persistente, febbre, mal di testa, perdita della voce. Complicanze
associate alla tonsillite sono una faringite di origine batterica o virale,
l'ostruzione delle vie aeree superiori, la disidratazione (per la difficoltà di
deglutizione), gli ascessi, l'insufficienza renale e la glomerulonefrite
post-streptococcica.
Esami e trattamento
All'ispezione della bocca e della gola le
tonsille appaiono gonfie ed arrossate, talvolta con presenza di macchie bianche.
Anche i linfonodi del collo e della mascella possono presentarsi gonfi alla
palpazione. Potrebbe essere richiesta una coltura delle tonsille alla ricerca di
un'infezione di origine batterica, per esempio per lo streptococco, la causa più
comune di tonsillite.
Se la causa della tonsillite è uno streptococco o, comunque, un altro tipo di
batterio, la terapia si fonderà essenzialmente sulla somministrazione di
antibiotici orali o tramite iniezioni intramuscolari. Se il trattamento si fonda
sulla somministrazione di antibiotici, questo va continuato fino alla fine,
senza che sia sospeso neanche quando si notano dei miglioramenti, altrimenti
l'infezione non sarà debellata fino in fondo.
Vanno associati al trattamento antibiotico anche il riposo, per permettere
all'organismo di riprendersi, e farmaci da banco per ridurre il mal di gola.
La tonsillectomia (intervento chirurgico di asportazione delle tonsille) può
essere indicata nei casi più gravi.
I sintomi della tonsillite spariranno entro circa 3 giorni dall'inizio del
trattamento, ma il trattamento va continuato e potrebbe esserci la necessità di
prolungarlo oltre il primo ciclo, poiché le complicazioni dovute ad una
tonsillite da streptococco mal curata possono rivelarsi molto gravi.
Tonsillectomia
È la rimozione chirurgica delle tonsille; in
precedenza questo intervento era raccomandato come pratica clinica comune. Oggi,
tuttavia, si tende a curare le tonsille e soltanto nei casi più gravi ad
asportarle chirurgicamente, particolarmente quando queste ostruiscono le vie
respiratorie impedendo una respirazione normale.
Poiché la tonsillite interessa soprattutto i bambini, la tonsillectomia è molto
frequente in questa fascia d'età, mentre è molto rara tra gli adulti.
L'intervento viene eseguito attraverso la bocca del paziente: il chirurgo separa
e poi asporta le tonsille dai due lati della bocca. Le complicanze sono molto
rare; può verificarsi un'emorragia immediata o qualche giorno dopo l'intervento,
ma questi episodi vengono comunque controllati dal chirurgo. Solitamente la
degenza in ospedale varia dagli 8 ai 10 giorni o viene prolungata finché il
paziente non si sia completamente ripreso.
Ci sono però anche molti pazienti che vengono operati in regime di day hospital,
per cui tornano a casa il giorno stesso dell'operazione oppure restano in
ospedale soltanto una notte.
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