IL
"SINGHIOZZO"
Può capitare a tutti, si ripete in
modo ritmico, fastidioso e spesso "ostinato": è il singhiozzo. Il singhiozzo è un fenomeno dovuto a
contrazioni ripetute e involontarie del muscolo diaframma, il muscolo che si
contrae durante durante l'inspirazione e si distende durante l'espirazione.
Come mai la contrazione del
diaframma, che determina il fenomeno singhiozzo, si mette in moto? Il meccanismo
è dovuto ad una alterazione del nervo frenico, deputato proprio al controllo
delle contrazioni del diaframma.
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Il nervo
frenico segue un percorso molto lungo: nasce nel cervello, attraversa la
zona cervicale e innerva diversi organi (il diaframma, la sottile membrana
che avvolge il cuore, il fegato, lo stomaco e i reni). Se il nervo viene
irritato in un punto qualsiasi del suo percorso, può conseguire un episodio
di singhiozzo.
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Il tipico suono
"hic", che si ripete in modo ritmico e continuo per alcuni
minuti, è dovuto al fatto che ogni contrazione del diaframma si conclude
con una brusca chiusura della glottide, la valvola che separa l'apparato
respiratorio da quello digerente.
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Oltre al nervo
frenico, il singhiozzo coinvolge anche alcune parti del sistema nervoso:
i centri che controllano la respirazione e l'ipotalamo, una parte del
cervello non controllabile dalla volontà (questo è il motivo per cui il
singhiozzo si manifesta improvvisamente).
Le cause
Spesso il motivo scatenante il
singhiozzo non si conosce, ma si è visto che alcune situazioni tipiche della
vita quotidiana, lo possono causare facilmente:
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dilatazione
dello stomaco, determinata dalla rapida o eccessiva ingestione di cibo e
liquidi
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bruschi sbalzi
di temperatura, come passare dal caldo al freddo oppure bere una bevanda
bollente o gelata
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eccessiva
ingestione di bevande alcoliche, che può danneggiare la mucosa
gastrica (il tessuto di rivestimento dello stomaco) provocandone
l'infiammazione e indirettamente irritare il diaframma
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episodi di
emotività: quando ci si trova in una condizione di forte disagio, si
ingoia una quantità di aria superiore al normale; ciò provoca come diretta
conseguenza l'irritazione del diaframma e quindi la comparsa del singhiozzo.
In tutti questi
casi il singhiozzo deve essere considerato un fenomeno del tutto normale,
che si risolve in pochi minuti, ricorrendo ai metodi di cura
tradizionali elencati di seguito.
Come si cura |
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Il singhiozzo occasionale, quello che
dura pochi minuti, si risolve facilmente con piccoli accorgimenti facilmente
attuabili. Già 2000 anni fa, il medico greco Ippocrate consigliava quello che
tuttora rimane il metodo più usato ed efficace: trattenere il fiato e
restare in apnea per 10-15 secondi. Questa manovra è utile perché induce
il diaframma a rilassarsi e deve essere preceduta da una inspirazione profonda.
Esistono numerosi altri rimedi, che
pur non avendo sempre una vera e propria base scientifica, hanno dalla loro
l'esperienza di generazioni; ecco i più validi:
1-
ingerire rapidamente acqua a piccoli sorsi, oppure metterne un sorso
in bocca e spingerla violentemente nell'esofago (il tratto del tubo
digerente compreso tra la gola e lo stomaco). Ciò permette di far
arrivare al cervello un messaggio in grado di bloccare il singhiozzo; in
alternativa si può anche deglutire un po' di ghiaccio tritato
finemente. |
2-
favorire uno starnuto (si può usare una piuma con cui solleticare
la base del naso). In questo caso si mette in azione tutta la
muscolatura diaframmatica e quella intercostale. Di conseguenza si dà
uno scossone violento al sistema che riparte riprendendo il suo ritmo
normale. |
3-
inghiottire rapidamente un cucchiaino di zucchero: grazie alla
composizione in granuli, lo zucchero scendendo attraverso l'esofago,
stimola il diaframma fermandone le contrazioni. |
4-
prendere un cucchiaino di aceto: in virtù della sua composizione
acida, l'aceto determina una lieve contrazione dell'esofago, spesso
sufficiente a interrompere lo spasmo del diaframma. Non bisogna, però,
usarlo spesso, a causa delle sue proprietà corrosive, che potrebbero
determinare lesioni alla mucosa che riveste lo stomaco. |
5-
comprimere con le unghie degli indici un punto di agopuntura situato
all'interno dei padiglioni auricolari. Si tratta della piegolina che si
trova in mezzo alla conca, la zona in prossimità del condotto uditivo. |
6-
prendere un cucchiaino di succo di limone puro: il sapore asprigno
del frutto induce a trattenere il fiato per qualche secondo, favorendo
la risoluzione del problema. |
Dalle leggende
ai rituali |
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Oltre
ai sistemi usati comunemente, attorno al fenomeno "singhiozzo"
sono nate le più svariate leggende. Secondo alcuni il fastidio potrebbe
passare bagnando un lobo dell'orecchio con acqua o saliva; altri
assicurano che basterebbe distrarre la persona.
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Un
luogo comune, con un fondo di verità, dice che per far passare il
singhiozzo possa essere utile uno spavento. La paura,
infatti, come conseguenza provoca un'ulteriore contrazione del
muscolo diaframma, che spesso riesce ad invertire la rotta facendo
riprendere il ritmo normale di movimento al muscolo stesso. D'altra
parte però, uno spavento improvviso può anche provocare il
singhiozzo o addirittura accentuarlo, se già lo si ha. Un
sussulto di timore induce, infatti, a inspirare più in fretta del
normale, determinando una maggior introduzione di aria nei polmoni,
cosa che può facilmente scatenare il singhiozzo stesso.
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Vale
la pena ricordare un rituale che, stando all'esperienza della
maggior parte delle persone, permette di arrestare il singhiozzo: si
deve sorseggiare mezzo bicchiere d'acqua bevendo dalla parte opposta
del bicchiere (in pratica si deve ruotare il polso, dopo aver
preso in mano il bicchiere, di circa 180 gradi); le gambe devono
essere leggermente divaricate, mentre il busto è proteso in avanti
(!?!?!?)
Quando può
diventare un problema
Il singhiozzo occasionale e
transitorio non deve destare preoccupazione. Possono verificarsi, però, casi in
cui esso è particolarmente persistente. Il fenomeno può arrivare a durare
anche diverse ore o addirittura giorni, senza smettere o solo con brevissime
pause. In questi casi il singhiozzo può essere determinato da:
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problemi agli
organi interni, come per esempio una pericardite, ossia una
infiammazione del pericardio (la guaina che fascia il cuore); disturbi
dell'apparato digerente (reflusso gastro-esofageo, un problema per cui
il contenuto dello stomaco tende a risalire verso l'alto; gastrite, ossia
l'infiammazione della mucosa gastrica che riveste le pareti interne dello
stomaco);
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alterazioni dei
centri nervosi che controllano il singhiozzo: è sufficiente per esempio
l'occlusione di un vaso sanguigno che nutre questi centri, perché il
disturbo si manifesti.
In tutte queste situazioni è
opportuno consultare il proprio medico curante oppure recarsi al pronto soccorso,
in modo da potersi sottoporre a esami di accertamento (consistenti
principalmente in radiografia del torace, ecografia, elettrocardiogramma,
risonanza magnetica).
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