
ATTIVITÁ AEROBICA: PEDALARE

Durante la bella stagione svolgere attività
fisica all'aperto diventa più facile e piacevole: pedalare in bicicletta
può essere una valida alternativa alle camminate o anche un anche un
utile ed ecologico modo di effettuare spostamenti a medio e corto
raggio. Anche durante il resto dell'anno però, se si temono freddo e
intemperie, non ci sono comunque scuse per non pedalare: la cyclette, a
casa o in palestra, può essere un valido sostituto della bici.
Come tutte le attività di tipo aerobico (durata
prolungata e intensità moderata), pedalare è efficace per tenere sotto
controllo il peso, migliorare la funzionalità cardiocircolatoria e
respiratoria e aumentare la forza della muscolatura della parte
inferiore del copro.
Qualche consiglio per pedalare all'aperto
- Meglio scegliere percorsi pianeggianti per poter
mantenere costante l'intensità dello sforzo che, soprattutto all'inizio,
dovrebbe essere moderato.
- Si consiglia di utilizzare una bicicletta con i cambi,
di modo da poter affrontare eventuali salite evitando di fare troppa
fatica e di aumentare eccessivamente il ritmo respiratorio.
- Prima di partire, occorre ricordarsi di regolare bene
l'altezza del sellino, per una pedalata più confortevole.
- É consigliabile iniziare con un giro di almeno 30
minuti, fino ad arrivare ai 60 dopo qualche uscita.
- In bici è importante indossare un abbigliamento adatto:
casco, occhiali, pantaloncini imbottiti. È inoltre opportuno dotarsi di
strisce catarifrangenti, per essere visibili anche in condizione di
ridotta illuminazione.
Pedalare sulla cyclette:
alcune indicazioni per l'utilizzo
- L'utilizzo della cyclette è consigliato anche alle
persone anziane, che utilizzando la bicicletta in strada potrebbero
invece aver problemi di equilibrio, con possibili conseguenze spiacevoli
di cadute e fratture.
- Si consiglia di iniziare lentamente, sulla base del
proprio stato di salute per esempio con 15 minuti, per poi aumentare il
tempo nelle sedute nelle sedute successive, fino ad arrivare ai 30
minuti. Pedalare più a lungo sulla cyclette richiede una buona dose di
pazienza e di abitudine al sellino, si consiglia pertanto almeno
all'inizio, di non prolungare eccessivamente la seduta di allenamento.
- La cyclette può essere utilizzata anche dalla maggior
parte delle persone che hanno problemi alle ginocchia imputabili
all'eccesso di peso, perché permette di non sovraccaricarle e di
rinforzarne la muscolatura; in caso di eventuali dubbi in merito, è
sempre meglio rivolgersi al proprio medico.
- Attenzione alla posizione del manubrio: deve
permettere al busto di mantenersi eretto e alle mani di stare in
appoggio, di modo da rilassare le spalle.
- Posizionando la cyclette davanti alla tv o ascoltando
musica, l'attività risulterà certamente meno noiosa.
QUANTA
ATTIVITÀ FISICA FARE

L'attività fisica è uno degli aspetti fondamentali di uno
stile di vita sano, accanto alla corretta alimentazione. Tutti possiamo
trarne beneficio e ottenere notevoli vantaggi per la salute, tuttavia è
importante che a qualsiasi età, il movimento sia programmato con
intelligenza e commisurato al proprio stato generale di salute. Non
possiamo infatti improvvisarci degli atleti ma invece possiamo scegliere
l'attività fisica più consona alla nostra età, peso e interessi, con
l'aiuto del medico e/o di un personal trainer. I giovani sicuramente
potranno cimentarsi in attività più vigorose mentre con l'avanzare
dell'età, in base al proprio allenamento, si dovranno avere maggiori
precauzioni. In caso di patologie, le attenzioni dovranno essere
maggiori e il medico deve sempre essere consultato prima di cominciare.
Quando e quanto mi devo
muovere?
Tanti sono i luoghi comuni che attraversano questo campo.
Chi di noi non ha mai sentito parlare dei famosi 10000 passi al giorno,
o dei 30 minuti di camminata al giorno?
Questi consigli "popolari" sono purtroppo superficiali e
non fanno capire bene che l'attività fisica non si improvvisa! Come
diceva un grande fisiologo italiano "l'attività fisica è come una
medicina, se ne fai troppo poca non serve, se ne fai troppa fa male".
Fare sport deve diventare quindi un appuntamento fisso nell'arco delle
nostre giornate. Va programmato in rapporto ai nostri impegni, va
ritagliato del tempo per concentrarsi nelle attività sportive: deve
diventare così un'abitudine a cui non possiamo rinunciare.
Pianificare l'attività
sportiva con i consigli del medico e del personal trainer
È il medico che, dopo un accurato check-up, ci deve dare
l'ok per partire. Una visita medica può evidenziare la propria forma,
eventuali limiti e lo stato di salute degli apparati cardiocircolatorio,
respiratorio, muscolare, scheletrico e digestivo.
Una volta verificata l'idoneità allo sport scelto o
all'attività fisica, occorre definire quale deve essere l'allenamento,
con l'aiuto di un personal trainer o un coach.
Per fare un esempio, senza entrare nello specifico di
sport particolari, se ad esempio decidiamo di camminare, occorre
stabilire la velocità con cui muoversi, il tempo (non meno di 30
minuti), il percorso (se in salita o pianeggiante), la frequenza
settimanale, i traguardi da raggiungere (perdere peso, tonificare i
muscoli, aumentare la resistenza, ecc.).
Tutto dipende, come abbiamo detto, dallo
stato fisico e dagli obiettivi che vogliamo e possiamo raggiungere.
Quello che va
ribadito, quindi, è che non basta camminare ad esempio 15 minuti al
mattino e 15 il pomeriggio, ma l'attività deve essere continuativa.
Inoltre per avere degli effetti sul metabolismo, sul consumo di grassi,
ecc. conta anche l'intensità dello sforzo. Dietro alla parola camminare,
così comune, va sviluppato un vero e proprio piano che può essere
modificato e magari intensificato man mano che si prosegue con
l'allenamento. In ogni caso la salute richiede di abbandonare la
sedentarietà.
QUANTE
CALORIE SI CONSUMANO CON L'ATTIVITÀ FISICA

Seguire un corretto stile di vita significa non solo
nutrirsi in maniera corretta ed equilibrata ma anche svolgere regolare
attività fisica, per stare bene, prevenire le malattie e mantenere il
peso forma.
Infatti, se non si rispetta il
bilancio energetico,
ovvero si introducono con il cibo più calorie di quanto se ne consumano,
inevitabilmente si tenderà ad accumulare grassi che col tempo possono
agire negativamente sulle funzioni del nostro organismo e causare
problemi di salute anche gravi.
Per mantenersi in buona forma fisica e mentale è bene
avere uno stile di vita attivo, sfruttando tutte le occasioni quotidiane
che ci portano a muoverci: utilizzare le scale, ridurre l'uso di auto,
scooter e bus, ecc.
Tuttavia questo non è sufficiente: è vivamente
consigliato di praticare frequentemente e con continuità gli sport che
più piacciono o l'attività fisica a bassa intensità e lunga durata, come
una bella camminata o pedalata di almeno 40 minuti 3 volte a settimana.
Notevoli sono i
vantaggi
che si possono riservare per il corpo e la psiche: prevenire malattie
come quelle cardiovascolari, il diabete di tipo 2, l'obesità, rinforzare
l'apparato muscolo-scheletrico, combattere lo stress, la depressione,
ecc.
Tante sono le opportunità tra cui scegliere: si può
andare in palestra, o fare sport a livello amatoriale o agonistico,
camminare o pedalare, e tanto altro … L'attività motoria va calibrata in
base alle condizioni fisiche di ciascuno, dunque con prudenza. È bene
rivolgersi al proprio medico o a un medico dello sport, per verificare
l'idoneità fisica a praticare lo sport desiderato, anche se non
professionistico.
Quante calorie si consumano?
Il nostro corpo ha bisogno di calorie, cioè di energia,
per svolgere tutte le attività, sia quando si è a riposo, sia quando si
fa movimento. Per ogni ora di attività fisica si consuma una certa
quantità di calorie per ogni chilo di peso corporeo. La tabella di
seguito ci mostra quante calorie consumiamo praticando alcune tra le
attività più diffuse.
Leggendo la tabella si può capire che l'attività fisica
non "consuma" una quantità elevata di calorie. Dopo un'ora di movimento
la quota calorica consumata può essere modesta. Per questo motivo
bisogna sempre ricordarsi che fare un po' di attività fisica senza
seguire un'alimentazione corretta ed equilibrata non ci può tenere
lontano dai chili di troppo e dall'accumulo di grassi. Nella società in
cui viviamo si rischia spesso di introdurre più cibo rispetto al
fabbisogno giornaliero. Facendo attenzione alla qualità e quantità degli
alimenti di cui ci nutriamo e praticando attività motoria si può, senza
troppa fatica, mantenere il peso ideale, avere buona salute e anche
rallentare l'invecchiamento.

a cura di
Educazione
Nutrizionale Grana Padano
LA
VALUTAZIONE POSTURALE
Andrea Bernetti
Specialista
in Medicina Fisica e Riabilitativa
La valutazione posturale sta
prendendo sempre più piede in ambito sportivo e non, questo perché
molto spesso la postura può essere considerata un fattore
predisponente a determinate patologie o favorente determinati
infortuni. L'analisi posturale condotta da un medico esperto in
materia può permettere di prevenire o di curare meglio alcune
problematiche dolorose dell'apparato muscolo scheletrico.

LE DIFFERENTI POSTURE
Per
"postura" si intende la posizione del corpo nello spazio e la relazione
tra i suoi segmenti corporei. La postura può essere: in stazione eretta
(monopodalica o bipodalica), da seduto, in decubito prono, supino,
laterale.
Non esiste la postura "ideale" o "corretta" e questo
concetto è valido specialmente in ambito sportivo dove ogni atleta
sviluppa spesso compensi muscolari e posturali correlati al gesto
atletico che è abituato a compiere. Non è un caso infatti che sport
"asimmetrici" come ad esempio il tennis e la scherma comportino uno
sviluppo non armonico di alcuni gruppi muscolari e della postura stessa,
naturalmente queste alterazioni devono essere abilmente compensate da un
lavoro simmetrico in fase di preparazione atletica.

Gli atleti che praticano questo tipo di sport non sono
più predisposti di altri atleti a sviluppare infortuni in generale in
quanto il loro sistema locomotore è cresciuto adattandosi al tipo di
gesto atletico compiuto, tuttavia ovviamente sono maggiormente
predisposti a patologie da sovraccarico e traumatiche dirette ed
indirette a livello delle regioni maggiormente coinvolte nell'esecuzione
del suddetto gesto atletico. Dal punto di vista posturale tuttavia
possono esserci delle alterazioni predisponenti allo sviluppo di
determinati infortuni/patologie. Analizzando globalmente la postura di
un atleta ci si deve soffermare prima di tutto sul tipo di sport
praticato, molto spesso difatti alcune problematiche che a prima vista
potrebbero sembrare patologiche in realtà sono il frutto di compensi che
sono legati all'attività sportiva stessa e che non possono essere
considerati patologici, almeno fino a quando non risultino causa di
sintomatologia dolorosa o di infortuni recidivanti.
Di conseguenza prima dell'analisi posturale vera e
propria è importante l'anamnesi; attraverso questo atto medico si entra
a conoscenza del tipo di sport praticato e soprattutto della presenza o
meno di eventuali infortuni in atto o pregressi e diventa più semplice
andare a ricercare eventuali predisposizioni posturali. In questo
contesto risulta fondamentale la preparazione in ambito riabilitativo di
colui che opera la valutazione posturale. Lo specialista in medicina
fisica e riabilitazione, in collaborazione con altre figure mediche e
non, ha un ruolo cardine e centrale in questo processo potendo integrare
varie competenze senza tralasciare aspetti basilari.
Un aspetto importante è il ricercare eventuali segni di
lassità legamentosa e articolare.

"CARTER SCORE" PER LA VALUTAZIONE DELLA LASSITà
LEGAMENTOSA
Infatti mentre in alcuni sport è quasi necessario avere
un tipo di struttura corporea più lassa, come ad esempio nella
ginnastica artistica, in altri sport può essere fortemente
controproducente, pensiamo ad esempio ad uno degli sport da impatto per
eccellenza, il rugby. Effettuata questa prima analisi si inizia con la
valutazione posturale. Il paziente deve essere valutato sia dal punto di
vista globale che segmentale. Inizialmente si valutano eventuali
alterazioni in ortostatismo e poi si effettuano test specifici, come, ad
esempio, il "bending anteriore".

TEST DEL "BENDING ANTERIORE"
Successivamente il paziente deve essere valutato da
seduto ed infine in decubito supino e prono. Dal punto di vista
segmentale inizialmente l'approccio ideale è quello di partire dalle
alterazioni del rachide valutando la presenza di eventuali alterazioni
sul piano frontale e sul piano sagittale, come ad esempio o
l'appiattimento o l'accentuazione delle normali curvature fisiologiche.
Naturalmente andrebbero valutati i rapporti del tronco con il bacino ed
il cingolo pelvico e con il cingolo scapolare. Impostante è la
valutazione della presenza di eventuali curvature scoliotiche e la loro
descrizione. Si valuta poi la presenza di eventuali accorciamenti delle
catene cinetiche e dei gruppi muscolari. Descrivere la tendenza al
valgismo o al varismo delle ginocchia e degli arti inferiori è
altrettanto fondamentale. Per quanto riguarda i piedi sono molteplici le
eventuali problematiche da ricercare, oltre ad un eventuale piattismo o
cavismo bisognerebbe analizzare la tendenza all'intra od extrarotazione,
il varismo o valgismo del retro piede, la supinazione o pronazione
dell'avampiede e naturalmente il rapporto tra retropiede e avampiede.
Ciascuna valutazione può essere supportata da eventuali immagini
diagnostiche. Inoltre con l'utilizzo di particolari strumenti si può
integrare l'analisi posturale con l'analisi dell'appoggio plantare in
statica e dinamica.
ANALISI APPOGGIO PLANTARE DINAMICO

ANALISI APPOGGIO PLANTARE DINAMICO
Un altro fattore importante e spesso trascurato è la
forte relazione tra articolazione temporo-mandibolare e postura. Difatti
non è vero che qualsiasi alterazione a carico dell'articolazione
temporo-mandibolare comporta necessariamente un'alterazione posturale,
ma talvolta alcune problematiche posturali possono parzialmente
dipendere da problemi occlusali, non è raro incorrere in pazienti con
alterazioni dolorose del rachide in seguito ad eventuali cure
odontoiatriche. A tal proposito può essere interessante valutarne
l'influenza provocata attraverso un'analisi posturale prima e dopo le
cure. Per quanto riguarda gli arti superiori è importante l'analisi dei
loro rapporti con il tronco e l'azione della catena cinetica
cervicobrachiale, anche in questo caso è fondamentale ricercare
eventuali segni di lassità.

CATENA CINETICA ARTI SUPERIORI
Dovrebbe essere rilevante l'analisi della postura anche
in fase dinamica e in particolare durante il gesto atletico, tuttavia
questo tipo di analisi richiede l'utilizzo di sistemi costosi di analisi
del movimento e di medici specialisti in materia; in ogni caso l'analisi
di un medico esperto in posturologia può fornire dei dati indiretti
importanti sul tipo di alterazione posturale che eventualmente si
verifica durante il gesto atletico.
Tuttavia è necessario ricordare che agire sulla postura
dal punto di vista terapeutico è utile solo se la alterazioni posturali
sono la causa principale o predisponente di infortuni o di patologie
dolorose ricorrenti.
Affascinante è inoltre il ruolo della terapia posturale
nella prevenzione di nuovi infortuni.
BIBLIOGRAFIA
-
F. Kendall, E.
Kendall McCreary: I muscoli. Funzioni e test con
postura e dolore -
Verduci
Editore, 2005
-
K. Porter:
Colonna vertebrale senza età.
Vita sana e invecchiamento sereno grazie a una postura corretta.
Dall'infanzia all'età adulta - Macro
Edizioni, 2010
-
G. Bersi:
La prevenzione attiva del dolore
lombare. Gli automatismi necessari per il controllo attivo della
stabilità e della postura vertebrale - L.
Editrice, 2009
COME ELIMINARE LE "MANIGLIE
DELL'AMORE"
a cura di
OK Salute

L'addome,
soprattutto negli uomini, è una sede di accumulo preferenziale del
grasso. L'eccesso di adipe spesso si concentra anche nei fianchi dando
origine alle cosidette "maniglie
dell'amore", un inestetismo per molti fastidioso e difficile
da combattere. Il problema però non è solamente estetico: l'eccesso di grasso
addominale aumenta
infatti il rischio di malattie
coronariche, insulino
resistenza,
diabete, dislipidemia,
alcuni tipi di cancro ed ipertensione.
Per combattere le maniglie dell'amore in maniera concreta è fondamentale
un approccio multilaterale basato su una corretta
alimentazione ed
un regolare programma di attività fisica.
SCOLPISCI
L'ADDOME A CASA TUA
Testo di Sergio
Lupo - Specialista in Medicina dello Sport
Responsabile del
portale di informazione medica
Sport & Medicina

Il tessuto
adiposo nella zona dell'addome (le cosiddette maniglie dell'amore) viene
intaccato dall'attività fisica solo quando tutto il resto della massa
grassa su fianchi, cosce e glutei è già diminuita. Per questo non basta
mettersi a dieta e andare ogni tanto in palestra. L'ideale è mettere in
atto alcune strategie mirate.
IL
PROGRAMMA
Bisogna
strutturare un programma di allenamento completo, che unisca attività
aerobica, cioè con consumo di ossigeno e a bassa intensità, a esercizi
specifici. è necessario
che lo sforzo fisico sia costante e prolungato, almeno 45 minuti per tre
volte a settimana. Via Libera, dunque, a camminate in salita, corsa
lenta, cyclette e nuoto.
GLI
ESERCIZI
All'attività
aerobica vanno abbinati, sempre per tre volte a settimana, esercizi
specifici in palestra, come flessioni laterali del tronco e rotazioni,
insieme ad addominali laterali, almeno tre serie da dieci per ogni
esercizio. Ecco l'allenamento da fare a casa, illustrato dalle immagini.
Il programma va bene per uomini e donne senza particolari problemi di
salute.
LOCALIZZAZIONE DEL LAVORO
SUI MUSCOLI ADDOMINALI
Il lavoro dinamico dei
muscoli addominali inizia quando il bacino comincia a ruotare e termina
con il massimo avvicinamento tra la gabbia toracica ed al pube.

Nella
FLESSIONE DEL TORACE SUL BACINO si ottiene:
a) un
lavoro dinamico localizzato dei muscoli addominali
(a) quando la regione lombare ed i glutei rimangono a terra e la rotazione
avviene intorno alle vertebre lombari;
b) un
lavoro statico
dei muscoli addominali (Ad) se la rotazione prosegue fino alla posizione
seduta. Il proseguimento dell'azione avviene grazie ai muscoli flessori
delle cosce sul bacino, soprattutto lo
Psoas-Iliaco (PI) e Retto anteriore (Re) del Quadricipite femorale.
Nella posizione
intermedia, con i lombi sollevati dal suolo, il
carico vertebrale lombare è notevole e raggiunge i 170-180 Kg in
una persona di taglia media.

Nella
FLESSIONE DEL BACINO SUL TORACE si ottiene un impegno dinamico e
localizzato dei muscoli addominali quando il bacino si solleva e si
avvicina il più possibile al torace, facendo perno sulle vertebre lombari. La posizione di cosce flesse permette di
attenuare l'intervento dei muscoli flessori delle cosce, in particolare
dello Psoas-Iliaco.
L'utilizzo di un piano inclinato permette di spostare il
massimo braccio di leva, quindi il carico ottimale, su diversi angoli di
flessione.
LOCALIZZAZIONE DEL
LAVORO SUI MUSCOLI ANTERO-LATERALI DELL'ADDOME


|
ESERCIZI E RISPETTIVO
IMPEGNO MUSCOLARE
Prevalente
impegno del muscolo Retto dell'addome |
 |
Impegno
simultaneo dei muscoli Retto e Obliqui dell'addome |
 |
Prevalente
impegno dei muscoli Obliqui dell'addome |

 |
LA DIETA PER LE "MANIGLIE DELL'AMORE"
Testo di
Costantino Motzo
Responsabile
del servizio di dietologia e nutrizione clinica
all'Ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari
Le
cosiddette maniglie dell'amore sono accumuli di adipe localizzati sui
fianchi. Per una ragione genetica sono gli uomini ad esserne
maggiormente soggetti, mentre le donne in genere tendono ad accumulare
massa grassa soprattutto sulle cosce, sull'addome e sui glutei.
LE REGOLE DA SEGUIRE
Non c'è una
dieta specifica per eliminare le maniglie dell'amore, ma alcune buone
abitudini alimentari possono prevenirne o rallentarne la formazione.
1- Per non
accumulare grasso occorre assimilare nell'arco della giornata lo stesso
numero di calorie che si utilizzano. Se ogni giorno si bruciano in media
1800 calorie non se ne possono assumere 2400.
2- Le
calorie devono essere ben distribuite tra colazione, pranzo, cena e
spuntini rispettando a grandi linee queste proporzioni: 55-60% di
carboidrati, 25-30% di grassi e 15-20% di proteine.
3-
è bene diminuire l'uso
del sale, per evitare la ritenzione idrica che è una importante concausa
dell'accumulo di massa grassa, non bere alcolici e bibite gassate e
limitare gli zuccheri.
4- A tavola
non devono mai mancare frutta e verdura ed è un errore eliminare del
tutto i carboidrati.
5-
Attenzione anche ai condimenti: evitare i grassi saturi e condire sempre
con olio extravergine di oliva, senza superare i cinque cucchiaini al
giorno, distribuiti nei vari pasti.
LA GIORNATA TIPO
Per
contrastare le maniglie dell'amore è bene impostare i pasti della
giornata nel seguente modo (senza dimenticare l'attività fisica, con
almeno mezz'ora di camminata a passo veloce).
-
Colazione: una tazza di latte parzialmente scremato o un vasetto di
yogurt magro, un caffè o un tè con un cucchiaino con un cucchiaino di
zucchero, due - tre fette di pane tostato o fette biscottate con poca
marmellata o un velo di miele.
- Pranzo:
un piatto unico come la pasta al ragù di carne, un contorno di verdura
cruda e un frutto.
- Cena:
pesce o carne bianca cucinati al vapore o ai ferri, un contorno di
verdura cotta e un frutto.
- Spuntini
a metà mattina e a metà pomeriggio: vanno bene un vasetto di yogurt o un
frutto.
IL PRANZO DI PASQUA ... DIETETICO
a cura di Sergio Lupo

Anche la Pasqua,
come le principali festività, porta con sé la tradizione del pranzo, non in
famiglia, ma più spesso in compagnia di amici (infatti il proverbio afferma:
Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi).
Si devono però
evitare gli eccessi alimentari, anche se concentrati solo in pochi giorni di
festa ... un consiglio basilare: mangiare, ma porzioni ridotte.
Per quanto riguarda
le festività pasquali, siamo fortunati perché la tradizione italiana vuole
agnello e capretto, carni bianche sufficientemente magre se non cucinate in
maniera "elaborata", protagonisti della tavola.
L'attenzione
infatti va posta soprattutto alla preparazione dei cibi: gli ingredienti
utilizzati per cucinare carni e primi piatti (panna, burro, besciamella ...)
sono ricchi di grassi saturi; stesso discorso anche per gli intingoli e le
preparazioni a base di verdura, ma ricche di olio.
Per quanto riguarda
l'uovo, che secondo la tradizione pasquale dovrebbe essere "sodo", contiene
proteine nobili in poche calorie (1 uovo corrisponde a un bocconcino di
formaggio parmigiano da 20 gr), anche se di solito viene utilizzato come
alternativa ad un secondo piatto.
I cibi che però
aumentano i rischi sono Colomba e uova di cioccolata, che non possono mancare
sulla tavola pasquale.
La colomba,
nonostante l'aspetto, non è un dolce "leggero" ed ha le stesse calorie del
panettone; quindi ... un pezzettino (un terzo di ala tanto per capirsi) si può
mangiare, ma non di più.
Anche per le uova
di cioccolata vale lo stesso discorso: un pezzetto non fa male e ancor meglio se
il cioccolato è fondente. Il cioccolato è un alimento iper-calorico che può
essere inserito nella dieta, ma in base al fabbisogno energetico e nutrizionale
specifico: nel cacao sono presenti antiossidanti, che hanno effetti positivi
sull'organismo ed è noto che non tutti i grassi saturi sono egualmente dannosi
ed alcuni, presenti nel cioccolato, sembra abbiano addirittura un effetto neutro
sul colesterolo nel sangue. Inoltre il cioccolato stimola inoltre il rilascio
delle endorfine, i tranquillanti naturali dell'organismo e contiene altre
sostanze che agiscono sull'umore, anche se nessuna di queste sostanze sembra
essere presente in quantità sufficiente a produrre effetti reali. Consumato con
moderazione il cioccolato fornisce nutrimento e piacere e può anche essere
considerato come parte di una alimentazione sana ed equilibrata. Si deve fare
però attenzione alla qualità del cioccolato acquistato perché gli elementi
positivi si riducono con la percentuale di cacao contenuta in esso.
Ricordiamo poi,
dopo il pranzo di Pasqua, di consumare una cena leggera, magari con un primo
semplice brodoso e una fettina di carne. Digiunare o seguire diete drastiche non
serve a nulla perché tra eccessi e restrizioni si aumentano le difficoltà
dell'organismo e si rischia solo di peggiorare la situazione.
Se alla fine i
consigli non sono serviti, l'attività fisica è l'arma migliore per combattere
gli eccessi. Già a Pasquetta, si può passeggiare o andare in bici, consumando
una parte delle calorie accumulate, anche se sarebbe meglio muoversi ogni girono
e non solo dopo la Pasqua o il Natale ...
Finita la festa,
spesso i dolci pasquali restano per diversi giorni nelle nostre dispense. Per
non farli incidere troppo nella dieta quotidiana, è meglio frazionarli nel tempo
e nell'arco della giornata. Una fetta di colomba si può mangiare al mattino a
colazione e il cioccolato avanzato si può riutilizzare sciogliendolo per fare
delle torte o con una fetta di pane come merenda per i bambini.
Le calorie dei
dolci delle Feste
Il cioccolato
soddisfa il palato e fa tornare il sorriso, ma se è vero che un quadratino al
giorno di cioccolato (6 g, la dose quotidiana consigliata) può far ritrovare il
buonumore, esagerare nel suo consumo potrebbe attentare seriamente alla vostra
linea.

Uova di Pasqua
Sono fatte con
diversi tipi di cioccolato. Ecco le calorie di tre tipi di cioccolato con il
quale vengono generalmente realizzate (valori per 100 grammi):
1- cioccolato
fondente (deve essere prodotto con almeno il 43% di cacao e non meno del 26% di
burro di cacao): 257 calorie per 50 grammi.
2- cioccolato al
latte (deve contenere almeno di 25% di cacao, non meno del 14% di latte e il 25%
di materie grasse, come burro di cacao e grassi del latte): 272 calorie per 50
grammi.

Colomba pasquale
La colomba è un
altro dei tipici dolci pasquali ed è stata adottata come simbolo della Pasqua
perché indica la pace. La colomba è un dolce piuttosto calorico e contiene anche
grassi e se soffrite di colesterolo è bene limitarsi; tuttavia una fettina di
colomba non vi rovinerà certo la linea. Le calorie della colomba tradizionale
oscillano tra le 400 e le 450 ogni 100 grammi, che però possono aumentare se
scegliete quelle farcite al cioccolato o alla crema.
Per la scelta delle
colombe è bene controllare gli ingredienti sulla confezione, preferendo quelle
senza conservanti: farina, zucchero, uova, burro, canditi.
Alcuni suggerimenti
per un menù "light"
Le costine di
agnello alle erbette aromatiche sono un secondo piatto con sole 264 calorie,
accompagnato da un contorno fresco con verdure tipiche di questa stagione
(insalata con carciofi, scarola e salsa di fave) che apportano fibre e un basso
contenuto di calorie (solo 150 a porzione). E per concludere un dessert
altrettanto "dietetico", ma ricco di sapore: un soufflé al caffè. Solo 155
calorie a porzione.

Fonti:
DIETALand:
http://www.dietaland.com/dolci-pasqua-calorie/15524/
IPER.It:
http://www.iper.it/diete-benessere/diete/65/il-pranzo-di-pasqua.htm
GLI ALIMENTI DI FEBBRAIO
a cura di |
 |
Siamo ormai a
febbraio, mese ancora invernale ma proiettato verso la
primavera, quindi perfetto per
cominciare a depurare il nostro organismo dalle tossine
accumulate durante l'inverno.
L'estate è ancora lontana così come la
tanto temuta prova costume, ma se proprio volete fare un figurone in spiaggia,
sarà il caso di cominciare da subito a fare qualcosa.
Per raggiungere il vostro obiettivo salvalinea dovete
preferire cibi che contengono meno calorie, ma saziano di
più, come frutta e verdura, che sono anche i più ricchi di vitamine,
minerali e altri nutrienti essenziali.
Dal momento che gli specialisti consigliano sempre di
consumare i prodotti di stagione, direi che il
mese di febbraio offre una grande quantità di cibi freschi che possono essere
utilizzati per una dieta salutare. Vi assicuro che sia il vostro organismo sia
il portafoglio ne trarranno beneficio.
Vi raccomando di non scordare mai che un'alimentazione equilibrata deve andare
di pari passo con una costante attività fisica.
Il pesce di Febbraio

Il pesce può essere considerato un alimento
abituale della dieta ipocalorica, infatti, andrebbe
consumato almeno due volte a settimana.
Nel mese di febbraio sono facilmente
reperibili a buon prezzo specie come la
sogliola, la spigola, la sardina, il merluzzo e lo sgombro.
Tra questi la
sogliola, la spigola e il merluzzo sono pesci molto magri, ma ricchi di
proteine di alto valore biologico, quindi sono fortemente consigliati per chi
intende salvare le forme mangiando bene.
La sardina, invece, andrebbe mangiata ogni 15-20 giorni perché è considerata un
pesce semi-grasso con le sue
circa 115 Kcal per 100g.
È sconsigliato lo
sgombro che pur essendo ricco di omega3, andrebbe evitato da chi ha problemi di
sovrappeso perché è in grado di
innalzare fortemente i livelli di colesterolo e trigliceridi. Rientra nella
categoria dei pesci grassi.
Preparazione del pesce

Ovviamente il fritto è assolutamente
bandito!
Pesce alla griglia: con aggiunta
di fette e succo di limone e aromi a piacere consente di risparmiare in grassi.
Pesce al cartoccio: un metodo di
cottura che evita l'aggiunta di altri condimenti.
Pesce alla pizzaiola: è un piatto
molto gustoso e leggero, perfetto per chi vuole mangiare cose buone
salvaguardando la linea.
Pesce al vapore o lessato: è un
ottimo metodo di cottura che permette di bruciare i grassi del pesce e favorisce
un condimento minimo con salsa costituita da succo di limone e olio d'oliva.
In questo modo mangerete con gusto, ma
limitando i danni in fatto di "rotolini" da tenere sotto controllo.
La verdura di febbraio

Per una dieta ipocalorica qualsiasi
tipo di verdura fresca, cotta, cruda o in minestrone è idonea.
Inoltre è importante che una
porzione abbondante di verdura sia presente in entrambi i pasti principali (pranzo
e cena).
Barbabietola, bietole, broccolo, carciofo, cardo, catalogna, carota, cavolfiore
(e famiglia), finocchio, lattuga, porro, radicchio rosso, rapa e spinaci sono
solo alcune delle verdure del mese.
Preparazione delle verdure

Verdure lessate o cotte al vapore: per
favorire la linea e nel contempo mangiare bene e sano, la maggior parte di
queste verdure possono essere lessate o cotte al vapore, permettendo così di
rinunciare all'impiego dell'olio o di altre sostanze grasse.
Risotti alle verdure: hanno un ricco contenuto di fibre e hanno un basso
contenuto di grassi.
Sono, invece, sconsigliate
le verdure fritte, cotte al forno o arrosto con
grassi aggiunti da portare a tavola come contorno.
Ricette alle verdure al forno

Crespelle con formaggio e broccoli
Un piatto gustoso e raffinato che non
compromette la linea. Scegliete il formaggio con cui farcirle e utilizzate i
broccoli che contengono solamente 27 Kcal per 100g.
Spaghetti di riso con crema di carote
Per gli amanti della buona tavola che
vogliono mantenersi leggeri questa ricetta si rivela perfetta. Infatti, gli
spaghetti di riso sono meno calorici della pasta e la carota contiene poche
calorie (27 Kcal per 100 g) e ha un indice di sazietà parecchio elevato.
Finocchi farciti con platessa
Un altro piatto ideale per stare leggeri
senza rinunciare al gusto. Il finocchio con le sue 24 Kcal per 100 g è perfetto
per i regimi alimentari ipocalorici e inoltre è ricco di fibre che gli donano il
potere di saziare con poco.
La frutta di febbraio

Per favorire una dieta ipocalorica è
fondamentale limitare
il consumo di frutta a due porzioni da 150-200 grammi ognuna al giorno.
Tale peso va considerato al netto degli
scarti (escluse quindi buccia, torsolo, nocciolo, ecc...).
Kiwi, arancia, mandarino, mandarancio, limone, pompelmo, avocado, mela, pera,
banana e frutta secca sono i
frutti del mese.
Si consiglia un
consumo moderato di banane e mandarini che
hanno un contenuto in zuccheri elevato.
Si sconsiglia, invece, il consumo della frutta secca e dell'avocado il
cui apporto calorico schizza alle stelle, per cui moderatevi.
Ricette dietetiche alla frutta

Fare attenzione alla linea non significa rinunciare
al gusto degli alimenti né tanto meno ai dolci. I dolci preparati con farine
e zuccheri grezzi riducono fame e
picchi glicemici. Quindi una bella fetta
di torta di mele, di pere o una fetta di crostata alla frutta oltre
a fare bene non fa ingrassare.
Ricordiamo che mele e pere contengono
rispettivamente 54 e 55 Kcal per 100g.

NEWS - INFO & Co.
MEDUSE

Negli ultimi anni la
presenza di meduse nelle spiagge italiane è aumentata: un piccolo contatto con
la pelle è sufficiente perché i piccoli tentacoli di questo essere liberino dei
corpiccioli (nematocisti) fortemente urticanti. Solitamente niente di grave, ma
bruciore, prurito, gonfiore, arrossamento e, talvolta, anche bolle sono le
reazioni fastidiose che conseguono a questo "contatto".
Cosa fare in questa
situazione?
1- Rimuovere i filamenti
urticanti dalla pelle usando una tesserina di plastica rigida (come il bancomat
o la carta di credito) o un coltello usato di piatto (ovviamente non dalla parte
della lama).
2- Lavare la parte con
acqua calda salata: funziona perché lo sostanze urtica eliminare qualche chilo
di troppo e ama il piccantenti della medusa sono composte da proteine
"termolabili", cioè sostanze che vengono inattivate dal calore. La cosa migliore
è scaldare direttamente l'acqua di mare o anche acqua di rubinetto con del sale
da cucina.
Cosa invece evitare:
1- se si sta nuotando,
evitare movimenti scomposti: cercare di respirare con calma e raggiungere la
riva
2- evitare di grattarsi,
anche se è la prima reazione istintiva: grattandosi si rompono le nematocisti
rimaste sulla pelle, aumentando ulteriormente la quantità di sostanze urticanti
3- non applicare
ghiaccio, acqua dolce fredda, aceto, alcol, ammoniaca o urina: facilitano la
rottura delle nematocisti rimaste sulla pelle
Se il dolore, il
prurito, il gonfiore non passano si può applicare un prodotto da banco da
acquistare in farmacia.
Se i sintomi peggiorano
e/o si scatena una reazione allergica (vomito, diarrea ...) è consigliabile
rivolgersi al pronto soccorso.
Per qualche giorno è
meglio evitare l'esposizione al sole della parte colpita: nella fase di
guarigione l'arrossamento lascia il posto ad iperpigmentazione scura che i raggi
solari potrebbero rendere più evidente e duratura.
LA LONGEVITà
SI CONQUISTA DORMENDO BENE

Tra le chiavi della
longevità c'è il buon sonno ristoratore. Lo rivela uno studio condotto da Danan
Gu della "Portland State University" in Oregon. Durante la ricerca sono state
esaminate la qualità e quantità del sonno di 15638 adulti dai 65 anni in su
(compresi 3927 individui tra i 90 e i 99 anni e 2794 di 100 anni e oltre). Il
risultato? Gli ultracentenari hanno dichiarato di dormire bene e tanto, molto
più degli anziani tra 65 e 79 anni. Gli esperti hanno chiesto ai volontari
(tutti abitanti della Cina) di dire quanto dormissero e se avessero o no
problemi col sonno. Dormono male gli anziani che soffrono di malattie croniche.
Quelli tra 65 e 79 anni dormono circa 5 ore al giorno ("pennichelle" incluse) o
addirittura meno, mentre i centenari che dormono 10 ore al giorno sono tre volte
di più rispetto a quelli della fascia 65-79 anni che riposano lo stesso numero
di ore. Senz'altro, concludono i ricercatori, deve esistere un collegamento
bidirezionale tra sonno e longevità: chi ha il dono della longevità ha anche
quello di riuscire a dormire bene e viceversa.
IL PEPERONCINO AIUTA
A DIMAGRIRE: il segreto nel "diidro capsiato"

Buone notizie per chi
deve eliminare qualche chilo di troppo e ama il piccante: una sostanza contenuta
nei peperoncini aiuta a dimagrire perchè stimola il metabolismo. Lo dimostra uno
studio dell'Università della California a Los Angeles, che ha testato le
proprietà della sostanza "diidro capsiato" (Dtc) presente in molti peperoni e
peperoncini dolci.
Da tempo si pensava che
il peperoncino possedesse virtù dimagranti perché fa "riscaldare" il corpo
aiutando a bruciare calorie. Per verificare questa ipotesi i ricercatori hanno
studiato le proprietà della diidro capsiato: le ricerche sono state condotte su
34 persone con problemi di sovrappeso che hanno consumato un pasto liquido
ipocalorico per 28 giorni. Metà dei partecipanti allo studio hanno assunto una
pillola contenete Dtc, gli altri una pillola placebo.
Alla fine del test è
emerso che chi aveva ingerito la pillola con Dtc aveva avuto ogni giorno un
dispendio maggiore di energia e quindi di calorie (fino al doppio) rispetto a
chi aveva assunto il placebo.
Ma attenzione, avvertono
i ricercatori: dimagrire non vuol dire cominciare a mangiare "smisurate"
quantità di peperoncino ...
PICCOLA GUIDA AGLI ALIMENTI

Cosa è il "Peso Ideale"?
è quel peso, composto in
prevalenza di massa muscolare, ma anche di grasso corporeo (in bassa
percentuale), che garantisce un buono stato di salute. Varia da persona a
persona e non può essere ricavato da semplici tabelle, ma deve essere
determinato dallo specialista con le idonee metodiche.
Un'attività fisica normale (2-3
volte a settimana), poi, non comporta quasi mai un fabbisogno energetico
aggiuntivo, né richiede l'uso di prodotti dietetici e/o di integratori
alimentari.
PROTEINE |
Quali e dove trovarle |
Fabbisogno giornaliero |
Dieta scorretta |
Proteine animali:
carne, pesce, uova, latte, formaggio. Forniscono
proteine complete, in quanto contengono gli otto amminoacidi
essenziali.
Proteine
vegetali: cereali,
legumi, frutta, ortaggi. Forniscono proteine incomplete, perché
mancano di alcuni amminoacidi essenziali. |
In un adulto
è intorno a 0.8 grammi ogni kg di peso corporeo; nello sportivo
questo valore aumenta a 1.5 grammi in ragione dell'ipertrofia
muscolare. In proporzione, corrisponde a circa il 15‑20% della
razione calorica totale, e dovrà provenire per il 50% da alimenti di
origine vegetale e per il 50% da alimenti di origine animale. |
Apporto eccessivo:
le proteine vengono trasformate in zuccheri e
grassi. Ciò non migliora la prestazione, ma può arrecare gravi danni
come coliti, stitichezza, affaticamento renale ...
Apporto
insufficiente: diminuzione dell'efficienza fisica e psichica, della coordinazione
nervosa e rapidità di riflessi. |
GLUCIDI O CARBOIDRATI |
Quali e dove trovarli |
Fabbisogno giornaliero |
Dieta scorretta |
Monosaccaridi:
glucosio (contenuto nella frutta e nel miele) e
fruttosio (frutta e miele).
Disaccaridi:
saccarosio (canne e barbabietole da zucchero) e
lattosio (latte e latticini).
Polisaccaridi:
amido (cereali, tuberi, legumi) e glicogeno (carne e
pesce). |
In un adulto deve corrispondere a circa il
55‑60% della razione calorica. Il consumo di zuccheri semplici non
dovrebbe superare il 10‑12% delle calorie totali. Il resto è fornito
da alimenti contenenti carboidrati complessi che, oltre a fornire
energia a più lento rilascio, apportano altri nutrienti fondamentali
all'equilibrio della dieta. |
Apporto eccessivo: obesità,
costipazione, diarrea, coliche, carenza di calcio e vitamina B1,
tendenza a formare carie.
Apporto insufficiente: scarso
rendimento atletico dovuto alla formazione di corpi chetonici
provenienti dalla demolizione dei lipidi utilizzati a scopo
energetico in sostituzione dei carboidrati. |
LIPIDI O GRASSI |
Quali e dove trovarli |
Fabbisogno giornaliero |
Dieta scorretta |
Grassi saturi animali:
burro, lardo, carni grasse, formaggi,
salumi, uova.
Saturi vegetali:
olio di cocco, burro di cacao, olio di semi di
palma.
Polinsaturi animali:
oli e grassi di pesce.
Polinsaturi vegetali:
olio di semi di girasole, di mais, di
soia, margarine vegetali.
Monoinsaturi vegetali:
olio di oliva e arachidi. |
Deve essere di circa 1 g per
kg, corrispondente al 25‑30% della razione calorica totale. I 2/5
del fabbisogno lipidico deve essere ricoperto da grassi di origine
vegetale. I lipidi meglio digeribili e facilmente metabolizzabili
sono i polinsaturi. Vietati i grassi colti, precedenza assoluta
all'olio di oliva extravergine. |
Apporto eccessivo:
disturbi epatici e biliari, aumento dei
colesterolo cattivo, predisposizione all'obesità, minore resistenza
alla fatica.
Apporto insufficiente di
grassi soprattutto essenziali (polinsaturì):
affaticamento, disfunzioni nella crescita, problemi
di coagulazione e fragilità capillare. |
LA
DIGESTIONE
Tempo
di permanenza degli alimenti nello stomaco
Fino a 30': Glucosio,
fruttosio, miele, alcool, bibite isotoniche (in piccole quantità)
Da 30' a 60': Tè,
caffè, latte magro, brodo povero di grasso, acque minerali
zuccherate (tipo limonate, aranciate ecc.)
Da 60' a 120': Latte,
yogurt, cacao, formaggio magro, pane bianco, purè di patate, riso
bollito asciutto, pesce cotto, composta di frutta
Da 120' a 180': Carne
magra, legumi verdi lessati, carote e patate lessate, pasta, uova
strapazzate, omelette, banane, bistecca tartara
Da 180' a 240':
Pane nero, formaggio, frutta
cruda, legumi al vapore, insalata verde, filetto di pollo o vitello
ai ferri, patate arrosto, prosciutto
Da 240' a 300':
Arrosti, pesci e carne ai ferri, pisellini,
fagioli bianchi o verdi, torte al burro o alla crema
Circa 360': Lardo,
salmone affumicato, tonno sott'olio, insalata
di cetriolo, peperoni, patate fritte, arrosto di maiale, funghi
Fino a 480': Sardine
sott'olio, oca arrosto, zampetto di maiale,
crauti |
CONSIGLI
1 - Il pasto deve essere
sempre consumato almeno tre ore prima dell'esercizio fisico, per
evitare il richiamo dei sangue nell'apparato digerente invece che
nell'apparato muscolare.
2 - La colazione deve essere
sempre abbondante (20‑25% dell'apporto calorico dell'intera
giornata), ma si deve evitare di bere il caffelatte, perché i due
alimenti uniti, rallentano i tempi di digestione.
3 - Il pranzo deve essere
ricco di carboidrati e fibre vegetali, preceduto da un ricco piatto
di verdura mista.
4 - La cena deve essere
completa dal punto di vista nutrizionale.
5 - La frutta va mangiata
tutti i giorni, ma preferibilmente lontano dai pasti: è ricca di
zuccheri semplici ideali quando lo stomaco è vuoto.
6 -
è necessario bere
almeno un litro e mezzo al giorno di acqua minerale.
7 - Non bisogna esagerare con
sale, zucchero e condimenti vari come burro, panna e grassi animali. |
GLI ASPETTI DELLA
PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI NELL'ATLETA
a cura di
Riccardo Barigelli
In questo breve testo si vuole
evidenziare quella che oggi, oltre ad essere una tendenza, dovrebbe diventare
una "prassi metodologica": la necessità di collaborazione, priva di invidie e di
invasioni di campo, tra le diverse figure professionali che gravitano attorno
all'ambiente sportivo.
Nello svolgimento di un classico
programma di allenamento, si evince l'importanza di una modulazione dei carichi
cui è sottoposto l'atleta: la considerazione di un equilibrio tra carichi
esterni ed interni e di una ottimale proporzione tra carico e scarico.
Questi principi sono validi qualora
il programma si svolga in modo lineare, senza cioè interruzioni dovute ad
infortuni. Dati gli stress psico-fisici cui è sottoposto l'atleta, occorre
studiare mezzi attraverso i quali si potrà tentare di prevenire i traumi prima
del loro manifestarsi, o almeno di attenuarne la gravità.
Gli infortuni devono essere
considerati, e purtroppo "sono", parte integrante della progettazione
dell'allenamento. Occorre quindi un tempo giornaliero da dedicare alla
prevenzione, così come tempo viene dedicato all'allenamento delle diverse
capacità motorie: dobbiamo allenare la capacità di "prevenire".
FIGURA 1

L'allenatore dovrà programmare il
tempo dedicato alla prevenzione nell'ambito di ogni seduta (nei microcicli, nei
mesocicli e nei macrocicli) dell'allenamento.
La prevenzione ha nell'allenatore il
perno centrale per l'integrazione nel progetto di allenamento di numerose figure
professionali. Ad esempio: 1- medici specialisti in medicina dello sport,
psicologia, endocrinologia; 2- personale paramedico (terapisti della
riabilitazione, massaggiatori); 3- addetti ai settori tecnici (preparatori
atletici, istruttori).
FIGURA 2

Ogni tecnico dunque dovrà conoscere
un'ampia gamma di esercitazione tecniche, specifiche e preventive; dovrà avere
personale medico (specializzato nei diversi ambiti) e paramedico di fiducia.
Tale struttura dovrà arricchirsi
anche di ambienti in cui svolgere gli allenamenti: su tutti una palestra e una
piscina per la ginnastica in acqua.
Sarà un lavoro dispendioso nelle sue
fasi iniziali, ma che, a lungo termine, porterà i suoi benefici diminuendo
sicuramente l'incidenza e la gravità delle patologie e dei traumi da sport.
FIGURA 3

BIBLIOGRAFIA:
Paci G. - Barigelli R. "La cultura
della prevenzione con particolare riferimento all'Atletica Leggera" Nuova
Atletica, n° 167, marzo-aprile 2001
Riccardo Barigelli
Laureato in Scienze Motorie – Master in metodologia dell'allenamento – Master in
Scienza e Tecnica dello Sport e del Fitness
SALI MINERALI E ALIMENTI
a cura di
Sergio Lupo - Specialista in Medicina dello Sport

Chi fa sport può correre il rischio con la
sudorazione di perdere liquidi e sali minerali (la produzione di sudore può
ampiamente superare il litro ogni ora ...). Nelle giornate di caldo afoso poi,
si suda anche senza muoversi e la situazione può essere ulteriormente peggiorata
dalla presenza di elevati valori di umidità e di irraggiamento solare.
Con il sudore si perdono sodio, potassio, magnesio
... sali minerali che devono essere reintegrati per evitare il rischio di
alterare il corretto funzionamento dell'organismo: il nostro organismo ha dei
depositi di sali minerali a cui attingere in caso di necessità, ma se le perdite
sono eccessive si può andare incontro a problemi di vario tipo, a partire dai
crampi muscolari fino a pericolose forme di aritmie cardiache.
Si devono perciò reintegrare le perdite nel minor
tempo possibile, anche durante l'attività stessa (è infatti buona norma
reintegrare liquidi e sali durante la pratica sportiva stessa, bevendo ad
intervalli regolari).
L'acqua perduta si può recuperare con bevande
specifiche e con i cibi che ne sono ricchi (ad esempio, frutta, verdura). Per
quanto riguarda i sali minerali, le bevande
per lo sport ne contengono già in proporzioni corrette, ma una corretta
reintegrazione si può ottenere anche "scegliendo" i cibi più adatti.
Il sodio si trova, ovviamente, nel sale da cucina,
ma anche nei formaggi, nel tonno e nella carne bovina in scatola, nel salmone.
Anche gli affettati ne contengono in buona quantità (i più salutari da
utilizzare sono la bresaola ed il prosciutto). Pur se con più difficoltà, nei
cibi si può trovare anche potassio e magnesio: il potassio è contenuto nella
frutta (anguria, melone, banana ...), nei pomodori, nei broccoli, nel finocchio
e in vari tipi di insalata (soprattutto indivia e rucola). Anche pesce e pollame
ne contengono in buona quantità.
Il magnesio invece si può trovare nella frutta
"oleosa" (noci, nocciole, pinoli ...), cioccolato amaro e legumi (cibi che
contengono anche potassio).
SODIO |
Bresaola e Prosciutto
 |
Grana e
Pecorino
 |
Gli
affettati migliori. Meglio eliminare dal prosciutto il grasso, ricco
di grassi saturi. |
Tra i
formaggi, il più ricco di sodio e cloro è il pecorino stagionato,
seguito dal parmigiano e dal grana. |
POTASSIO |
Melone
e Anguria
 |
Pomodori e Insalata
 |
Sono,
con kiwi, albicocca, banana, ananas e frutta secca, i frutti che
contengono il maggior quantitativo di potassio. |
Una
insalata mista, oltre all'acqua, fornisce una buona quantità di
potassio. |
MAGNESIO |
Noci e
Nocciole
 |
Fagioli
e Lenticchie
 |
Sono
ricche di magnesio (e contengono anche potassio), ma devono essere
utilizzate con moderazione essendo molto caloriche (650-700 calorie
ogni 100 grammi). |
I legumi
contengono magnesio (e anche potassio). Quello che ne contiene in
maggior quantità è la soia, poco utilizzata nel nostro paese. |
SOTTO QUESTO SOLE
... COME ABBRONZARSI SENZA RISCHI
a cura di |
 |
Finalmente l'estate, le vacanze, il relax, il sole, l'abbronzatura!
Purtroppo, anche gli eritemi, le scottature, i colpi di calore; e poi
l'invecchiamento precoce della pelle, le rughe, il rischio melanoma.
Ma insomma, questo sole fa bene o fa male? Dipende da come ci si avvicina.
Il sole favorisce la sintesi della vitamina D, combatte il rachitismo ed i
batteri, fissa il calcio nelle ossa, fa bene anche a livello psicologico,
stimolando la produzione di endorfine e combattendo la depressione. Ma
un'esposizione solare massiccia e senza un'adeguata protezione può provocare
danni irreversibili alla nostra pelle (ustioni, rughe, invecchiamento precoce
fino al melanoma) che perde il potere di rigenerarsi con l'età e le frequenti
esposizioni al sole.

(Disegno: Roberto Mangosi - Idea: Biagio Maffettone)
LA TINTARELLA
La pelle esposta al sole assorbe parte dei suoi raggi, avviando una reazione
chimica che si sviluppa per proteggere gli strati profondi della cute. Infatti,
con il sole, i melanociti vengono stimolati a produrre più melanina, il
pigmento che dà la colorazione dell'abbronzatura. L'abbronzatura, quindi, altro
non è che l'autodifesa che la pelle attua per proteggersi dai raggi solari, in
particolare dai raggi ultravioletti.
I raggi solari, infatti, sono di tre tipi:
1) la luce visibile, che ha un
effetto antidepressivo
2) i raggi infrarossi, che sono quelli che danno
la sensazione di calore, ma possono portare disidratazione e vasodilatazione
3)
i raggi ultravioletti che, invece, sono invisibili e non riscaldano, ma
sono quelli che possono produrre gli effetti più dannosi sulla pelle perché, per
la loro corta lunghezza d'onda, riescono a penetrare anche negli strati più
profondi.
I
raggi ultravioletti si possono distinguere in: Raggi UVA, che
stimolano l'abbronzatura, ma possono provocare invecchiamento precoce della
pelle, allergie e tumori cutanei; Raggi UVB, che favoriscono
l'abbronzatura veloce e la sintesi della vitamina D, ma provocano scottature,
arrossamenti, eritemi e tumori cutanei; Raggi UVC, che non arrivano alla
Terra perché vengono fermati dallo strato di ozono.
COME PROTEGGERSI
La cute ha dei meccanismi di autoprotezione che variano a seconda del tipo di
pelle che si ha: l'esposizione ai raggi solari deve essere di 5-10 minuti per le
persone dalla carnagione chiara con occhi azzurri o verdi e capelli biondi, fino
ai 45 minuti per le persone di pelle nera, con capelli ed occhi scuri. Le zone
del corpo più a rischio sono le cosce, il viso, il naso e le labbra, le braccia,
la parte superiore delle spalle. I solari sono un ottima barriera contro i raggi
ultravioletti. Oggi ne esistono di vario tipo in commercio (gel, latte,
emulsione, crema, spray) e permettono di avere una pelle dorata senza rischiare
brutte sorprese. Per scegliere un solare bisogna innanzitutto guardare il
fattore di protezione: più alto è il numero indicato, maggiore è la protezione
offerta dal prodotto.
Bisogna però tener conto del fatto che questi prodotti vengono testati in
laboratorio su quantità maggiori rispetto a quelle realmente utilizzate per
l'esposizione al sole. Quindi, per essere sicuri di non incorrere in scottature
nonostante la protezione, è meglio comprare un solare con indice di protezione
maggiore rispetto a quello indicato per il proprio tipo di pelle. Altra
considerazione importante: un prodotto idrorepellente è preferibile ad uno che
si scioglie nell'acqua perché in questo modo può proteggervi anche durante il
bagno. È necessario, però, in ogni caso, riapplicarlo appena vi rimettete al
sole.
Esistono dei solari detti "a schermo totale", cioè con filtri per tutti i raggi
ultravioletti (UVA ed UVB), ma questo non vuol dire che assorbono tutti i raggi
e che quindi non permettono l'abbronzatura. Infatti, anche questi solari hanno
un fattore di protezione che si adatta ai diversi tipi di pelle. È vero, però,
che con lo schermo totale ci si abbronza più lentamente e con minore intensità.
IL DANNO è FATTO!
I raggi ultravioletti, sia UVA che UVB, sono ugualmente pericolosi se
sottovalutati e presi alla leggera, sebbene fino a qualche anno fa si pensava
che soltanto gli UVB fossero dannosi alla pelle. Il danno più grave è quello al
DNA delle cellule cutanee, che solitamente ha luogo nei primi anni di vita e
che, se non viene riparato dai meccanismi naturali della cute, può condurre in
età adulta al tumore cutaneo. Ma ci sono anche altri tipi di danno solare, più
immediati ed ugualmente pericolosi.
Dopo un'esposizione non protetta ed in orari proibitivi, il danno più immediato
e visibile è l'eritema solare. È un disturbo provocato dagli UVB che
colpisce le persone dalla pelle chiara. Si presenta in generale con un
arrossamento, ma può essere accompagnato da prurito e gonfiore. Se l'entità è
lieve, un buon doposole può bastare a far rientrare l'emergenza; in casi di
eritema grave, bisogna ricorrere al medico che prescriverà una crema al
cortisone ed un antistaminico.
Durante i primi giorni si può andare incontro anche a vere e proprie ustioni
con produzione di vesciche, soprattutto se la pelle è molto chiara e ci si
espone durante le ore più calde della giornata. In questi casi, bisogna
astenersi dal bagno di sole per qualche giorno ed applicare una crema idratante.

QUALCHE CONSIGLIO
Per godervi la vacanza senza dover poi pentirvi, è bene seguire qualche
semplice consiglio che vi permetterà di abbronzarvi delicatamente e senza
rischi.
Innanzitutto, non abbiate fretta di diventare neri: la pelle deve abituarsi ai
raggi solari ed una esposizione violenta potrebbe provocare danni irreparabili;
rimanete quindi al sole 20-40 minuti i primi giorni ma evitate di esporvi
durante le ore più calde, cioè dalle 12 alle 16. Utilizzate un solare con
fattore di protezione alto e ripetetene l'applicazione almeno ogni due ore o
comunque dopo ogni bagno/doccia, anche se il prodotto è idrorepellente. Anche se
ci sono le nuvole o se siete sotto l'ombrellone, i raggi solari possono
raggiungervi comunque; non dimenticate quindi di applicare la crema solare anche
in questi casi. Bevete molto durante l'esposizione perché il sole disidrata e
questo danneggia non solo la pelle, ma l'intero organismo.
Non utilizzate cosmetici, profumi o deodoranti perché rendono la pelle più
sensibile ai raggi solari e, quindi, più vulnerabile; lo stesso vale per alcuni
farmaci (se seguite una particolare terapia, parlatene con il vostro medico).
Fate attenzione soprattutto ai neonati e ai bambini in generale; portateli al
mare la mattina molto presto (7.30-9.00) o nel tardo pomeriggio (17.30-19.00) e
proteggeteli sempre con cappellini e magliettine.
Fate attenzione anche se praticate sport all'aria aperta sotto il sole o a mare:
applicate i solari con maggiore frequenza (la sudorazione "lava via" la crema
solare anche se è idrorepellente) e con un alto fattore di protezione (il mare,
per esempio, riflette il sole del 20% in più). A fine giornata, lavate via con
una doccia i residui della crema solare che avete utilizzato durante il giorno
ed applicate un doposole che abbia proprietà lenitive ed idratanti; questo
aiuterà voi a sentirvi più freschi e la pelle a rigenerarsi.
MARE, SOLE E ... SCOTTATURE
Con l'arrivo dell'estate viene la voglia di rimanere sotto il sole in riva al
mare per ore intere. Se questo può essere possibile per chi non lavora ed ha
tutto il tempo a disposizione, è impossibile invece per chi è impegnato per
tutta la settimana e deve approfittare del fine settimana per prendere un po' di
tintarella. È proprio questo ragionamento che si trova alla base dei problemi
che derivano dall'esposizione "selvaggia" ai raggi solari, vittime
soprattutto quelli che potrebbero essere definiti i "vacanzieri della domenica".
Sono proprio queste persone, infatti, le più esposte ai rischi derivanti dalla
ricerca di un'abbronzatura veloce e senza protezione.
Negli ultimi anni, purtroppo, complice il cambiamento climatico ed il famigerato
buco dell'ozono, i raggi solari sono diventati più "cattivi". Nel senso che, chi
prima poteva esporsi al sole senza problemi e senza protezione, adesso si vede
costretto a proteggersi come tutti gli altri. Qualche anno fa, infatti, chi
aveva una carnagione scura era essenzialmente protetto dai rischi di eritema ed
ustione; oggi, anche queste persone con fototipo 4-6 (cioè con carnagione
scura o molto scura) devono fare attenzione all'esposizione al sole perché il
danno alla pelle può degenerare fino a predisporre all'insorgenza del melanoma.
PRIMA DI ANDARE AL MARE
Se si è particolarmente a rischio di scottature, si può pensare di effettuare,
almeno un mese prima di partire per le vacanze, una terapia particolare a base
di vitamine per rafforzare il proprio organismo. È sufficiente recarsi da un
dermatologo, il quale sottoporrà il paziente ad un esame indolore, effettuato
con un macchinario che riproduce i raggi solari. Da questo macchinario
fuoriescono delle fibre ottiche che vengono applicate sulla schiena. Il giorno
dopo si torna dal dermatologo, che valuterà l'effetto che le fibre ottiche,
simulanti i raggi solari, hanno avuto sulla pelle e prescriverà una terapia
ad hoc. Tale terapia sarà a base di vitamine C ed E, betacarotene e selenio.

SENZA PROTEZIONE? ERITEMA ED USTIONE
È chiaro che, qualunque sia il vostro fototipo e indipendentemente se effettuate
una terapia preventiva per rafforzare l'organismo oppure no, la protezione
solare è l'unica arma veramente efficace contro le scottature. Senza la
protezione si rischia di essere vittima di un eritema solare o, peggio ancora,
di un'ustione vera e propria.
L'eritema solare è il primo passo verso la scottatura. Si presenta con
pelle arrossata e la comparsa di tanti puntini dopo una notte di sonno agitato.
Oltre a bruciare, la pelle prude, e forse è questo il sintomo più fastidioso,
perché insopportabile. Avvicinando la mano alla zona interessata, si può
avvertire il calore uscire dai pori. Può aiutare fare una doccia con acqua
tiepida, quasi fredda, per lavare via il sale, la sabbia ed i residui
dell'abbronzante; quindi, applicare una crema lenitiva con prodotti naturali. Se
la situazione non migliora, si rende necessaria l'applicazione di creme ai
corticosteroidi. Importante evitare l'esposizione al sole per almeno un paio
di giorni.
L'ustione è il secondo grado della scottatura. La pelle si presenta di un
colore rosso intenso e gonfia; talvolta, l'ustione può essere accompagnata da
brividi e febbre. Dopo qualche ora, la zona interessata si riempie di bolle
piene di liquido, tipico sintomo di un'ustione. Assolutamente da evitare la
rottura delle bolle, perché si rischia di infettare la pelle sottostante;
proibito anche togliere la pelle se la bolla si rompe da sola. La pelle
ustionata deve essere lavata con un detergente delicato con avena colloidale ed
asciugata tamponandola con un asciugamano morbido e senza strofinare. Infine, va
applicata una crema a base di cortisone ed antibiotico. Se c'è anche
febbre, si può assumere del paracetamolo. Evitare l'esposizione al sole almeno
finché non c'è più la pelle che ricopriva la parte ustionata.
Per godervi in tutta tranquillità e serenità le vacanze al mare
ed evitare
spiacevoli sorprese:
-
Per i primi giorni di esposizione
utilizzate una crema ad altissima protezione contro UVA e UVB.
-
Evitare di stare al sole tra le 11
e le 15, quando il sole è al massimo ed è quindi più pericoloso.
-
Applicare la protezione solare più
volte al giorno, soprattutto quando si esce dall'acqua e anche quando ci
si siede sotto l'ombrellone.
-
Effettuare le passeggiata in
riva al mare soltanto al mattino presto o nel tardo pomeriggio, oppure
coprirsi con un cappello a tesa larga ed una maglietta a mezze maniche.
-
Se si va in barca, scegliere
una protezione maggiore, poiché i raggi solari sono più intensi.
-
Se nonostante tutto avete già un
eritema, evitate di esporvi: allontanerete così lo spettro
dell'ustione.
Per
restare in spiaggia senza rischi:
-
Quando fate la
doccia utilizzate sempre un sapone neutro in piccole quantità, così
eviterete che la pelle si secchi al sole. Evitate anche il deodorante o il
profumo, poiché rende più sensibile la pelle al sole. Subito dopo, passate
l'abbronzante; farà bene la parte della crema idratante e si
assorbirà in modo che siate pronti per il sole quando scendete in spiaggia:
infatti, l'abbronzante ci mette almeno un quarto d'ora per essere assorbito
dalla pelle e fare effetto.
-
Se non avete un buon motivo per
rimanere sotto l'ombrellone (presenza di eritema, assunzione di
farmaci particolari, ecc.), è preferibile fare solo una piccola sosta,
poiché sotto l'ombrellone si forma una "cappa di caldo" che fa aumentare la
temperatura corporea più di quanto accade sotto il sole; è preferibile,
semmai, andare sul lido o nel bar dove almeno c'è più ventilazione.
-
Se siete a prendere il sole a
mezzogiorno, ricordate che è sconsigliato rimanere sotto il sole tra
le 12 e le 15 perché i raggi solari sono notevolmente intensi; se proprio
volete rimanerci, almeno adottate qualche trucco: bagnatevi spesso in mare
o, in alternativa, con un secchiello; passate ogni tanto il solare con il
filtro protettivo.
-
Tornando dal mare, fate una doccia
con acqua dolce, che possa lavare via abbronzante e sale.
-
Per quel che riguarda i capelli,
spazzolateli e passatevi sopra lo spray solare per proteggerli; se
sudate facilmente raccoglieteli, ma evitate i berretti, perché aumentano la
traspirazione e li rendono più secchi. Uno shampoo può ridonare
lucentezza e bellezza alla chioma: basta un terzo della quantità solita ed
abbondante acqua tiepida per lavare via il sale e la sabbia.
-
Ricordate di evitare, durante l'esposizione
al sole, di assumere farmaci quali antibiotici, lassativi o pillole
ormonali, poiché rendono la pelle più sensibile ai raggi solari: se proprio
non potete farne a meno, mettetevi sotto l'ombrellone, tanto vi abbronzate
lo stesso.
-
Dopo la doccia è d'obbligo il cosiddetto
doposole, indispensabile per il riequilibrio della pelle dopo una
giornata intensa di mare, sole e piscina; qualunque tipo di doposole va
bene, l'importante è che sulla confezione vi sia la scritta "idratante".
|

LE CELLULE ADIPOSE SONO IMMORTALI:
Ecco perché è
difficile perdere peso
di Sara Ficocelli
(Fonte:
LA REPUBBLICA
- 5 maggio 2008)

La quantità delle cellule di
grasso rimane costante nell'organismo per tutta la vita.
Il numero si decide durante l'infanzia. Il medico: "Importante la tipizzazione
del paziente".
Aperta la strada a un nuovo modo
di guardare all'obesità.
Chi da sempre ha qualche chilo di
troppo e non riesce a perderlo può mettersi l'animo in pace: le cellule adipose
sono immortali. O meglio: muoiono, ma subito vengono rimpiazzate da altre dello
stesso tipo. Una ricerca svedese pubblicata su "Nature" afferma, infatti, che il
numero degli adipociti, ovvero le cellule di grasso, rimane costante
nell'organismo di un adulto per tutta la vita. Le cellule che muoiono vengono
subito rimpiazzate.
Secondo Kirsty Spalding, del
Karolinska Institute di Stoccolma, che ha studiato campioni di grasso prelevati
attraverso la liposuzione sia da persone grasse che magre, il numero degli
adipociti rimarrebbe lo stesso anche in adulti che sono diventati magri dopo
aver perso parecchi chili. Un risultato che lei e i suoi colleghi spiegano con
il fatto che il livello di obesità è stabilito sia dalla combinazione tra il
numero delle cellule di grasso e la loro grandezza, sia dallo stato degli
adipociti, che nel corso della vita subiscono delle modificazioni a seconda
della quantità di grasso assunta con il cibo.
"Questa scoperta - spiega Claudio Taboga, medico specialista di
Endocrinologia presso il dipartimento di Nutrizione clinica dell'Ospedale di
Udine - accorcia le distanze tra l'obesità cosiddetta ipertrofica, cioè dovuta
all'aumento del volume cellulare, e quella iperplastica, cioè dovuta all'aumento
del loro numero. Secondo questa ricerca, il substrato anatomico resterebbe
invariato ed è questo il motivo per cui per certe persone è così difficile
dimagrire. Ogni cellula occupa uno spazio ben preciso e quando ci sono problemi
di numero è difficile ottenere perdite di peso significative, ma con un
trattamento ad personam ci sono possibilità di miglioramento. Non
dimentichiamo - conclude - che l'obesità non è mai una condizione unitaria, la
tipizzazione del paziente è fondamentale".
Secondo il professor Mauro
Magnani, ordinario di Biochimica e direttore del Centro per le Biotecnologie
dell'Università di Urbino, "bisogna lavorare a livello biochimico sull'accumulo
di lipidi nelle cellule e sui meccanismi che regolano il loro metabolismo.
Purtroppo dell'obesità precoce non si sa quasi nulla, ma questa scoperta potrà
forse aiutare la scienza anche in questo senso".
Sebbene il numero degli adipociti rimanga costante durante tutta l'età adulta,
ci troviamo di fronte, spiega la professoressa Spalding, ad un processo
dinamico di morte e rinascita, in cui cellule grasse "vive" rimpiazzano quelle
"morte" con un tasso del 10 per cento circa l'anno. Il numero di tali cellule
nel nostro corpo resterebbe quindi sempre identico, anno dopo anno,
dall'adolescenza all'età adulta. Una scoperta che fa pensare che la differenza
del numero di cellule di grasso tra le persone obese e magre si stabilisca
durante l'infanzia e rimanga tale per tutta la vita. Sfiancanti ore di palestra,
diete dimagranti, pasti saltati e creme brucia-grassi: sarebbe perciò tutto
inutile, o quasi.
La ricerca suggerisce però domande interessanti: cosa determina il numero di
cellule grasse nel corpo di una persona? Quando esattamente si stabilizza questo
numero? C'è un modo per intervenire e ridurre questa quantità? E si potrebbe
tentare di far morire queste cellule prima che altre rinascano?
La comunità scientifica americana si
è subito dimostrata entusiasta della scoperta, cogliendone tutte le
potenzialità. "Questa notizia apre la strada a un nuovo modo di guardare
all'obesità - sintetizza Lester Salans, della scuola di medicina Mount
Sinai di New York, mentre secondo Jeffrey S. Flier, ricercatore della
Harvard Medical School, dietro di essa c'è "tutto un sistema che aspetta solo di
essere esplorato".
La scoperta è stata fatta studiando i livelli degli isotopi radioattivi trovati
all'interno delle cellule di grasso di persone che hanno vissuto durante il
breve periodo della "Guerra Fredda", quando, tra il 1955 e il 1963, sono stati
fatti diversi esperimenti nucleari. La prova che gli adipociti morti verrebbero
sostituiti con altri nuovi è stata fornita dall'analisi dei tessuti di persone
le cui cellule grasse si erano rinnovate prima di quel periodo. Queste persone
avevano assorbito radioattività solo successivamente, dimostrando come le
cellule fossero state ricostituite.
Già Jules Hirsch, della Rockefeller University di New York, aveva cercato
di spiegare perché per certe persone fosse così complicato perdere peso, a
differenza di altre, e le sue conclusioni si erano avvicinate molto a quelle dei
suoi colleghi svedesi. Ma gli studi a un certo punto si arenarono.
La domanda, allora come oggi, era
comunque sempre la stessa: cosa regola questo processo?
E c'è qualche possibilità di nintervenire?

TRAPIANTO DI
CARTILAGINE, PRIMI DUBBI
Fabio Lodispoto
(Fonte:
La Repubblica Salute
- Anno 13 n. 556)

Nel 1994 il primo annuncio: "effettuati con successo
i primi trapianti di cartilagine coltivata in laboratorio". Una speranza per chi
soffre di lesioni della cartilagine e forme iniziali di artrosi del ginocchio e
caviglia. Le cellule della cartilagine infatti non si riproducono in vivo ma
crescono benissimo in laboratorio: chi ha subito un danno articolare alla
cartilagine che riveste le superfici del ginocchio non ha speranze di guarire,
se non con cartilagine coltivata in laboratorio, partendo da una piccola
quantità sana prelevata dall'articolazione e messa in coltura.
"Nel 2006 si è alzata la prima voce contraria a
questi risultati", spiega Giuliano Cerulli, dell'ateneo di Perugia, "un
autorevole gruppo di studio norvegese ha confrontato due gruppi di pazienti: il
primo trattato con trapianto autologo di condrociti, il secondo con una tecnica
artroscopica di stimolazione della cartilagine.
Il primo gruppo subiva tutte le fasi del trapianto
di cartilagine allevata in laboratorio: primo intervento di prelievo di
cartilagine, attesa di almeno 3 settimane e secondo intervento di trapianto. Il
secondo subiva un unico intervento artroscopico durante il quale la zona di
cartilagine mancante o gravemente danneggiata era trattata con uno strumento che
pratica minuscoli fori nell'osso sottostante.
Risultato: i pazienti dei due gruppi seguiti per 2
anni non hanno mostrato differenze di rilievo. Anzi i "trapiantati" hanno avuto
percentuali maggiori di insuccesso".
A un anno le voci si sono moltiplicate: 10 quelle
selezionate dalla Cochrain Collaboration, la più importante associazione che
certifica e legittima la qualità e la attendibilità degli studi, e altre 10 in
corso di valutazione. Impossibile non tenerne conto, ma la partita non è chiusa.
Ad oggi il mondo dell'ortopedia consiglia di trattare i difetti della
cartilagine del ginocchio fino a 4 cm quadrati con la semplice stimolazione
della cartilagine utilizzando la tecnica delle microfratture, mentre le lesioni
più estese con il trapianto di cartilagine.
"Infine" chiarisce Cerulli "nessuna delle due
tecniche è valida per la artrosi avanzata e dopo i 50 anni".
CORSA E GLICEMIA
Marco Piumetti

Lo scopo di
questa breve ricerca è quello di far notare come sussista l'effetto di riduzione
del livello di glucosio nel sangue al termine di ogni allenamento sportivo, in
particolare per la corsa non agonistica della durata di circa 30 minuti su un
percorso pianeggiante di circa sei chilometri.
I risultati di
tale ricerca sono il frutto di una serie di analisi del sangue a cui mi sono
sottoposto (con un analizzatore portatile) prima e dopo ciascun allenamento nel
corso dell'intero anno 2006.
I "miei" vari
tempi sono stati trasformati in punteggi T, una scala che permette di
standardizzare i punteggi grezzi di una prova collocandoli su una curva di
distribuzione normalizzata (con media 50 e deviazione standard 10), calcolati
sul totale delle 186 corse (media 1582 sec. ± DS 68 sec.) valutate nel il
periodo 2002-2006. In particolare i valori con T maggiori di 50 indicano
prestazioni migliori rispetto alla media dei valori e viceversa con i valori
di T inferiori a 50.
Un primo
risultato che è emerso nel corso della ricerca è il fatto che al termine di ogni
prova il livello di glucosio nel mio sangue era sensibilmente inferiore rispetto
al livello di partenza, salvo rare eccezioni, come si può osservare dalla
Tabella, con una differenza media di glucosio di circa 12 mg/dl. Inoltre, si
nota come la media delle deviazioni standard appare più ristretta al termine di
delle prove rispetto alle condizioni iniziali (rispettivamente 13.2 e 21.2) e
tale fenomeno può indicare una migliore stabilizzazione dei valori quando si ha
un modesto livello di glicemia.
|
Media |
Dev. stand. |
Prestazioni 2006
Punti T |
55 |
5.7 |
Glicemia (prima) mg/dl |
95 |
21.2 |
Glicemia (dopo) mg/dl |
83 |
13.2 |
Prestazioni e Glicemia
Un'ulteriore
considerazione interessante può essere fatta riguardo alla forte correlazione
che sussiste tra il livello iniziale di glicemia ed il consumo di glucosio al
termine di ogni prova (r = 0,818; n = 32). Dal Grafico, infatti, si può
osservare la relazione di linearità che è presente tra i due fattori ed in
particolare come sia importante, e benefico, l'effetto della corsa nel ridurre
il livello di glucosio nel sangue; tale effetto è tanto più marcato quanto
maggiore è il livello di glucosio iniziale.

Glicemia iniziale e consumo di glucosio
Pertanto, anche
da questo punto di vista, la corsa svolge un ruolo estremamente importante per
quanto riguarda il mantenimento dello stato di salute, prevenendo il rischio di
iperglicemia, poiché tende a stabilizzare verso valori più bassi il livello di
glucosio nel sangue al termine di ogni prova in modo tanto più marcato quanto
maggiore è il livello iniziale di glicemia.
SPORT CRUENTI? ATTENZIONE AI DENTI

Ti si è spezzato un dente o lo hai addirittura perso dopo essere caduto
mentre sciavi o durante una partita di calcio, o di basket? Ecco alcuni consigli
pratici per recuperare rapidamente il sorriso
Facendo sport una
brutta caduta può capitare. E i denti potrebbero essere i primi a subirne le
conseguenze. Non è un caso se fratture, lussazioni ed avulsioni dei denti
frontali sono per lo più causate da incidenti subiti in ambito sportivo. Ciò che
forse molti non sanno, però, è che gli sport incriminati non sono solo quelli
così detti "cruenti" o di contatto, come d esempio il rugby, il pugilato,
l'hockey o il basket.
Un caduta sciando,
ma anche una semplice partita di calcio o una corsa in bici può essere causa di
traumi seri ai denti frontali.
"Ridurre al minimo
il danno è possibile, così come alcuni consigli possono velocizzare il tempo
necessario per recuperare, in tutti i sensi, il sorriso", afferma l'esperto Luca Dalloca, odontoiatra di fama internazionale, autore di diverse pubblicazioni sul
tema dell'odontoiatria estetica e responsabile di Health Design, centro
odontoioatrico milanese specializzato in protesi ed estetica dentale. "Se si
incorre in una brutta caduta che coinvolge l'apparato dentale, la prima regola è
agire tempestivamente e diversificare gli interventi in base al tipo di trauma
subito".
I TIPI DI TRAUMA
I traumi da sport di cui i denti possono essere vittima sono principalmente di
tre tipi:
-
Fratture, di smalto,
dentina o frattura radicolare (quando il dente si rompe)
-
Avulsioni,
estrazioni complete del dente (quando si perde totalmente il dente)
-
Lussazioni, mobilità
con dislocazione del dente (quando il dente traballa)
CHE COSA FARE IN
CASO DI:
Se ci si è rotto un
dente, occorre conservare la parte fratturata preferibilmente nel latte o in
alternativa in acqua. Sarà poi il dentista a riattaccare il frammento al resto
del dente. Le probabilità di successo sono molto alte e l'intervento è
risolutivo. Se, però, la rottura raggiunge la polpa, il trattamento diventa più
complesso ed il dente necessita di devitalizzazione. Nel caso, infine, che la
frattura colpisca la radice del dente, la prognosi è infausta e spesso si è
costretti ad estrarre il dente.
Se si è perso
completamente il dente, si deve tentare di reinserirlo subito nell'alveolo e
farlo fissare temporaneamente dal dentista. Le probabilità di successo del
reimpianto sono proporzionali al tempo trascorso dall'avulsione al
reinserimento, minore è il tempo maggiori sono le possibilità che il dente
rimanga vitale.
Se il dente
traballa, ci si deve recare dal dentista che lo fisserà temporaneamente dopo
averlo riposizionato correttamente. La percentuale di mantenimento della
vitalità del dente è altissima.
IL VALORE DELLA
PREVENZIONE
"Naturalmente, come
sempre, prevenire è meglio che curare, ed il migliore strumento per evitare
traumi dentali è il mouth guard (paradenti)" - spiega Dalloca -
"Esistono sia quelli preformati, che si possono trovare nelle farmacie o nei
negozi sportivi, che quelli creati ad hoc sullo stampo della bocca dal
proprio dentista".

ALITOSI: COME AFFRONTARLA

L'alitosi rientra a pieno titolo
in quella categoria di disturbi vissuti a volte ancora con imbarazzo o
vergogna, questo soprattutto perché ci mettono in difficoltà nel nostro
quotidiano rapporto con gli altri. L'errore in cui s'incappa più
facilmente è quello di ritenere l'alitosi semplicemente un problema di
cattiva o scarsa igiene orale - così come spesso non si tiene conto che
lavarsi spesso non "salvaguarda" alcune persone dall'emanare un odore
sgradevole; l'alitosi invece, strettamente legata anche all'igiene orale,
può essere la conseguenza di altri disturbi.
In primis problemi
gastrointestinali, diabete (acetosi), reflusso gastroesofageo,
infezioni che colpiscono seni paranasali e tonsille, l'utilizzo di alcuni
farmaci ... A tutto ciò naturalmente si vanno ad aggiungere alimentazione
non corretta e
sigarette.
Il primo obiettivo di chi soffre di alitosi dovrebbe dunque
essere quello di eliminare il disturbo alla radice, andando ad agire sulla
causa scatenante. Se masticare qualche fogliolina di prezzemolo può aiutare a rinfrescare la bocca, così come fa l'olio essenziale di
menta o la tradizionale fogliolina di salvia da strofinare su
denti e gengive dopo i pasti, un primo importante passo consiste nel
depurare l'organismo.
E dunque: eliminare le tossine, aiutare fegato e
reni a lavorare al meglio, favorire il processo digestivo. Per questa
generale azione "purificante" vengono in soccorso Genziana,
Cardo Mariano, Tarassaco, Aloe Vera e Carciofo.
Il tè verde invece, grazie ai composti polifenolici in esso
contenuti, esercita un'efficace azione deodorante aiutando ad eliminare
alcune sostanze che si formano nel cavo orale, o che si accumulano nel
nostro corpo perché contenute negli alimenti.
Un altro valido alleato è
l'olio essenziale di finocchio che stimola le funzioni gastrica ed
intestinale, oltre ad esercitare un'azione antimicrobica. Il cardamomo
invece, una spezia che ormai si trova facilmente anche nelle nostre
dispense, contiene un olio essenziale a suo volta ricco di Eucaliptolo,
che favorisce lo svuotamento gastrico ed è capace di frammentare quelle
molecole colpevoli di dar vita a composti dall'odore sgradevole.
Se il
problema invece è legato a disturbi del cavo orale, quali, ad esempio, infezioni, si
può intervenire con sciacqui di olio essenziale di Melaleuca
diluito in acqua. Lo stesso olio di Melaleuca può essere utilizzato per
gargarismi in caso di faringiti o di infiammazioni delle tonsille. Per
i problemi del cavo orale viene in soccorso anche la Propoli (è
disponibile sotto varie forme: spray, collutorio, estratto idroalcolico).
ALITOSI: DUE UTILI TISANE
Preparare una miscela con queste erbe
essiccate:
20 g di frutti di anice verde - 20 g di radice di liquirizia - 20 g di foglie di
basilico
Lasciare in infusione per 15 minuti 5 g di miscela in 120 ml d'acqua calda.
Filtrare e bere una tazza di tisana prima dei pasti.
Preparare una miscela con una presa di menta, una di salvia e una di lavanda.
Tritare bene le erbe e lasciare in infusione per 10 minuti in un bicchiere di
acqua calda. Filtrare e bere dopo i pasti.
|
LA
SALVIA

Esistono almeno 500 specie differenti
di salvia - famiglia delle Labiatae - alcune perenni altre annuali. Tra queste
alcune vengono coltivate esclusivamente a scopo ornamentale, merito dei
graziosissimi fiori che regalano durante la stagione estiva. Se infatti la
Salvia Officinalis, quella più nota, comincia a colorarsi di azzurro-violetto
all'inizio dell'estate, la Salvia Coccinea si tinge di rosso, mentre la Salvia
Patens o "salvia genziana" presenta fiori di un azzurro intenso. La Salvia
Officinalis presenta delle foglie ovali dal colore grigio - verde (ne esistono
anche di variegate di un bianco crema o di rosa) e il fusto, inizialmente
lanuginoso, diviene legnoso dopo il primo anno di vita. Questa pianta ama il
terreno asciutto, solitamente soffice, ma anche arido e sassoso. Teme l'umidità
e i ristagni d'acqua quindi, se la coltivate in vaso, cercate di interrarla in
un terriccio ben drenato (è sufficiente aggiungere dei sassolini alla terra).
Ama le posizioni esposte al sole e ben calde, ma cresce anche in luoghi
leggermente ombreggiati. Resiste abbastanza bene al gelo, ma se la temperatura
scende di molti gradi al di sotto dello zero è necessario proteggere la pianta.
In caso di eccessiva umidità le foglie diventano scure e, in generale, quando
queste presentano delle macchie significa che la pianta sta soffrendo. Se invece
le macchie sono di colore giallo significa che le radici della salvia non hanno
spazio sufficiente. La pianta va innaffiata regolarmente senza mai esagerare in
quantità. Anche se si tratta di una pianta perenne, dopo circa 4 anni è
consigliabile sostituirla. Il momento migliore per cogliere le foglie per poi
farle essiccare è subito prima della fioritura. L'essiccazione deve avvenire
lentamente in un luogo ben ventilato, asciutto e all'ombra. Si raccolgono anche
le sommità fiorite avendo cura di recidere anche una piccola porzione di
rametto.
La salvia, essiccata o fresca, viene spesso utilizzata in cucina. Solitamente
insaporisce gli arrosti, la carne di coniglio, stufati e ripieni - in generale
rende più facilmente digeribili le carni grasse. Insieme al burro fuso viene
utilizzata per condire tortelli con un ripieno a base di ricotta ed erbette.
Ottima anche fritta, con o senza pastella.
Da provare: preparate una focaccia condita solo con olio, sale grosso e qualche
foglia di salvia leggermente unta d'olio.
Tanti anche gli utilizzi non "culinari":
- la tisana preparata lasciando in infusione per qualche minuto in acqua calda
qualche foglia fresca di salvia favorisce la digestione, agisce come
antinfiammatorio sul cavo orale, placa gli attacchi di tosse
- aiuta ad abbassare il valore glicemico
- diminuisce l'eccessiva sudorazione provocata da un generale indebolimento
fisico
La salvia esercita inoltre un'azione astringente per cui se ne può utilizzare il
decotto come una sorta di tonico.
|
PER UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE
NON DOBBIAMO
DIMENTICARE LE ... PENTOLE
Leonardo Maria Leonardi

La cottura dei diversi alimenti richiede l'impiego di contenitori (pentole,
padelle ...) che siano adatti per la forma e le dimensioni e, soprattutto, i
materiali.
Vediamo i pregi ed i difetti di quelli più comuni.
LA TERRACOTTA
Pregi - Sono i contenitori per cucinare dell'origine dell'umanità.
Effettivamente sono pentole ottime, adatte alla preparazione di una infinità di
piatti. I risultati migliori si hanno, tuttavia nella cottura dei cereali e di
tutti quei cibi che hanno bisogno di "sobbollire" lentamente e a lungo con fuoco
molto basso. Il "pentolame" in terracotta può essere utilizzato per conservare in
frigorifero gli alimenti cotti.
Difetti - Queste pentole sono di manutenzione delicate (si possono
facilmente sbeccare) e posseggono una certa porosità che trattiene gli aromi
degli alimenti. è dunque
opportuno che non vi siano conservati a lungo i cibi. D'altra parte proprio
questa caratteristica costituisce per molti un pregio. Esistono infatti in molte
cucine pentole di terracotta destinate alla preparazione sempre dello stesso
tipo di piatto, come i fagioli stufati ed i crauti, ai quali, secondo gli
intenditori, donano un sapore particolare.
è preferibile utilizzare pentole
prive di decorazioni perché le vernici colorate contengono pigmenti a base di
metalli tossici.
L'ACCIAIO INOSSIDABILE
Pregi - L'acciaio inossidabile è una lega di ferro, nichel, cromo e
carbonio. è molto resistente ed è
particolarmente facile da pulire.
Difetti - Poiché l'acciaio non è un buon conduttore di calore, i cibi si
attaccano facilmente sul fondo se durante la cottura viene a mancare l'acqua.
Per questo nelle pentole di migliore qualità il fondo di acciaio è integrato con
dischi di rame o alluminio. Queste pentole con fondo speciale sono dunque adatte
per preparazioni umide e che hanno bisogno di cotture lente e prolungate come
quelle necessarie per cereali e legumi. Le pentole di acciaio Inox possono,
però, essere alterate dal sale "grosso" che, prima di sciogliersi, si deposita
sul fondo e reagisce con il metallo. L'OMS (Organizzazione Mondiale della
Sanità) ha stabilito che il limite di tolleranza per il nichel non debba
superare 0.0007 mg al giorno; in realtà, considerando anche gli alimenti che
contengono questo metallo (asparagi, aringhe, cavoli, birra, margarina, cacao,
carote, cipolle, fagioli, funghi, spinaci, pomodori, farine integrali ...)
l'ingestione giornaliera stimata è di 0.4 mg, una quantità 500 volte superiore!
Chi soffre di allergia al nichel è dunque bene che scelga pentole in acciaio
speciale senza nichel (sono siglate 18/c). Per gli stessi motivi è
opportuno che il sale sia aggiunto solo quando l'acqua bolle, mescolando fino a
quando non si sia sciolto. NON UTILIZZARE pentolame in acciaio inox per
conservare gli alimenti cotti.
IL VETRO CERAMICA
Pregi - Sono contenitori eccellenti per cotture al forno (ma non al fuoco
diretto) e sono molto facili da pulire. Sono materiali inattaccabili dagli
alimenti acidi e sono ottimi anche per conservare in frigorifero gli alimenti
cotti.
Difetti - Non hanno difetti salvo forse il costo.
IL RAME
Pregi - Le pentole di rame diffondono uniformemente il calore e
consentono una cottura perfetta.
Difetti - Quando però non sono ricoperte internamente in acciaio il
contatto con i cibi acidi provoca l'ossidazione del rame ed il distacco di
particelle di metallo. Il rischio di una intossicazione da rame è abbastanza
remota, ma fate comunque attenzione. Le pentole di rame NON debbono essere
UTILIZZATE per conservare i cibi.

L'ALLUMINIO
Pregi - Le pentole costruite con questo materiale hanno diversi
vantaggi. L'alluminio è un materiale leggero ed un ottimo conduttore di calore.
Queste caratteristiche lo fanno preferire per contenitori di grandi dimensioni,
adatti a gruppi, comunità e ristorazioni collettive che devono preparare
rapidamente grandi quantità di alimenti.
Difetti - L'alluminio, tuttavia, possiede anche una facile solubilità che
ne consiglia un utilizzo oculato e prudente. Parecchi alimenti (come la cipolla,
il pomodoro, l'aceto, il sale e la frutta in genere) sono in grado di attaccarlo
e di favorirne la migrazione nel cibo. L'OMS calcola che l'ingestione media
giornaliera di alluminio si collochi al massimo attorno al 10% della soglia di
tolleranza (60 mg al giorno per un adulto). Tuttavia è bene ricordare che in
diversi farmaci antiacidi (correntemente prescritti per il trattamento
sintomatico delle gastriti e delle ulcere gastriche) sono presenti sali di
alluminio, che le persone sottoposte a dialisi hanno già dei problemi legati
all'eccessivo livello di alluminio nel sangue e, infine, che una intossicazione
cronica da alluminio potrebbe concorrere ad aumentare il rischio di demenza
senile. Le pentole di alluminio NON sono, in ogni caso, ADATTE per
conservare il cibo e per le cotture prolungate.
IL TEFLON
Pregi - Questi tegami in alluminio rivestiti in materiale plastico
(teflon), se usati con le dovute avvertenze permettono di cucinare piatti
leggeri senza aggiunta o con pochissimi grassi.
Difetti - Il rivestimento antiaderente si usura, però, rapidamente se,
per mescolare gli alimenti, si utilizzano utensili di metallo. Il cibo contenuto
nelle pentole antiaderenti va quindi rimestato con delicatezza ed esclusivamente
con cucchiai di legno. Queste pentole, inoltre, non vanno mai lasciate vuote sul
fuoco (il teflon produce fumi tossici a partire da 300°), messe nel forno a
microonde (il teflon potrebbe fondere) o lavate in lavastoviglie (per non
rovinare lo strato plastico antiaderente). Per quanto riguarda la tossicità del
teflon staccatosi dal rivestimento ed accidentalmente ingerito è necessario
precisare che i pareri sono ancora discordi anche se questo materiale è
virtualmente inerte ed inattaccabile dai succhi digestivi.

10 CONSIGLI UTILI PER VIVERE BENE AL CALDO
E
TRASCORRERE UN'ESTATE SERENA

Trentatre, trentacinque, trentotto gradi ...: ancora non sappiamo se l'estate 2006
farà registrare gli stessi picchi di caldo dell'anno scorso, ma è importante
correre ai ripari per tutelare la salute delle persone più esposte.
Anche quest'anno, però, ci aspettiamo, come di norma, temperature oltre i 30°
gradi per i mesi di luglio e agosto, con tassi di umidità elevati che, come si
sa, rendono più fastidiosa e pesante la sensazione soggettiva di caldo.
I
consigli che seguono sono dettati dal buon senso e dall'esperienza di tutti e
servono in ogni occasione per evitare rischi e patologie legate al caldo del
periodo estivo.
1- Cibi
Pasti piccoli, freschi e leggeri con molta verdura e frutta. Privilegiare i
primi piatti leggeri di pasta o riso e di secondo, pesci, carni bianche e
formaggi freschi. Evitate carni rosse, salumi, formaggi grassi. D'estate una
buona porzione di gelato è un ottimo sostituto di un pasto!
2- Condimenti
Evitate burro, lardo,
margarina. Preferite olio di oliva o di semi in moderata quantità.
3-
Bevande
La disidratazione è
un grave rischio.
Bevete molto durante la giornata: almeno 1 litro e mezzo, 2 litri tra acqua, tè,
tisane e bevande idratanti.
Un suggerimento per
una bevanda gradevole, semplice da preparare ed economica! Spremete due pompelmi
ed un limone, diluite il succo in un litro di acqua minerale, aggiungete un
"pizzico" di sale da cucina e un cucchiaino di bicarbonato di sodio, zucchero a
piacere. Agitate il tutto e conservate in luogo fresco, ma non in frigo.
Sorseggiatelo durante la giornata.
Non bevete vino,
birra, superalcolici, caffè e bibite ghiacciate.
4-
In casa
Nelle ore calde, da
mezzogiorno alle 17.00 chiudete persiane e tapparelle, ma lasciate circolare
liberamente l'aria in casa, tenendo le finestre aperte, se non disponete di un
condizionatore o di un ventilatore. Di notte rinfrescate il più possibile gli
ambienti.
5-
All'Aperto
Quando uscite,
evitate le ore più calde e riparate sempre il capo dal sole con un cappellino
leggero e gli occhi con occhiali scuri. Nei giorni molto caldi e umidi, sostate
il più possibile in zone ombrose e ventilate, perché la pelle possa traspirare.
6-
Abbigliamento
Vestiti comodi,
leggeri e chiari. Evitate magliette di lana sulla pelle.
7-
Attività fisica
Se siete abituati a
praticare attività fisica all'aperto, preferite le prime ore del mattino e la
sera dopo le 19.00.
8-
Per i malati
Se siete costretti a
letto, evitate le coperte e i pigiami aderenti, meglio magliette leggere e
pantaloncini corti e solo un lenzuolo. Rinfrescare quanto più frequentemente
possibile il letto, sedendovi in una poltrona.
9-
Le reti sociali
Se siete soli e
costretti in casa, fatevi contattare ogni giorno da un parente, da un vicino o
da un servizio di assistenza sociale.
10-
Le terapie abituali
Se siete malati e
assumete farmaci, non variate mai da soli la terapia consueta.
Se avete dei dubbi o avvertite dei sintomi che vi preoccupano consultate per
telefono il vostro Medico di Famiglia.
A cura di
FARMASALUTE

INDICAZIONI E
CONSIGLI

Mangiare troppo può debilitare il
fisico ed aumentare la percezione del caldo. Quando la temperatura sale è
consigliabile mangiare molta frutta e verdura per rifornire l'organismo
dei liquidi persi con la sudorazione. Tra l'altro in estate l'organismo ha
bisogno di meno calorie rispetto alle stagioni fredde; l'ideale è mangiare
5 volte al giorno: tre pasti principali, comunque leggeri, e 2 spuntini a
metà mattina e a metà pomeriggio. Devono essere evitati i cibi ricchi di
proteine e grassi: meglio quindi pasta e verdure.
I liquidi devono essere assunti a
prescindere dalla sensazione di sete; tale consiglio è valido soprattutto
per i bambini e gli anziani. Bere molto e spesso, acqua, succhi di frutta,
frullati, ma anche sorbetti e gelati alla frutta. Quelli alle creme non
sono adatti perché, dopo un iniziale apparente sollievo, provocano un
aumento della sete. Indicativamente si consiglia di bere 10 bicchieri di
acqua al giorno, dose ideale secondo l'Organizzazione Mondiale della
Sanità; sono ovviamente da evitare gli alcolici.
TEMPERATURA +
UMIDITà = INDICE DI CALORE
|
Umidità Relativa |
20% |
25% |
30% |
35% |
40% |
45% |
50% |
55% |
60% |
65% |
70% |
75% |
80% |
85% |
90% |
T° |
41° |
41 |
43 |
45 |
48 |
51 |
54 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
39° |
38 |
39 |
41 |
43 |
46 |
49 |
52 |
55 |
|
|
|
|
|
|
|
37° |
35 |
36 |
38 |
39 |
41 |
43 |
46 |
49 |
51 |
55 |
|
|
|
|
|
35° |
33 |
34 |
35 |
36 |
37 |
39 |
41 |
43 |
45 |
48 |
50 |
53 |
|
|
|
33° |
31 |
31 |
32 |
33 |
34 |
35 |
36 |
38 |
40 |
41 |
44 |
46 |
48 |
51 |
54 |
31° |
29 |
29 |
30 |
30 |
31 |
32 |
33 |
34 |
35 |
36 |
38 |
39 |
41 |
43 |
45 |
29° |
27 |
28 |
28 |
28 |
29 |
29 |
30 |
30 |
31 |
32 |
33 |
34 |
35 |
36 |
37 |
27° |
26 |
26 |
26 |
27 |
27 |
27 |
27 |
28 |
28 |
28 |
29 |
29 |
30 |
30 |
31 |
Le
Conseguenze |
27-31°C |
32-39°C |
40-54°C |
oltre 54°C |
Possibile affaticamento,
crampi da calore |
Forte affaticamento,
difficoltà nella respirazione |
Possibile colpo di calore,
insolazione |
Colpo di calore altamente
probabile |
|
LA CELLULITE: COME COMBATTERLA
Le cause
Generalmente le cause che comportano la formazione di
cellulite sono da
ricondurre ad un'alterazione della microcircolazione. I piccoli vasi che
irrorano il tessuto adiposo diventano più permeabili e lasciano trasudare il
liquido all'esterno. Si viene quindi a creare una stasi circolatoria e un
ristagno di liquidi tra una cellula e l'altra, con formazione di edema, per cui
le cellule adipose non riescono più ad effettuare in modo ottimale i loro scambi
nutritivi con i vasi capillari. In questo modo si crea una condizione di scarsa
ossigenazione, di sofferenza cellulare, di ristagno di tossine e di liquidi. Per
tentare di contrastare e prevenire la cellulite, bisogna quindi iniziare a
combattere la ritenzione idrica.

Fattori predisponenti
Esistono dei fattori che, più di altri, comportano l'insorgere della pelle
"a buccia d'arancia":
- l'ereditarietà unita ad una debolezza dei vasi
- la scarsa componente muscolare in particolare nelle gambe: i muscoli dei
polpacci non riescono a comprimere le vene ed i piedi a svolgere la loro azione
di pompa
- la vita sedentaria e la stazione eretta prolungata
- le abitudini errate (ad esempio indossare
tacchi troppo alti o
vestiti troppo stretti)
- l'impiego della pillola anticoncezionale
- la gravidanza

Rimedi
Per combattere la cellulite è necessario apportare alcune modifiche a stili
di vita sbagliati.
Ecco come:
1) Movimento – è la prima regola per migliorare la circolazione e riattivare
i muscoli. Se i tessuti sono poco tonici non possono svolgere la loro azione
compressiva sulle vene che facilita la risalita del sangue verso il cuore.
Nuoto, bicicletta e corsa sono gli sport più adatti perché coinvolgono più parti
del corpo senza appesantirne nessuna, potenziano il trofismo muscolare
stimolando la circolazione e hanno quindi un'azione benefica sulla circolazione
e l'ossigenazione dei tessuti.
2) Dieta - L'alimentazione deve essere povera di sale che non andrebbe
aggiunto alle pietanze, già naturalmente saporite. Da evitare tutti i cibi molto
ricchi di sodio, quali insaccati e prodotti in scatola. Bere almeno 1.5 litri di
acqua al giorno. Introdurre quotidianamente verdura
e frutta fresca. Scegliere cereali integrali. Variare sempre le fonti di
proteine: un giorno pesce, un altro soia, carne magra, uova, legumi.
3) Cambiare
abitudini - Migliorare alcuni di stili di vita è un
altro passo fondamentale. Eccone alcuni:
a) Evitare di stare
troppo a lungo nella stessa posizione, sgranchire le gambe ogni ora.
b) Quando si passano
molte ore seduti è consigliabile tenere le ginocchia parallele e i piedi
appoggiati a terra.
c) Usare scarpe con
tacchi alti 3-5 centimetri in modo tale che il tallone possa svolgere senza
problemi le sue funzioni di sostegno e pompa del sangue.

Rimedi naturali
Lo smaltimento dei liquidi può essere agevolato, oltre che dalla dieta e dal
movimento, anche da alcuni drenanti naturali sotto forma di integratori, tisane,
decotti o tintura madre. Quelli forniti dalle piante si dividono in tre
categorie, in base all'azione che svolgono sui tessuti. In particolare, i
meccanismi attraverso i quali agiscono i principi naturali sono: 1) azione
circolatoria: stimolano cioè la circolazione sanguigna e l'ossigenazione del
tessuto sottocutaneo; 2) azione drenante: diminuiscono il ristagno dei liquidi;
3) azioni multiple: associano i primi due tipi di interventi.
Tisane ... ecco alcune idee
Per ottenere un'azione specifica può essere utile farsi preparare
dall'erborista un misto di erbe mirate a risolvere i diversi problemi e
disturbi. Ecco qualche suggerimento:
Anti-cellulite
Ingredienti: 30 g di
foglie di fucus, 20 g di foglie di betulla, 20 g di estratto secco di asparago,
20 g di tè di Giava.
Preparazione: lasciare
in infusione per 20 minuti un cucchiaio di tisana in una tazza di acqua
bollente. Filtrare.
Bere 3 tazze al giorno,
prima di colazione, pranzo e cena.
Tisana drenante
Ingredienti: 20 g di peduncolo di ciliegio, 20 g di gramigna, 50 g di
equiseto, 40 g di pilosella.
Preparazione: portare a
bollore 250 ml di acqua, aggiungere un cucchiaio della miscela e far bollire per
10 minuti.
Consumare 3 tazze al
giorno.
FARMACI E SCONTI IN FARMACIA
Dott. Alessandro Taroni
Con la Legge 149/2005, entrata in
vigore a luglio del 2005, è stato reso possibile, per le farmacie, praticare uno
sconto non superiore al 20% su qualsiasi farmaco da banco (OTC) e su qualsiasi
farmaco senza obbligo di prescrizione medica (SOP).
Sebbene non esente da incongruenze e contraddizioni, la Legge in oggetto è tutto
sommato piuttosto semplice in quanto a contenuti ed è quindi sorprendente come,
nonostante questo, i politici e i media siano riusciti a fraintenderne il senso
e a diffondere al cittadino informazioni imprecise e fuorvianti, quando non
addirittura false e per nulla corrispondenti alla realtà dei fatti.
In questa sede cercheremo di far luce
sulla maggior parte dei dubbi e delle perplessità che la 149/2005 ha recato con
se e di illustrare, con molta trasparenza e obiettività, come stiano invece
esattamente le cose. Per evitare di richiedere troppa fiducia dal lettore
riporterò anche alcuni pezzi integrali della 149/2005, che chiunque potrà
confrontare in qualsiasi momento con quanto riportato in Gazzetta Ufficiale in
modo da sincerarsi della loro autenticità e della veridicità di quanto qui
esposto.

Partiamo dal Comma 3
dell'Articolo 1 della 149/2005 (i Commi precedenti si riferiscono a disposizioni
legislative della 149 che con gli sconti non hanno nulla a che vedere):
"Il prezzo dei
medicinali appartenenti alle classi di cui alle lettere c) e c-bis) del comma 10
dell'articolo 8 della legge 24 dicembre 1993, n. 537, come modificato dalla
legge 30 dicembre 2004, n. 311, è stabilito dai titolari dell'autorizzazione
all'immissione in commercio. ..."
I medicinali cui si
riferisce il Comma, sono i farmaci di fascia C e quelli di fascia C-bis (il
Comma contiene già i riferimenti cui eventualmente attingere per controllare): i
farmaci a totale carico del cittadino, insomma. Il prezzo di questi farmaci è
stabilito esclusivamente delle case farmaceutiche che li producono
(farmacisti e farmacie non hanno alcuna voce in capitolo nella determinazione
dei prezzi dei farmaci) e la legge consente quindi loro di imporre, per i propri
medicinali, il prezzo che ritengono arbitrariamente più opportuno.
Passiamo al Comma 4
dello stesso articolo:
"Le farmacie
pubbliche e private possono vendere i farmaci senza obbligo di prescrizione
medica (SOP) e i farmaci di automedicazione operando uno sconto fino al 20 per
cento sul prezzo massimo stabilito dall'azienda titolare. Lo sconto può variare
da medicinale a medicinale e deve essere applicato, senza discriminazioni, a
tutti i clienti della farmacia."
Si noti subito come
queste disposizioni riguardino, in identica misura, sia le farmacie pubbliche
(le Comunali, per intenderci) sia le farmacie private, come esse riguardino
esclusivamente i farmaci senza obbligo di prescrizione (SOP) e i farmaci di
automedicazione (OTC), come l'entità dello sconto non possa mai essere superiore
al 20% e come lo sconto, indipendentemente dalla percentuale, vada applicato a
tutti i clienti della farmacia.
La Legge prevedeva
anche, nella forma che ho riportato, che ogni farmaco SOP o OTC potesse essere
scontato di una percentuale differente, a discrezione della farmacia: come
vedremo fra poco, questa libertà di scelta è stata poi ridimensionata
notevolmente a dicembre del 2005 in seguito agli accordi presi dal Ministero
della Salute con Federfarma.
Rimangono da chiarire
due aspetti di questo Comma.
Primo: cosa sono i
medicinali SOP e i medicinali OTC? I medicinali SOP sono i medicinali di fascia
C (quindi non mutuabili e a completo carico del cittadino) per i quali non è
necessaria la ricetta medica; i medicinali OTC sono i medicinali di fascia C-bis
(non mutuabili, a completo carico del cittadino e che possono essere oggetto di
pubblicità). A scanso di equivoci, neppure per gli OTC è necessaria la ricetta
medica.
Secondo: su quale
prezzo può essere applicato lo sconto? Lo sconto può essere applicato "sul
prezzo massimo stabilito dall'azienda titolare" (titolare
dell'Autorizzazione all'Immissione in Commercio del medicinale, si intende), cui
si riferiva il Comma 3.
A questo punto è già
possibile tirare una prima, semplice conclusione: lo sconto previsto dalla
149/2005 è, per le farmacie private e per le farmacie comunali, completamente
facoltativo. La legge autorizza le farmacie a praticarlo (prima della 149
era illegale proporre OTC e SOP a un prezzo scontato) ma non lo impone come un
obbligo. In definitiva, nessuna farmacia "deve" praticare gli sconti ma
tutte le farmacie "possono", a propria discrezione, praticarli.
Concludo il commento
delle parti della 149 che si riferiscono all'introduzione degli sconti
riportando parte del Comma 5 dell'Articolo 1:
"[...] sulle
confezioni dei medicinali di cui al comma 4 deve essere riportata, anche con
apposizione di etichetta adesiva sulle confezioni già in commercio, la dicitura:
«Prezzo massimo di vendita euro....».
Il prezzo che compare
sulle confezioni dei medicinali SOP e OTC, quindi, è quello stabilito dalle case
farmaceutiche in virtù di quanto sancito dal Comma3: esso rappresenta proprio il
prezzo massimo di vendita e deve essere ben evidenziato con la dicitura
"Prezzo massimo di vendita". E' su questo che vengono poi calcolati gli
eventuali sconti, secondo percentuali non superiori al 20%.
Come già accennato,
l'entità dello sconto può essere variabile ma non può in alcun caso superare il
20% del prezzo stabilito dalle case farmaceutiche. Al momento del varo della
Legge 149 (luglio 2005) non esistevano altre restrizioni: ad esempio, era
possibile praticare il 5% su un farmaco, il 12% su un altro e il 17% su un altro
ancora.
A dicembre del 2005 è stata invece apportata una modifica in seguito a un
accordo raggiunto fra il Ministero della Salute e Federdarma: lo sconto è
rimasto facoltativo e variabile entro il 20% ma deve essere applicato identico a
tutti i farmaci SOP e OTC. In alternativa è possibile praticare una
percentuale di sconto sui SOP (sempre non superiore al 20%) e una percentuale di
sconto diversa sugli OTC (sempre senza superare il 20%). In aggiunga a questo,
l'accordo prevede anche che le farmacie espongano un "cartello informativo"
che riporti la (o le) percentuale di sconto praticato, in modo da informare
il cittadino.
La verità sugli sconti
è tutta qui, così come anche quella sui prezzi dei farmaci, spesso
ingiustificatamente eccessivi.
MANGIANDO MEGLIO E MUOVENDOTI DI PIù
Una corretta alimentazione ed uno stile di
vita più attivo giocano un ruolo di crescente importanza nella ricerca e nel
mantenimento del benessere. In questo breve articolo si trovano alcuni
concetti, semplici e pratici, che possono aiutare, in particolare, a
migliorare la qualità della propria alimentazione. Molti spunti sono
probabilmente già noti: il motivo di ciò è che le più recenti indicazioni
nutrizionali riscoprono in larga parte le nostre tradizioni alimentari
mediterranee, ponendoci in una posizione facilitata e privilegiata rispetto ai
cittadini di altri paesi dei mondo. Lo sforzo che ci viene richiesto, quindi,
è limitato: ma i vantaggi che possono derivarne sono importanti.
Un'ultima raccomandazione: non
dimenticate le scarpette da ginnastica … Il loro contributo alla ricerca
quotidiana del benessere è più importante di quanto non si possa pensare.
1 ‑ Se
siete in sovrappeso, cercate di riportare il peso alla norma
Ridurre in modo equilibrato
il consumo di tutti i cibi, per riportare in equilibrio l'apporto calorico (le
"entrate") con il dispendio energetico (le "uscite"), è l'unica strategia che
funziona per ridurre il proprio peso. Ricordate che migliorando il controllo
del peso, anche i livelli dei trigliceridi, dello zucchero (la glicemia), e, seppure in misura
minore, del colesterolo
si ridurranno. Il colesterolo "buono" (HDL) tenderà ad aumentare.
2
‑ Scegliete con cura i grassi alimentari
Ponete particolare
attenzione nella scelta dei grassi da utilizzare per la preparazione ed il
condimento dei cibi. Limitate l'uso dei grassi saturi (solidi a temperatura
ambiente), come il burro e soprattutto le margarine dure in panetto, e
preferite invece gli oli vegetali: sia l'olio di oliva extravergine sia gli
oli di semi come il mais, la soia, il girasole.
3‑ Moderate il consumo di carne, salumi, uova
Limitate la carne a non più
di 3‑5 pasti settimanali, scegliendo soprattutto tra il pollame ed i tagli
magri di manzo (anche in scatola, o come bresaola) e di maiale. I salumi non
vanno necessariamente eliminati, perché le moderne tecniche di allevamento del
maiale ne hanno sensibilmente migliorato le caratteristiche nutrizionali.
Possono essere consumati un paio di volte alla settimana, dando la preferenza
al prosciutto (meglio crudo). Stesso limite (due volte alla settimana) anche
per le uova (non dimenticate di considerare quelle utilizzate per la
preparazione dei cibi).
4 ‑ Fate
spazio al pesce nella vostra alimentazione
Affiancate ai piatti di
carne da 2 a 4 piatti settimanali di pesce. Il pesce (anche surgelato o in
scatola) rappresenta infatti un alimento assai povero di grassi saturi ed allo
stesso tempo ricco di proteine e di grassi particolari (i famosi "omega‑3")
dotati di benefici effetti sulla salute. Questi grassi possono infatti
abbassare il tasso dei trigliceridi nel sangue e svolgono un'azione di
controllo sulla formazione dei trombi e su alcune pericolose irregolarità dei
ritmo cardiaco. In alternativa o in aggiunta al pesce possono essere
considerati anche gli alimenti integrati o arricchiti con acidi grassi
omega‑3.
5
‑ Ricordatevi il latte, lo yogurt e i latticini
Preferite il latte e lo
yogurt parzialmente scremati. Non eliminate comunque questi alimenti dalla
vostra dieta, anche se avete il colesterolo un po' alto: ricordate che
un'assunzione regolare di latte e yogurt è importante specialmente nelle fasi
della vita in cui l'organismo ha particolarmente bisogno di calcio
(l'infanzia) o tende a perderne troppo (l'età avanzata). I formaggi possono
essere consumati come piatto principale un paio di volte la settimana, la
ricotta più liberamente.
6
‑ Aumentate il consumo di verdura, legumi, frutta
La verdura ed i legumi sono
ricchi di fibra alimentare (che svolge una efficace azione di controllo
dell'assorbimento dei grassi dall'intestino), di acido folico (una vitamina
con alcune interessanti potenzialità preventive), di antiossidanti naturali
(che combattono i "radicali liberi") e contengono, seppure in piccole dosi, i
già ricordati "omega‑3". La frutta condivide molti di questi aspetti
favorevoli, e (tranne da chi ha i trigliceridi alti o è in sovrappeso) può
essere assunta liberamente.
7 ‑ Pasta
e pane: che fare?
Se non siete in sovrappeso,
non avete motivi per limitare il consumo di farinacei (pasta, pane, riso,
meglio se integrali). Ricordate in particolare che gli zuccheri complessi a
lenta digeribilità, di cui è ricca soprattutto la pasta preparata e cotta al
dente, entrano lentamente nel sangue, e stimolano quindi una minore produzione
di grassi di deposito da parte dei fegato: si tratta di una delle migliori
opportunità di coniugare la nostra tradizione alimentare con un'alimentazione
orientata alla prevenzione. Attenzione, ovviamente, a come preparate il sugo
(vedi al punto 2).
8 ‑ Vino,
birra, liquori
Il consumo di vino e di
bevande alcoliche è radicato nella nostra cultura alimentare e nel nostro
stile di vita. Si tratta di una abitudine che, se praticata con moderazione,
può portare benefici nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, ma che,
in presenza invece di eccessi, comporta rischi sia per la salute sia per
l'incolumità propria e degli altri (se ci si pone alla guida di autovetture,
per esempio). Se avete dei dubbi, quindi, parlatene con il vostro medico di
fiducia: è la persona più adatta per permettervi di prendere una decisione
responsabile e meditata.
9 ‑ Il
sale
Anche se alcuni studi
recenti hanno un po' ridimensionato il ruolo della restrizione del consumo di
sale in un'alimentazione orientata alla prevenzione ed al benessere, rimane il
fatto che, mediamente, tutti noi consumiamo un eccesso di questa sostanza.
Molti cibi, inoltre (dai formaggi, al pane, a molti insaccati) contengono
notevoli quantità di sale. Ridurre il sale nei cibi è importante, come è ben
noto, soprattutto in chi ha la pressione elevata, o ha una tendenza familiare
verso questa condizione. Il sale può essere sostituito dalle erbe aromatiche
per insaporire i cibi.
10 ‑ Come
preparare e cuocere i cibi?
Anche le tecniche di
preparazione e di cottura dei cibi sono importanti. Per le carni e per il
pesce sono in generale da preferirsi le cotture che richiedono una minima
aggiunta di grassi (cottura alla griglia, al cartoccio, alla piastra), mentre
va limitato il ricorso a quelle tecniche che necessitano di grassi di cottura
abbondanti (frittura, arrosti, umidi). Le verdure dovrebbero essere consumate
crude. In caso contrario, vanno privilegiate la cottura al vapore o la
bollitura in poca acqua. Anche la frutta va possibilmente consumata cruda.
Una parola
sull'attività fisica
Aumentare la propria
attività fisica contribuisce in vari modi a mantenere una situazione di
benessere. Può aiutare a controllare il peso corporeo, ed a "bruciare" meglio
i trigliceridi di deposito per produrre l'energia necessaria per il movimento.
Migliora la struttura scheletrica, la resistenza allo sforzo, aiuta a
controllare la pressione arteriosa ed a diminuire il rischio cardiovascolare.
Praticare un'adeguata e regolare attività fisica è un elemento essenziale di
ogni ricetta per il benessere e la salute.
Per essere più precisi:
- Che tipo di attività:
aerobica (camminare di buon passo, andare in bicicletta, fare jogging
moderato).
- Quante volte:
almeno tre (meglio quattro o cinque) la settimana.
- Per quanto tempo:
circa 30 minuti per volta (se necessario anche divisi in due periodi di 15
minuti ciascuno).
Una parola
sulla circonferenza addominale
Accanto al controllo dei
peso si tende oggi a dare valore alla misura della circonferenza addominale.
Parlatene con il vostro medico!

I ritmi della vita odierna, lo
stress, i contrattempi, gli orari sregolati, spesso impediscono scelte
salutari; sedentarietà, pasti veloci, incompleti e ad orari spesso non
corretti facilitano la perdita dello stato di buona salute
Stile di vita sano vuol dire
semplicemente: praticare attività fisica in modo regolare, non fumare,
alimentarsi in modo corretto ed equilibrato utilizzando cibi sani, gestire
lo stress. Sono scelte importanti per chi vuole mantenersi in salute e che
generano un evidente miglioramento della propria qualità di vita.
LE ABITUDINI
ALIMENTARI
Nell'alimentazione, uno stile di vita sano si traduce nelle buone
abitudini quotidiane: una dieta varia, giusta nei quantitativi calorici,
comprendente molta frutta e verdura, cereali, legumi. Non si deve eccedere
nel consumo di grassi animali, carne rossa, formaggi, insaccati e
uova.
Si devono poi
privilegiare gli alimenti ricchi di fibre, l'olio di oliva, il pesce
(alimento ricco di grassi insaturi
omega-3 e di proteine nobili); non si deve assolutamente esagerare con
i fritti ed i condimenti.
In questo modo,
oltre ad introdurre nell'organismo sostanze importanti (come
vitamine, fibre, minerali,
antiossidanti) si può
tenere sotto controllo il COLESTEROLO: l'IPERCOLESTEROLEMIA
è uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare.

IL COLESTEROLO
Non esiste il
colesterolo "buono" e quello "cattivo"! Il colesterolo è una sostanza
presente nel corpo umano, che deriva in parte dalla sintesi endogena ad
opera del fegato (3/4 della produzione totale), in parte è introdotta con
alcuni alimenti di origine animale (1/4 del totale).
è una sostanza fondamentale per l'organismo, in quanto componente
essenziale delle membrane cellulari, della bile, nonché precursore di
molte molecole attive biologicamente (ad esempio la Vitamina D ed alcuni
ormoni steroidei). Alti livelli di Colesterolo nel sangue aumentano
tuttavia il rischio di malattie cardiovascolari, favorendo l'aterosclerosi
(patologia dei vasi presente ormai anche in
giovane età).
Per raggiungere
tutti i tessuti che ne hanno bisogno, il colesterolo deve circolare nel
sangue, cosa complicata per un LIPIDE (sostanza inorganica
naturale, di origine vegetale o animale, la cui base chimica è costituita
da acidi grassi). Qui entrano quindi in gioco i suoi "trasportatori", i
veri responsabili della distinzione tra colesterolo "buono" e "cattivo".
COLESTEROLO LDL
e COLESTEROLO HDL
LDL e HDL non sono
due varianti del colesterolo, ma le lipoproteine (proteine + lipidi) che
lo trasportano nel sangue. Le LDL (lipoproteine a bassa densità)
trasportano il colesterolo dal fegato ai tessuti - dove avviene
l'utilizzazione - permettendogli di scorrere facilmente nel sangue e di
diffondere in tutto l'organismo. Ma quando nel sangue il quantitativo è
eccessivo, il colesterolo-LDL può rendere "secche" le pareti delle
arterie, scorre sotto l'endotelio (lo strato di cellule che riveste le
pareti interne del cuore e dei vasi) e qui si accumula, depositandosi
sulla parete delle arterie. Subisce l'effetto dei radicali liberi
(molecole ossidanti molto reattive): inizia una reazione a catena che
favorisce la formazione di una placca giallastra, detta placca
aterosclerotica, un deposito di grasso che può calcificare e causare
l'indurimento dell'arteria, a volte fino a causarne l'ostruzione. Questo è
il motivo della definizione di "cattivo" per il colesterolo LDL.
Le HDL (lipoproteine
ad alta densità) hanno, invece, la funzione di rimuovere il colesterolo
dai tessuti e riportarlo al fegato (l'unico in grado di eliminarlo
dall'organismo per mezzo della bile), ostacolando, di conseguenza, la
formazione delle placche. Per questo l'HDL viene comunemente definito
"buono".
I
LIMITI DI GUARDIA
La quantità di colesterolo
cosiddetto "cattivo" presente nel sangue non dovrebbe superare i 200
milligrammi per 100 millilitri. Per evitare che il livello cresca
oltre i limiti di guardia è necessario fare attenzione a ciò che si
mangia, cercando di limitare i grassi animali e privilegiando invece
gli acidi grassi polinsaturi, che tendono a diminuire i livelli di
colesterolo. Meglio quindi pane, pasta e pesce
di uova, insaccati e formaggi.
Il problema è
comunque il rapporto Colesterolo LDL/HDL definito Indice
di Rischio, il cui valore deve essere inferiore a 5 per gli
uomini e a 4,5 per le donne. |
Una
considerazione sugli alimenti e sugli integratori che promettono di
ridurre il colesterolo: se si segue una dieta normocalorica e una regolare
attività fisica spesso non sono necessari (sentire sempre il consiglio
dello specialista).
TERAPIA NON
FARMACOLOGICA:
Aromaterapia: Rosmarino, Limone, Vischio
Cromoterapia: Verde, in forma di luce e acqua solarizzata
Cristalloterapia: Magnesite
Fitoterapia: Elicriso
Metalloterapia: Cromo, cloruro di Magnesio
Musicoterapia: FA (Chopin concerto n. 2 op. 21) LA (Beethoven sonata n. 12
op. 26)
Oligoelementi: Magnesio, Cromo, Zinco
Omeopatici: China, Podophyllum
Vitamine: C, complesso B.
GLI STEROLI
VEGETALI: SOSTANZE NATURALI CHE RIDUCONO IL COLESTEROLO
Nella frutta,
nella verdura, nei cereali e nell'olio extra vergine di oliva sono
presenti in piccole quantità delle sostanze naturali molto utili per
l'organismo, in quanto svolgono una azione ipocolesterolemizzante,
riducendo l'assorbimento del colesterolo: gli steroli vegetali (o
fitosteroli).
è scientificamente
dimostrato che l'assunzione regolare di steroli vegetali - con una
alimentazione varia ed equilibrata, ricca di frutta e verdura - sia in
grado di ridurre i livelli di colesterolo LDL e totale nel sangue, senza
modificare i livelli di colesterolo HDL e trigliceridi (Per
Saperne di Più).
TERAPIA FARMACOLOGICA:
deve essere presa in considerazione solo quando non si è riusciti a
seguire una dieta o quando questa non abbia dato nessun risultato, ciò
significa che molto probabilmente ci troviamo di fronte a difetti genetici
curabili solo con i farmaci consigliati saggiamente dal medico. I farmaci
più utilizzati sono le statine, capaci di inibire la sintesi endogena del
colesterolo; si usano anche le resine, i fibrati e gli acidi nicotinici.
BIBLIOGRAFIA
1- J. McCormick, P.
Skrabanek: Coronary heart disease is not preventable by population
interventions - Lancet 1988 / II / p. 839
2- High Lipoprotein-Associated Phospholipase A2 Is a Risk Factor for
Recurrent Coronary Events in Postinfarction Patients - Clin. Chem.
2006, May 18
3-
Katan MB, Grundy SM, Jones
P, Law M, Miettinen, T, Paletti R.: Efficacy and safety of plant
stanols and sterols in the management of blood cholesterol levels -
Mayo-Clin-Proc. 2003 Aug; 78(8): 965-78.
4-
Etiopathogenesis of
atherosclerosis - a clinical problem that is still relevant
- Pol. Merkuriusz Lek. 2006, Feb;,20
(116): 133-8
5-
Wikipedia
6-
D. Iero: Prontuario di Terapia Medica Integrata, Ed.
Prima
TEST
"RISCHIO IPERCOLESTEROLEMIA"
(Rispondi SI o NO alle domande e conta il
numero di SI e di NO)
1. Fumi?
2. La tua pressione sanguigna supera i 140/90 o
assumi farmaci per il controllo della pressione?
3. Ti è mai stata diagnosticata una patologia
cardiaca?
4. Hai più di 55 anni?
5. Soffri di Diabete?
6. Tuo padre o un tuo parente ha mai sofferto di
problemi cardiaci prima dei 55 anni?
7. Nei tuoi ultimi esami del sangue il livello di HDL
è inferiore ai 35 mg/DL?
8. E quello di LDL supera i 200 mg/DL?
Risultati del
Test
4 o più SI:
hai un alto rischio di avere alti valori di colesterolemia. Se hai
risposto si alle ultime due domande è bene che tu ti sottoponga a
controlli periodici presso il tuo Medico di Famiglia. Anche se può
essere legato a difetti genetici, un aumento del colesterolo ematico
può essere tenuto sotto controllo con un'alimentazione equilibrata,
prediligendo quindi cereali integrali, frutta e verdura e cercando
di mangiare pochi grassi animali.
5 o più NO:
complimenti, non corri il rischio di una ipercolesterolemia (se però
hai risposto si alle ultime due domande appartieni comunque alla
categoria precedente). In ogni caso è sempre meglio seguire
un'alimentazione sana ed equilibrata, praticare regolarmente una
regolare attività sportiva ed eseguire i controlli ematici una volta
l'anno.
|
CIBI DA
PREFERIRE
Yogurt
intero e magro, Riso integrale, Pane integrale, Farina, Olio, Legumi
(piselli, faglioli, lenticchie, ceci, soia), Frutta, Succhi di
frutta, Verdura, Zucchero di canna, Miele, Marmellata, Sorbetto alla
frutta.
CIBI
DA EVITARE
Cervello, Fegato, Rene, Milza, Bottarga, Caviale, Tuorlo d'uovo, Burro,
Margarina, Olio di fegato di merluzzo, Tortelli, Pasta frolla.
Consigli per una alimentazione corretta
-
A colazione mangiate cereali integrali (tipo: Muesli)
-
Mangiate almeno 2-3 volte alla settimana i legumi
-
Consumate ogni giorno verdure (sia fresche che cotte)
-
Scegliete la frutta intera invece del succo
-
Sostituite pane e pasta comuni con pane e pasta integrali
-
Provate a mangiare pasta integrale di Kamut o di Farro
-
Consumate
diversi tipi di cereali integrali (Miglio, Kamut, Farro, Grano Saragolla,
Grano Senatore Cappelli)
Metodi
di cottura
Carni e Pesci |
Uova |
Verdure |
Patate |
Primi Piatti |
-grigliati
-in umido
-lessati
-cartoccio
-arrosto
EVITARE FRITTI |
-sode
-in camicia
-alla coque
-in frittata cotta al forno
EVITARE FRITTI |
-bollite in poca acqua
-al forno
|
-lessate
-al forno
-grigliate
-al vapore
-in umido
EVITARE FRITTI |
ASCIUTTI:
-olio
-pomodoro fresco o tipo pelati
-sughi di verdure
IN BRODO:
-brodo vegetale
-brodo di carne sgrassato
-tipo minestrone
NO SUGHI FRITTI |
PERCHè
MANGIARE FRUTTA E VERDURA
Indagini recenti confermano un dato
costante ed allarmante degli ultimi anni: la diminuzione dei consumi di
frutta e verdura soprattutto da parte delle fasce più giovani della
popolazione. Dato allarmante in primo luogo per le conseguenze che questa
cattiva abitudine può avere sulla salute e sulla crescita dei ragazzi,
sempre più orientati verso abitudini
alimentari poco salutari.
La scienza ha dimostrato che chi
mangia molta frutta e verdura ha minore probabilità di sviluppare
patologie croniche come le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di
cancro. Vediamo qualche indicazione per una corretta assunzione di frutta
e verdura.
QUANTA SE NE DEVE MANGIARE
Almeno 4-5 porzioni al giorno di
frutta e verdura. Una porzione equivale ad un frutto (come una mela o una
pera), o a un piatto di insalata o a 250 grammi di ortaggi da cuocere (la
porzione si riferisce al peso dell'alimento crudo e pulito).
COME CONSERVARLA
Nel frigorifero, nell'apposito
cassetto, per preservarne le caratteristiche nutrizionali. Si devono però
consumare rapidamente perché, anche se conservate in frigo, frutta e
verdura perdono rapidamente alcuni dei loro principi benefici.
Frutta e verdura sono una fonte
importante di vitamine (vitamina A, vitamina C,
acido folico) e minerali essenziali per l'organismo (ad esempio il
potassio); sono ricche di antiossidanti; sono poco caloriche e povere in grassi; sono inoltre
una fonte importante di fibre.
FRUTTA |
SOSTANZE CONTENUTE |
ALBICOCCHE, MELONI
ARANCE, MANDARINI, LIMONI
FRAGOLE
KIWI
MELE, PERE
PESCHE
PRUGNE |
VITAMINA A, POTASSIO, FIBRA
VITAMINA C, ACIDO FOLICO,
FIBRA
VITAMINA C, FIBRA
VITAMINA C, FIBRA
VITAMINA C, FIBRA
VITAMINA A, FIBRA
POTASSIO, FIBRA |
VERDURA |
SOSTANZE CONTENUTE |
BROCCOLI
CAROTE
CARCIOFI
CAVOLI
FAGIOLINI
FUNGHI
LATTUGA
PEPERONI
POMODORI
SPINACI (E TUTTI I VEGETALI A
FOGLIA)
ZUCCA
ZUCCHINE |
VITAMINA C, ACIDO FOLICO,
FIBRA
VITAMINA A, FIBRA
FIBRA
VITAMINA C, FIBRA
VITAMINA C, FIBRA
FIBRA
VITAMINA C, FIBRA
VITAMINA C, FIBRA
VITAMINA A, C, LICOPENE, FIBRA
VITAMINA A, C, ACIDO FOLICO,
FIBRA
VITAMINA A, FIBRA
VITAMINA C |
A COSA SERVONO LE SOSTANZE
CONTENUTE NELLA FRUTTA E NELLA VERDURA
L'ACIDO FOLICO aiuta la
crescita ed è fondamentale in gravidanza per la prevenzione della spina
bifida (una grave malattia).
Gli
ANTIOSSIDANTI sono
importanti fattori protettivi nei confronti dell'invecchiamento, delle
malattie cardiovascolari e di alcuni tumori.
Le FIBRE danno un maggiore
senso di sazietà, migliorano l'attività intestinale e proteggono da alcune
patologie come diabete, malattie cardiovascolari e alcuni tumori.
Il LICOPENE protegge dal
cancro.
Il POTASSIO è utile per il buon funzionamento dei muscoli e del
cuore.
La VITAMINA A difende pelle e mucose dalle infezioni; aiuta la
crescita perché favorisce lo sviluppo dello scheletro; è preziosa per la
vista.
La VITAMINA C potenzia il sistema inmmunitario e contribuisce al
buono stato di denti, ossa, pelle e vasi sanguigni.
La verdura e la frutta di stagione è
più gustosa e saporita: ecco quando trovarla.
LA VERDURA

|
ESTATE |
AUTUNNO |
INVERNO |
PRIMAVERA |
Giu |
Lug |
Ago |
Set |
Ott |
Nov |
Dic |
Gen |
Feb |
Mar |
Apr |
Mag |
Asparagi |
+ |
|
|
|
|
|
|
|
|
+ |
+ |
+ |
Bietole |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
Broccoli |
|
|
|
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
|
|
Carciofi |
|
|
|
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
|
|
Carote |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
Cavolfiori |
|
|
|
|
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
|
Cavoli |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
Cetrioli |
+ |
+ |
+ |
+ |
|
|
|
|
|
|
|
|
Cicorie |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
Cime di Rapa |
|
|
|
|
|
|
+ |
+ |
+ |
|
|
|
Cipolline |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
+ |
+ |
+ |
Fagiolini |
+ |
+ |
+ |
+ |
|
|
|
|
|
|
|
+ |
Finocchi |
|
|
|
|
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
Insalate |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
|
|
|
+ |
+ |
+ |
Melanzane |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
|
|
|
|
|
|
|
Patate |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
Peperoni |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
|
|
|
|
|
|
|
Pomodori |
+ |
+ |
+ |
+ |
|
|
|
|
|
|
|
+ |
Porri |
|
|
|
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
|
Radicchi |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
Ravanelli |
+ |
+ |
+ |
+ |
|
|
|
|
|
+ |
+ |
+ |
Rucola |
+ |
+ |
+ |
|
|
|
|
|
|
|
+ |
+ |
Spinaci |
|
|
|
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
Zucca |
|
|
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
|
|
|
Zucchine |
+ |
+ |
+ |
+ |
|
|
|
|
|
|
|
|
LA FRUTTA

|
ESTATE |
AUTUNNO |
INVERNO |
PRIMAVERA |
Giu |
Lug |
Ago |
Set |
Ott |
Nov |
Dic |
Gen |
Feb |
Mar |
Apr |
Mag |
Albicocche |
+ |
+ |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Angurie |
|
+ |
+ |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Arance |
|
|
|
|
|
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
Cachi |
|
|
|
|
+ |
+ |
|
|
|
|
|
|
Castagne |
|
|
|
|
+ |
+ |
|
|
|
|
|
|
Ciliege |
+ |
+ |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
+ |
Fichi |
|
+ |
+ |
+ |
|
|
|
|
|
|
|
|
Fragole |
+ |
+ |
+ |
|
|
|
|
|
|
|
+ |
+ |
Kiwi |
|
|
|
|
|
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
Mandaranci |
|
|
|
|
|
+ |
+ |
+ |
+ |
|
|
|
Mandarini |
|
|
|
|
|
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
|
|
Mele |
|
|
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
Meloni |
|
+ |
+ |
+ |
|
|
|
|
|
|
|
|
Pere |
|
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
|
Pesche |
+ |
+ |
+ |
+ |
|
|
|
|
|
|
|
|
Susine |
+ |
+ |
+ |
+ |
|
|
|
|
|
|
|
|
Uva |
|
|
+ |
+ |
+ |
|
|
|
|
|
|
|
MINISTERO
POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI -
www.politicheagricole.it
INRAN -
Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione -
www.inran.it
IPERIDROSI E LASER A LUCE PULSATA
L'iperidrosi è una patologia caratterizzata da sudorazione eccessiva per le
richieste termoregolatrici ed emotive.
Generalmente il problema inizia nell'infanzia o nell'adolescenza, ma si protrae
per tutta la vita.
Una
tossina del batterio Clostridium botulinum è in grado di bloccare la
secrezione del sudore da parte della ghiandola sudoripara. Questo grazie
all'inibizione del rilascio di un neurotrasmettitore, l'acetilcolina, dalle
terminazioni nervose, con conseguente arresto dell'impulso nervoso responsabile
della stimolazione della ghiandola sudoripara, che quindi non è eliminata, bensì
solamente inibita. Molti mesi dopo le terminazioni nervose riacquistano la
capacità di rilasciare nuovamente l'acetilcolina con conseguente graduale
ripresa della sudorazione.
Gli
effetti del botulino sul sistema nervoso sono noti da oltre un secolo, ma
l'utilizzo in medicina della tossina inizia negli anni '60, soprattutto in campo
neurologico. Successivamente c'e' stato l'utilizzo in campo estetico per
l'eliminazione delle rughe del viso. Non vi sono controindicazioni all'uso del
botulino, alla luce della lunga esperienza in capo medico.
 |
Iperidrosi: un
problema vero ... Andrea ha
sempre avuto vergogna del suo difetto e così ha elaborato vari "trucchi"
per nasconderlo. Ad esempio, ogni volta che, specie d'estate, deve dare la
mano a qualcuno, con la rapidità di un prestigiatore infila la mano in
tasca e l'asciuga con il fazzoletto. Il fazzoletto poi lo tiene spesso tra
le dita, fingendosi raffreddato. Ma purtroppo in certi momenti non c'è
nulla da fare: se deve abbracciare o accarezzare la sua ragazza, è
impossibile nascondere l'IPERIDROSI,
cioè la sudorazione esagerata e molesta delle mani, di cui appunto soffre;
anche perché i momenti di ansia e l'emozione la rendono ancora più
evidente.
Di persone ossessionate dall'iperidrosi
palmare ce ne sono a milioni; e poi ci sono quelle che soffrono di
iperidrosi (dal greco antico: "troppa acqua"), ma in altre parti del
corpo: piedi (iperidrosi plantare) e ascelle (iperidrosi ascellare). E infine,
coloro che presentano tutte queste forme contemporaneamente, con aumento
conseguente del tentativo di lottare quotidianamente contro questo
problema usando polveri astringenti e deodoranti, ma spesso con scarsi
risultati.
Non sarà una malattia grave, ma
sicuramente rende la vita amara a chi ne è perseguitato. |
La
terapia consiste nell'effettuazione di molteplici iniezioni, tramite
sottilissimi aghi intradermici con minime quantità di tossina, in modo da
trattare uniformemente la superficie interessata dal fenomeno, l'efficacia delle
infiltrazioni si manifesta dopo due o tre giorni ed in genere perdura per 6–8
mesi. In seguito la sudorazione si ripresenterà, all'inizio in modo lieve,
aumentando poi molto lentamente. In molti casi anche dopo un anno non viene
raggiunto il livello di iperidrosi iniziale.
Le
infiltrazioni di Botulino possono essere praticate in qualunque zona del corpo.

L'iperidrosi palmo-plantare, in oltre il 30% dei casi, non risponde
adeguatamente alle iniezioni di Tossina Botulinica. In queste sedi trova
indicazione la terapia con la Luce Pulsata
Intensificata (IPL), soprattutto nei pazienti botulino-resistenti.
L'IPL
agisce direttamente sulle ghiandole sudoripare e sulle vicine cellule
mioepiteliali, le modalità non sono ancora del tutto chiarite, ma i risultati
sono pressoché sovrapponibili a quelli ottenuti con la tossina botulinica a
livello ascellare.
Il
trattamento si svolge in sedute multiple, mediamente ogni 3 settimane, si inizia
applicando sulle superfici da irraggiare un gel, tipo quello ecografico. Le
sedute, in genere 6 o 7, si effettuano prevalentemente nel periodo estivo, anche
gli effetti, nella durata sono sovrapponibili a quelli che si ottengono con
l'uso della tossina botulinica. Ogni seduta dura circa venti minuti ed ha il
vantaggio di essere molto meno dolorosa rispetto alle iniezioni di Botulino.
GALILEO™ - Non solo Estetica ...
GALILEO™
è una metodica allenante migliorativa delle capacità coordinative e
propriocettive, rende più efficiente il sistema muscolo-scheletrico e previene
le lesioni articolari, osteoporosi e problematiche della colonna vertebrale.
Attraverso l'esclusivo
principio della vibrazione eccentrica, migliora il metabolismo e gli adattamenti
fisiopatologici dell'osso, sostituendo eventuali esercizi di altro genere ad
alto impatto, che, soprattutto in persone anziane o con fragilità ossea, sono
controindicati per la potenziale lesività.
Questa tecnologia produce
inoltre rapidi adattamenti neuromuscolari e migliora la performance muscolare di
soggetti volontari sani e atleti ben allenati, come documentato in studi
elettromiografici sugli arti inferiori e in studi sul consumo di ossigeno (VO2).
GALILEO produce esercizio
fisico utile nella prevenzione e trattamento di malattie cardiovascolari e
obesità; migliora la circolazione sanguigna e il tonotrofismo della cute
armonizzando l'impalcatura muscolare, ottimizza il rapporto massa grassa/massa
magra e l'aspetto estetico generale della silhouette corporea.
10 minuti con GALILEO equivalgono a:
-
1 ora di esercizi
in palestra con macchine di potenziamento
-
1 ora di esercizi
con pesi e leg press + 20 minuti di tapis roulant
-
2 ore di tennis
-
2 ore di esercizi
di "corsa veloce"
-
2 ore di squash
-
1 ora di esercizi
di potenziamento
|
In conclusione,
l'allenamento con la tecnica brevettata della vibrazione eccentrica a frequenze
variabili della pedana GALILEO, si fa apprezzare nel mondo scientifico e
sportivo perché richiede tempo di allenamento limitato e non richiede molto
sforzo, ottenendo gli effetti endocrini dell'esercizio fisico, aumentando la
potenza muscolare e la circolazione degli arti inferiori.
|

|

 |
CAMPI DI APPLICAZIONE ED ASPETTI PREVENTIVI
-
Trattamento e prevenzione
dell'osteoporosi.
-
Rieducazione delle patologie
osteo-articolari e della colonna vertebrale, migliorata coordinazione
neuro-muscolare.
-
Prevenzione e riabilitazione delle
atrofie muscolari e instabilità articolari, anche in fase pre e
post-operatoria.
-
Training specifico ed integrato ad
altri esercizi nel mantenimento del benessere fisico e psichico.
-
Drenaggio e regolazione vascolare,
mobilizzazione dei distretti veno-linfatici.
-
Deficit delle funzioni neurovegetative
dell'equilibrio.
-
Compensazione del calo di forza e del sovraccarico
osteo-articolare, collegati all'aumento di peso e all'avanzare degli anni.
RIMODELLAMENTO DEL CORPO E MIGLIORATA EFFICIENZA FISICA
-
Bodyshaping, profilatura
e ricostruzione della massa muscolare, riduzione del grasso corporeo, con carico
minimo durante l'esercizio fisico con GALILEO.
-
Recupero della
funzionalità della muscolatura antigravitazionale senza danni articolari.
SCOPI RIABILITATIVI
-
Accelerazione dei tempi
riabilitativi e recuperata capacità di rendimento, potenza ed efficienza dopo i
periodi d'immobilizzazione post-lesionale e post-chirurgica.
-
GALILEO induce lavoro
muscolare con un range di ampiezza di oscillazione della pedana tra 0 e 5 cm, e
frequenze variabili tali da ottenere incremento della performance muscolare.
-
Dopo solo pochi minuti
di allenamento singoli muscoli e gruppi muscolari rispondono con incremento del
metabolismo locale e della circolazione sanguigna, a tutto vantaggio della
riduzione della perdita dei liquidi corporei e del sudore.
|
GALILEO™
è quindi una macchina che potenzia e accelera il lavoro muscolare senza
richiedere sforzo. Consiste in una pedana che oscilla con un range da 0 a 5 mm e
induce cicli completi di contrazione/rilassamento muscolare della durata di 20
millisecondi che vengono ripetuti fino a 300 volte al minuto.
 |

GALILEO™ - Ultima Versione |
Tre sedute settimanali di 5 minuti ognuna per poche settimane sono sufficienti a
sviluppare un'impalcatura
muscolare armonica e a migliorare il rapporto fra massa grassa
e massa magra, la circolazione sanguigna nei tessuti, il trofismo della cute.
Il
trattamento, potenziando il lavoro muscolare, permette di migliorare il rapporto
fra massa grassa e magra e ottenere un generale effetto positivo sull'aspetto in
tempi sorprendentemente brevi e senza fatica.
Una volta impostata la postura adatta all'allenamento, secondo le indicazioni
del personale di assistenza, sarà la pedana con le sue oscillazioni a stimolare
a ritmo velocissimo il muscolo o il gruppo muscolare interessati. Così il
singolo esercizio sarà ripetuto centinaia di volte in un lasso davvero breve di
tempo.
L'impostazione delle sedute dipende dal grado di allenamento della singola
persona e dal tipo di risultato che si vuole ottenere: bodyshaping, profilatura
e ricostruzione della massa muscolare.
Ma oltre che a fini estetici per rimodellare il corpo
GALILEO 900 è utilizzato anche:
-
per
migliorare l'efficienza fisica, con recupero della funzionalità della
muscolatura antigravitazionale senza danni articolari e
compensazione dei gruppi muscolari non sottoposti a
training specifico negli sport asimmetrici
-
nel
trattamento e nella prevenzione dell'osteoporosi,
nella riabilitazione dopo patologie osteo-articolari,
della colonna vertebrale, nella prevenzione e
riabilitazione delle atrofie muscolari e instabilità articolari,
nell'attivazione delle funzioni di drenaggio e regolazione vascolare.
|
|
Per ricevere studi scientifici
sull'argomento: info@faselgroup.it |
EPILAZIONE
CON LASER A LUCE PULSATA
Giancarlo delli Santi (Specialista in Chirurgia Estetica)
L'obiettivo di una Epilazione definitiva è
distruggere permanentemente il bulbo pilifero affinché non sia in grado di
generare il follicolo e quindi lo stelo del pelo. Il ciclo vitale del pelo
è molto importante per la corretta depilazione: ha 3 fasi: ANAGEN (la
crescita), CATAGEN (la regressione) e TELOGEN (il riposo).
Le tre fasi si alternano ciclicamente e la loro durata varia nelle diverse
zone del corpo. La fase ANAGEN è caratterizzata anche dalla formazione
della melanina, questo è il motivo che permette al laser di funzionare con
efficacia solo sui bulbi piliferi attivi.
 |
Fase ANAGEN:
Crescita |
 |
Fase CATAGEN:
Regressione |
Fase TELOGEN:
Riposo |
La IPL Luce Pulsata Intensificata è una luce policromatica ad alta
intensità. Questa luce viene trasformata in calore qualora colpisca uno
specifico colore, nel nostro caso la melanina del pelo. Il principio
clinico su cui si basa l'azione è chiamato fototermolisi: in pratica
l'impulso luminoso grazie alla sua potenza ha una elevata capacità di
penetrazione e raggiunge il bulbo pilifero, qui viene trasformato in
calore dall'incontro con la melanina presente nei bulbi attivi. Questo
considerevole aumento della temperatura permette la distruzione del bulbo
e dei capillari che portano il nutrimento al bulbo pilifero. Si parla
quindi di azione di fototermolisi selettiva per il bulbo.
|


 |
 |
PRIMA VISITA
Nella prima seduta viene effettuata dallo specialista una valutazione
della pelle: è necessario valutare il fototipo cutaneo, la dimensione, la
profondità ed il colore dei peli, lo stato della cute, inoltre la visita
deve escludere patologie ormonali o la presenza processi infiammatori,
l'eventuale assunzione di farmaci fotosensibilizzanti, la presenza di
controindicazioni. La prima seduta, infine, ha lo scopo di individuare i
parametri per adattare il trattamento alle caratteristiche di ogni
paziente.
TRATTAMENTO
Ogni seduta inizia con un'accurata detersione della superficie cutanea,
cui segue una rasatura del pelo a 2 mm, per evitare che l'effetto di
fototermolisi si disperda e non si concentri nel bulbo. Il medico può
trattare efficacemente e in maniera risolutiva tutte le sedi corporee. |
CONTROINDICAZIONI E COMPLICANZE
L'epilazione con luce pulsata non danneggia i tessuti circostanti e non è
dolorosa neanche dopo il trattamento (si percepisce soltanto una leggera
sensazione di calore); per pelli sensibili può manifestarsi un leggero
arrossamento, detto eritema, che scompare dopo qualche ora dal trattamento.
Unica controindicazione assoluta: non si può effettuare la terapia se ci si è
abbronzati, nel qual caso dovranno trascorrere tre settimane prima di sottoporsi
al trattamento.
NUMERO DI
TRATTAMENTI
Non è possibile una Epilazione completa in un'unica seduta in quanto
occorre adeguarsi al ciclo di vita del bulbo pilifero, che deve essere in
fase "Anagen" per essere sensibile alla fototermolisi ,e che varia da una
zona del corpo ad un altra. Per questo motivo occorrono un minimo 3 sedute
(esempio: viso e mento 3 sedute, baffi e inguine 4 - 5, gambe fino a 9
sedute). Tra una seduta e l'altra devono passare mediamente quattro
settimane, và sottolineato che le prime due, tre sedute sono le più
importanti ed efficaci, le seguenti sono di perfezionamento. La durata
della seduta varia in base alla sede da trattare, da pochi minuti ad
un'ora circa.
DOPO IL TRATTAMENTO
Il normale arrossamento sarà eliminato semplicemente applicando una crema
lenitiva 3 volte al giorno per 4 giorni. Dopo 3-4 giorni i peli trattati
cadranno.
BIBLIOGRAFIA
-
Suzanne L. Kilmer M.D.: 3 months
clinical results using the CoolGlide long-pulse Nd: YAG laser for hair
removal – Laser and Skin Surgey Center of Northern California.
-
Nathalie Fournier et al.: Hair
removal with Athos Nd: YAG 3.5 ms pulse laser: a 3 months clinical study
- Journal of cutaneus laser therapy 2000;2:125-130.
-
Pier Luca Bengini et al.: Long
term epilation with long pulse Neodimium: YAG laser – Dermatol Surg
1999;25:175-178.
-
Susanne Lorenz et al.: Hair
removal with the long pulse Nd: YAG laser: a prospective study with one
year follow-up – Laser Surg.Med. 2002;30:127-134.
-
Anderson R.R. et al.: Selective
photothermolysis: precise microsurgery by selective absorption of pulsed
radiation - Science 1983; 220:524-7.
-
Woraphong Manuskiatti et al.:
Laser-assisted hair removal: Art and science - Thai J dermatol vol.14
n.1 1998.
-
Di Bernardo B.E. et al.: Laser hair
removal - Clin plast surg 2000; 27(2): 199.
|
ENDERMOLOGIE e
Sport
Giulio Iasonna (Specialista Malattie del Metabolismo)

Cosa è Endermologie
è una tecnica, non invasiva e
indolore, di massaggio profondo con "vacuum", frutto dell'esperienza francese
nell'ambito della medicina estetica, collaudata da diversi anni di esperienza e
applicata utilizzando apparecchiature testate scientificamente (LPG CELLU M6®
Keymodule Medical). Tale massaggio meccanico ha effetto anticellulite, anti-età, rilassante, linfodrenante, antiedema,
decontratturante.
Essa è in grado di
intervenire sia su problematiche estetiche che mediche. L'indicazione principale
dei trattamenti di Endermologie è la cellulite, intesa come processo
infiammatorio cronico dei tessuti adiposi di alcuni distretti corporei; una
seconda indicazione ugualmente importante è la cura delle infiammazioni
muscolo-tendinee, contusioni, traumi distorsivi e affaticamenti muscolari.
Il manipolo utilizzato nell'Endermologie
è costituito da una coppia di rulli capaci di movimenti rotatori convergenti,
divergenti o sincronizzati nella stessa direzione e da un sistema di
aspirazione.
|
 |
 |
I rulli
si muovono in modo da formare una plica del tessuto cutaneo che viene dolcemente
stirata o compressa dai rulli stessi in modo da far scorrere i piani cutanei tra
di loro e sopra il piano muscolare. Nella
"frizione" che ne segue, si ha uno scollamento degli strati adiposi in modo che
la compattezza delle cellule adipose o delle strutture connettivali infiammate
venga ridotta, favorendo una maggiore vascolarizzazione, una migliore
ossigenazione dei tessuti e una maggiore eliminazione di metaboliti della
flogosi, che hanno una funzione irritante sui tessuti circostanti.
A questa
azione si aggiunge un effetto "vacuum" dato da una aspirazione modulabile che
avviene tra i due rulli; in tal modo si accentua la plica cutanea interposta tra
i rulli e viene favorito ulteriormente lo scollamento dei tessuti sottostanti.
|
Le masse
muscolari trattate dai due rulli, l'azione di aspirazione sui piani profondi, il
rimaneggiamento dei tessuti connettivali compresi nella plica, costituiscono il
momento terapeutico fondamentale e di maggiore effetto del KeyModule LPG.
L'effetto benefico della maggiore vascolarizzazione e il dolce massaggio
accelerano il processo di "restitutio ad integrum" dei tessuti alterati dallo
stress o dai traumi. |
 |
TRATTAMENTO DEL MUSCOLO
L'applicazione del Cellu M6
KeyModule Medical sul tessuto di rivestimento genera un'azione benefica
sul muscolo. Esso riacquista rapidamente forza ed elasticità, si prepara
allo sforzo o acquisisce una capacità di recupero più veloce.
Nello Sport risulta particolarmente
efficace in caso di contratture muscolari, nei postumi dell'affaticamento
muscolare dopo sforzo intenso, nella preparazione della muscolatura
per l'ottimizzazione della performance, nei postumi di traumi muscolari in
via di cicatrizzazione. |
TRATTAMENTO SUL TESSUTO CONNETTIVO
I tendini, i legamenti e le capsule
articolari sono costituite da tessuto connettivo, tessuto denso composto da
fibre di collagene ed elastina. Nel momento in cui viene danneggiato, in
seguito ad un trauma, ad un intervento chirurgico o ad un'attività fisica
eccessiva e/o inadeguata, il tessuto reagisce con il fenomeno
dell'infiammazione, ispessendosi ed ipertrofizzandosi. L'applicazione del Cellu M6
KeyModule Medical facilita la ristrutturazione del tessuto e la scomparsa
dei fenomeni di flogosi; la funzionalità si normalizza e il dolore scompare.
Nello Sport risulta particolarmente
efficace in caso di rigidità delle articolazioni operate, nelle tendinopatie
acute o di vecchia data, la fibromialgia, le "tensioni" muscolari. |
 |
BIBLIOGRAFIA
-
MODELLAMENTO CORPOREO MECCANICO NON INVASIVO (ENDERMOLOGIE)
Chang P, Wiseman J, Jacoby T, Salisbury AV, Ersek RA Aesth Plast Surg
-
Analysis of the
Coutaneous and Sistemic Effect of Endermoologie® in the porcine model.
ADEKO D., CAYLIEN S., DAVIS S., NACRUEY L., SHACK. Aesthetic Surg.
Journal vol. 18, n. 6, 414-420, 1998.

|